![L’infortunio mercoledì ai Vivai Cattaneo di Valbrembo L’infortunio mercoledì ai Vivai Cattaneo di Valbrembo](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2025/2/14/photos/cache/la-suocera-di-manuel-morto-sul-lavoro-per-noi-era-un-figlio-se-avevamo-bisog_bb46f232-ea4d-11ef-9032-03330b513a87_1920_1080_v3_large_libera.webp)
(Foto di Colleoni)
IL LUTTO. Manuel Vargiu, 45 anni, ucciso da un bullone espulso da un tritalegna. «Lo stava aggiustando, era un mago con i motori».
«Diceva sempre: se avete bisogno, ci sono io. Per noi Manuel era come un figlio, anche perché lui aveva perso entrambi i genitori».
Diliana Cominelli è la suocera di Manuel Vargiu e abita con il marito Gianpiero Zambelli al piano terra di una palazzina di via IV Novembre a Ponteranica: è lei ad aprire la porta, la figlia Orietta è al piano di sopra con il figlio di 17 anni: «Non se la sente di parlare, sono distrutti», spiega. Diliana da mercoledì non si ferma un attimo. Prima per accudire il marito, tornato a casa al mattino dall’ospedale dopo un intervento al cuore. Poi, a metà pomeriggio, ha ricevuto dalla figlia la notizia straziante dell’infortunio sul lavoro in cui ha perso la vita il genero: colpito alla testa da un bullone espulso da un tritalegna che stava cercando di mettere in funzione ai Vivai Cattaneo di Valbrembo, dove lavorava da quindici anni come meccanico manutentore.
«Chiamiamola fatalità, destino, non lo so – allarga le braccia – cosa sia successo di preciso non lo sappiamo. Ci hanno detto che stava lavorando sul motore del tritalegna con il figlio del proprietario. Lo avevano aggiustato, volevano vedere se il motore partiva e quando lo hanno riavviato è successo qualcosa ed è schizzato via questo pezzo di ferro che lo ha preso in pieno in testa. Adesso aspettiamo l’autopsia e le indagini per capire cosa sia successo di preciso».
Al momento la salma è composta nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo a disposizione del magistrato. Formalmente non è ancora stato aperto un fascicolo, si attendono gli accertamenti dei tecnici di Ats, che hanno messo sotto sequestro il macchinario. Poi il pm Giancarlo Mancusi valuterà se disporre l’autopsia o la perizia sul tritalegna, o entrambe.
«Era un bravo ragazzo, non molto espansivo, un po’ chiuso ma di buona volontà, per noi c’era sempre – continua Diliana –. Nel tempo libero andava anche a lavorare nel nostro campo con il trattore. Non era uno che frequentava i bar o andava allo stadio o faceva qualche sport, la sua vita era la sua famiglia, casa lavoro e figlio, andavano giusto in montagna in estate. La sua passione erano i motori, faceva il meccanico e aveva lavorato anche da Bonaldi. Se un motore era rotto lui riusciva a farlo partire, io glielo dicevo sempre: sei un mago con i motori. Anche il figlio sta studiando da meccanico a Curno e gli piacciono i motori e le moto, come suo papà».
«In questo momento di grande tristezza ci stringiamo con affetto alla sua famiglia, moglie e figlio, ai suoi amici e a tutte le persone a lui care», ha scritto la sindaca di Ponteranica
A Ponteranica la famiglia è molto conosciuta e la notizia ha lasciato tutti senza parole: «La sua perdita rappresenta un dolore immenso per tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato, lasciando un vuoto che non potrà essere colmato – ha scritto su Facebook la sindaca Susanna Pini –. In questo momento di grande tristezza ci stringiamo con affetto alla sua famiglia, moglie e figlio, ai suoi amici e a tutte le persone a lui care, condividendo il loro dolore con il pensiero e con il cuore».
«Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e ai colleghi di Manuel e chiediamo che sia fatta piena luce sulla dinamica dell’infortunio mortale – dichiarano in una nota i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Bergamo –. La morte di Manuel Vargiu si aggiunge a un bilancio già drammatico: nel 2024 in provincia di Bergamo sono stati 18 i lavoratori che hanno perso la vita sul lavoro. Numeri che confermano la necessità di interventi concreti per fermare questa strage silenziosa».
«La prevenzione degli infortuni passa anche attraverso una maggiore consapevolezza dei rischi e una formazione adeguata per tutti i lavoratori»
«Il settore agricolo resta tra quelli con il più alto rischio di infortuni - concludono i sindacati -. Abbiamo già chiesto una convocazione urgente dell’Ente bilaterale territoriale di settore per due obiettivi fondamentali: attivare il fondo di solidarietà per garantire un contributo economico alle famiglie; rilanciare il confronto sulla sicurezza nel settore agricolo, partendo dalla necessità di introdurre i Rappresentanti territoriali dei lavoratori per la sicurezza, ancora assenti nel comparto nonostante gli impegni presi con il rinnovo del contratto provinciale degli operai agricoli e florovivaisti. Riteniamo inoltre necessario aprire un confronto con le parti datoriali sul tema della formazione alla sicurezza nelle aziende agricole. La prevenzione degli infortuni passa anche attraverso una maggiore consapevolezza dei rischi e una formazione adeguata per tutti i lavoratori».
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