In Spagna con i ciclisti kazaki. Muore massaggiatore di Mozzo

La scomparsa. Umberto Inselvini, 64 anni, colto da malore a pranzo col team. Aveva seguito molti campioni, da Pantani a Nibali. «Un maestro di umiltà».

La triste notizia è rimbalzata dalla Spagna nelle prime ore del pomeriggio di ieri. Il massaggiatore Umberto Inselvini, 64 anni, è morto colpito da un improvviso malore. Nativo di Concesio in provincia di Brescia, viveva da anni con la famiglia a Mozzo. Inselvini ha abbracciato la professione di massaggiatore dopo essersi lasciato alle spalle l’attività agonistica e per questo si trovava ad Altea in Spagna con parte dei corridori della «corazzata kazaka» in partenza per l’Arabia dove la squadra era attesa al Saudi Tour.

Il malore fatale durante il pranzo. «Non mi sento per niente bene – ha detto Inselvini al manager Orlando Maini –, mi ritiro nella mia stanza, spero di riprendermi presto». Non è stato così. Giustamente preoccupato, Maini si è rivolto al medico della squadra che ha raggiunto Inselvini ma nonostante i tentativi del medico il massaggiatore è spirato, colpito presumibilmente da infarto. «Non riesco ancora a capacitarmi – sono le parole di Mario Manzoni, di Almenno San Bartolomeo, ex professionista, da due stagioni direttore sportivo dell’Astana – eravamo a tavola, si parlava della trasferta in Arabia, del volo che ci attendeva dopo poche ore ad Alicante, era tranquillo, niente lasciava presagire quanto successo». È incredulo un altro bergamasco, Maurizio Mazzoleni, da 12 anni preparatore del team Astana.

Umberto Inselvini, 64 anni, è morto colpito da un improvviso malore. Nativo di Concesio in provincia di Brescia, viveva da anni con la famiglia a Mozzo

«Mi trovavo a Calpe, a poca distanza da Altea, seguivo l’altro gruppo di corridori non convocati per il Saudi Tour: quanto accaduto ci ha ammutoliti. Nessuno voleva crederci». Il rientro della salma di Inselvini in Italia non è ancora stato fissato, prima avranno corso le necessarie procedure; non è esclusa l’autopsia. Con comprensibile angoscia i dirigenti del Team Astana hanno informato la moglie dello sfortunato massaggiatore, Cristina, e i figli Denis e Danilo. Non è escluso che in queste ore qualcuno della famiglia raggiunga Altea. Umberto Inselvini era legato al ciclismo da quando aveva 13 anni. Da dilettante ha fatto parte di squadre di spessore dirette da Domenico Garbelli, ricordava con orgoglio il successo in una tappa della Settimana Bergamasca e al Giro delle Valli Aretine. Sceso dalla bicicletta è rimasto ancorato alla «famiglia», iscrivendosi al corso di massaggiatore brillantemente superato che gli ha aperto la seconda parte della carriera.

«Era tranquillo, niente lasciava presagire quanto successo»

Dopo il tirocinio tra i dilettanti approda nel 1985 al professionismo, passando in successiva escalation Malvor Bottecchia, Gewiss Bianchi, Carrera, Roslotto, Riso Scotti, Ballan, Fassa Bortolo, Saeco, Lampare. Dal 2013 era con l’Astana. Ha massaggiato, tra gli altri, fior di campioni come Claudio Chiappucci, Marco Pantani, Damiano Cunego, Vincenzo Nibali, Fabio Aru, Michele Scarponi. Fiore all’occhiello della sua silenziosa ma travolgente carriera il fatto di essere annoverato tra i massaggiatori storici della nazionale italiana. Moltissime le testimonianze e i messaggi di cordoglio anche sui social per Inselvini, «esempio e maestro di umiltà». «Voglio ricordarti sorridente perché lo dicevi tu “un sorriso costa meno dell’elettricità ma da più luce”» ha scritto il giornalista Matteo Cavazzuti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA