La Paladina-Sedrina fa discutere, petizione e no da Legambiente

L’OPERA. 4.300 firme contrarie di cittadini, guidati dalla famiglia Agliardi. Gandolfi: «Almeno aspettiamo il progetto, nodi viabilistici da risolvere».

Continua a far discutere il terzo lotto della Tangenziale Sud, la variante Paladina-Sedrina, della strada statale 470 dir della Villa d’Almè-Dalmine. Alla raccolta firme per fermare la realizzazione del collegamento viario lanciata a fine marzo da un gruppo di cittadini su Change.org, dal nome «Salviamo il Parco dei Colli di Bergamo dal cemento» e che ha superato le 4.300 firme, ieri è arrivato l’appoggio di Legambiente Bergamo.

La petizione

«Per realizzare sei chilometri a una corsia per senso di marcia, nel 2006 erano stati previsti 90 milioni di euro, nel 2020 i costi erano già lievitati a 421 milioni più Iva e aumenteranno ancora per l’inflazione – spiegano Alessio e Maria Carolina Agliardi, promotori della petizione –. Il tracciato, in parte in galleria, prevede una sola corsia per senso di marcia e non risolverà comunque il problema del traffico delle aree tra Valbrembo e gli Almenno, oltre a quello della Val Imagna».

Il comitato che ha avviato la petizione, capitanato dalla famiglia Agliardi a fianco del Comune di Sorisole, nel 2003 aveva già ottenuto il blocco del piano esecutivo, vincendo il ricorso al Tar. Il tracciato era stato poi modificato. Ora la Provincia è al lavoro per il completamento del progetto esecutivo. «La strada – dichiara Elena Ferrario, presidente di Legambiente Bergamo – taglierebbe la piana agricola di Sombreno e Almè con una porzione interrata, correndo poi verso nord mediante una galleria di 4 chilometri attraverso la collina e sbucando nella Valle del Giongo, zona speciale di conservazione, classificata come d’importanza comunitaria e rientrante nelle aree Rete Natura 2000. Il Parco dei Colli di Bergamo è un polmone verde dal valore non solo paesaggistico, ma anche naturalistico, imprescindibile per la nostra provincia. Siamo fortemente preoccupati per le ripercussioni sulla biodiversità dell’area e per le conseguenze sull’inquinamento atmosferico, per l’aumento dei gas di scarico nell’area di Petosino. Ma siamo preoccupati soprattutto che si perseveri con la logica di realizzare progetti vecchi di almeno 20 anni».

«Concordiamo sulla follia del progetto – commenta Stefano Vivi, sindaco di Sorisole –, che combattiamo da 20 anni. Lo riteniamo un progetto sproporzionato, costosissimo, estremamente invasivo dal punto di vista naturalistico e inutile perché si potrebbe invece ampliare, a costi decisamente inferiori, l’attuale tracciato della statale Dalmine - Villa d’Almè a due corsie per senso di marcia con l’interramento solo nei punti critici. Quindi auspico che ci sia un ripensamento».

Gandolfi: «La val Brembana chiede risposte»

La Provincia, dal canto suo, spiega che il progetto esecutivo non è ancora pronto. «Manca ancora qualche settimana – specifica il presidente Pasquale Gandolfi –. Non mi meraviglio della raccolta firme. Già per il progetto iniziale, il primo che doveva partire a inizio anni 2000, ci fu un ricorso degli Agliardi e si fermò. Prendo atto anche dell’appoggio di Legambiente. È strano però fare una raccolta firme ora, senza aver visto il progetto definitivo, che nemmeno io ho ancora visto. Il progetto dovrebbe infatti accogliere tutte le indicazioni date dalla Conferenza dei servizi. Prima vediamolo, no? Inoltre l’opera non è ancora nemmeno finanziata, ma è finanziata solo la parte progettuale». Gandolfi sottolinea inoltre che «non è che la Provincia desideri spendere 450 e passa milioni di euro per una strada senza motivi: c’è dietro uno studio del territorio della Valle Brembana che chiede di risolvere e migliorare la viabilità e le connessioni tra valle e città. Lì passano 20-30 mila persone al giorno. Una risposta va data».

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