«Il Mantello», suor Daniela lascia. Ma accoglienza e cura continuano

Torre Boldone. La religiosa, che ha gestito la casa per donne in difficoltà per 17 anni, si trasferisce dopo la nomina a Madre superiora.

Passaggio di testimone in vista alla Casa di accoglienza «Il Mantello» di Torre Boldone. Suor Daniela Giovanelli, responsabile della struttura fin dalla sua apertura, si trasferisce a Rosà, in provincia di Vicenza dove è stata nominata Madre superiora. Andrà a condurre una casa che ospita persone con disabilità.

A occupare il posto di responsabile a «Il Mantello» sarà suor Alessia Sarto, in questo periodo già presente nella Casa, che sarà successivamente affiancata da suor Alida Pirola. «La storia di suor Daniela – spiega suor Carla Fiori, madre provinciale per le comunità d’Italia delle Suore delle Poverelle – si è legata per molti anni a questa casa che ha fatto nascere e crescere». Si tratta di un luogo di accoglienza per donne che provengono da situazioni di difficoltà o di disagio ed è gestito dalla Cooperativa Con-tatto Servizi. Le donne giungono da storie spesso travagliate o hanno vissuto percorsi di recupero purtroppo falliti. Alcune arrivano dalla strada, altre attraverso i servizi sociali o per provvedimenti giudiziari di alternativa al carcere. Sono spesso donne sole che nella casa di Torre Boldone provano a rimettere insieme i pezzi della loro vita. Nei 17 anni di vita della comunità si è creata una rete di collaborazioni e un folto gruppo di volontari. Un gruppo ha voluto con una lettera ringraziare suor Daniela e ricordare il valore di quella Casa dalle porte sempre aperte. La salutano con un po’ di tristezza per il grande affetto che li lega a lei e sottolineano la ricchezza di quest’opera. «È un progetto speciale – scrivono – non solo per chi viene accolto, ma anche per chi, in forme diverse, vi entra in contatto come operatore o volontario». «Il Mantello» è stato aperto nel 2005 in una proprietà delle Suore delle Poverelle per accogliere donne in difficoltà e ha registrato a oggi più di 700 accessi. I volontari ricordano come «le prime ospiti si sono presentate bussando» perché era giunto loro un passaparola o perché avevano incrociato suor Daniela, presenza costante tra le pensiline degli autobus e la zona della stazione.

«Negli anni – scrivono – il servizio ha saputo accogliere un numero sempre maggiore di donne con diverse tipologie di intervento: accoglienza sia residenziale che diurna, accompagnamenti sanitari e inserimento lavorativo, creazione di momenti di svago e di espressione personale». Evidenziano come la semplicità e l’informalità dell’accoglienza siano state lo stile con cui sono state accolte tante donne. Nelle parole dei volontari, che per tanti anni hanno affiancato suor Daniela, anche il timore che l’esperienza possa in qualche modo cambiare. «Speriamo – scrivono nella conclusione della lettera – che la Casa possa continuare ad accogliere le persone nello stesso modo informale, unico e attento che abbiamo conosciuto e apprezzato in questi anni». Suor Carla rassicura tutti da questo punto di vista e racconta quanto l’esperienza de «Il Mantello» incarni in modo concreto la vicinanza alla storia di donne fragili o appesantite dalle difficoltà della vita. «È un passaggio di testimone – aggiunge – che fa proseguire la vita di questa comunità che suor Daniela ha tanto amato e che continuerà a essere luogo dell’accoglienza e della cura nello stile e nel carisma del nostro fondatore San Luigi Palazzolo».

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