Intercettati dopo il tentato furto in casa, inseguiti per 20 km: uno finisce in cella

Lallio. Poco dopo il raid, a Palosco sono fuggiti alla polizia locale. Con i carabinieri bloccati a Verdello: due scappano a piedi.

L’Alfa Giulia, risultata rubata e sulla quale venivano di volta in volta applicate targhe rubate, era stata segnalata sul luogo di diversi furti in abitazione. La banda agiva da settimane e sembrava diventata imprendibile. Invece l’altra sera è stata intercettata dalla polizia locale di Palosco, inseguita dagli agenti e dai carabinieri della compagnia di Treviglio: al termine di un rocambolesco inseguimento durato 20 km, uno dei tre componenti è finito in manette.

Tutto è cominciato tra le 18,30 e le 19 a Lallio. I tre tentano un furto in abitazione, ma vengono disturbati e decidono di fuggire. Alle 19,30 la Giulia viene segnalata a Palosco. Gli agenti della polizia locale, che hanno in atto un progetto di pattugliamento serale, ricevono una segnalazione da un lettore targhe piazzato su una delle telecamere di sorveglianza comunale: in zona è transitata una Giulia che circola con targa rubata. Gli agenti perlustrano le vie del paese, fino a che, ferma in un parcheggio di via San Francesco, si imbattono nella Giulia. Si avvicinano, ma all’improvviso la vettura sgomma e fila via. La polizia locale si mette all’inseguimento e intanto lancia l’allarme. La fuga dei ladri è spericolata, l’Alfa percorrere a tutta velocità le vie del paese, poi a un certo punto imbocca una strada a fondo chiuso e torna indietro, con il conducente che tenta di speronare l’auto della polizia locale.

Poi la Giulia si immette sulla provinciale. Nel frattempo confluiscono gli equipaggi dei carabinieri. L’auto, inseguita da polizia locale e militari dell’Arma, viene bloccata dopo una ventina di chilometri, alla periferia di Verdello. I tre occupanti scendono e tentano di fuggire a piedi. Due ce la fanno a dileguarsi, il terzo viene catturato, nonostante i tentativi di resistenza. Nella vettura vengono trovati un sacchetto con monete di valuta straniera e una bobina di rame, frutto - sospettano gli inquirenti - di precedenti furti. Il pm Laura Cocucci ha disposto la traduzione in carcere dell’arrestato.

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