Il mondo della montagna piange Angelo Panza: «Una vita fra le vette, è stato un innovatore»

IL RICORDO. Lutto per il 67enne morto lunedì 19 giugno sul massiccio del Monte Rosa. Socio del Cai di Bergamo, era un alpinista esperto, fondatore della «Scuola orobica» di scialpinismo e già direttore della Scuola centrale del Cai.

Tragedia lunedì 19 giugno sul monte Lyskamm, nel massiccio del Monte Rosa, in Val d’Aosta. Un alpinista di 67 anni, Angelo Panza, istruttore nazionale, originario di Sedrina ma da anni con casa a Sorisole, è morto dopo essere precipitato per 400 metri. Con lui, in cordata, c’era un’alpinista di 46 anni, di Ponteranica. Anche lei, socia del Cai di Nembro, è precipitata e si trova ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Parini di Aosta, in prognosi riservata. All’arrivo dei soccorritori la donna era in gravi condizioni, ma ancora cosciente.

Dal rifugio Quintino Sella

I due alpinisti erano partiti lunedì mattina dal rifugio Quintino Sella al Felik per compiere la traversata est-ovest del Lyskamm. L’incidente è avvenuto in cresta, tra il Lyskamm orientale e quello occidentale. A dare l’allarme sono stati altri alpinisti stranieri che procedevano in un’altra cordata e hanno assistito alla caduta dei due bergamaschi. A intervenire il Soccorso alpino della Guardia di finanza di Cervinia. Essendo in cordata è possibile che uno dei due sia scivolato trascinando poi l’altro con sé.

Panza era un alpinista esperto. Conosciutissimo nell’ambiente alpinistico, per la sua attività di istruttore e per le ascese in giro per il mondo. «È stato uno dei soci fondatori della sottosezione dei Cai di Zogno - dice la cugina Silvia Panza, ora vicepresidente dello stesso gruppo -. Successivamente, con altri appassionati di alpinismo, decise di fondare una scuola».

La Scuola orobica

Nacque così anche grazie a lui la «Scuola orobica» di alpinismo e scialpinismo poi dedicata ad Enzo Ronzoni, con sede a San Pellegrino. Sodalizio di cui Panza fu anche direttore per anni. «È stato un elemento fondamentale della scuola - dice l’attuale direttore Domenico Giupponi - con obiettivi chiari che trasmetteva: la passione ma anche la consapevolezza di quello che si andava a fare, l’alpinismo non è una passeggiata. Angelo era un riferimento per l’aspetto tecnico dell’alpinismo, valori che ancora oggi noi cerchiamo di portare avanti. Era sempre presente. Con la sua passione vera e il suo impegno - continua Giupponi - ha dato tanto alla montagna. Da quanto abbiamo saputo, dove è caduto, non era un tratto particolarmente difficile. Ma quando uno cade, se poi è in cordata, bastano due metri e non riesci più fermarti».

Di montagna Angelo Panza ne aveva vista in giro per il mondo, dall’Europa alle Americhe, fino all’Antartide. Nel 2014 aveva conquistato i 5.600 metri dell’Elbrus, in Caucaso (Russia), la vetta più alta in Europa. Nel curriculum alpinistico tantissime altre ascese, tra cui l’Elburz in Iran, lo Huascaran in Perù, i 6.812 metri dell’Ama Dablam in Nepal, ma anche il Denali (McKinley) in Alaska, e poi la montagna più alta dell’Antartide, il monte Vinson (4.892).

L’Aconcagua nel 2022

L’ultima vetta fuori dall’Italia è stata l’Aconcagua, in Argentina (6.961), nel dicembre dello scorso anno. Angelo Panza era socio del Cai di Bergamo. La sua passione per la montagna, la sua capacità tecnica, la voglia anche di insegnare lo avevano portato ad essere parte delle commissioni regionali e nazionali di scialpinismo del Cai e poi direttore della scuola centrale di scialpinismo. «Lo ricordo per il suo impegno come consigliere - dice il presidente del Cai di Bergamo Dario Nisoli -. Una grande persona. Ci uniamo alle condoglianze alla famiglia, ricordandolo per il suo grande impegno anche come istruttore».

«È stato un innovatore»

«La sua passione per la montagna e in particolare per lo scialpinismo - dice il past president del Cai di Bergamo Paolo Valoti - lo aveva portato a riempire la sua vita. Una passione che poi si è trasformata in dedizione alla formazione dei giovani. Ha quindi lasciato tracce indelebili nel Cai per quanto riguarda l’avvicinamento alla montagna in sicurezza e prudenza». «Angelo è stato l’innovatore della scuola centrale di scialpinismo - lo ricorda sul portale “Lo Scarpone” l’attuale direttore Giovanni Maria Grassi - . Ha portato tante idee che sono state poi raccolte nel manuale di scialpinismo». Ieri la salma di Angelo Panza si trovava ancora in Val d’Aosta.

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