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Cronaca / Hinterland
Martedì 25 Febbraio 2025
Il centro di Gorle tra ingorghi e smog: «Odissea nel traffico»
IL VIAGGIO. Al mattino code tra il ponte Marzio e il centro. Il picco alle 8, in concomitanza con l’inizio delle scuole. Chiusure dei varchi, il sindaco: «Correttivi? Prima il test»
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I clacson non suonano, è ancora presto. Le auto procedono lente nel traffico della mattina. Ma la nota più dolente è l’aria: irrespirabile, già alle 7,30 del mattino. Lo smog intasa il centro di Gorle quasi più dei veicoli e un odore pesante rimane nelle narici e in gola. L’inizio della mattinata non è certo dei più scorrevoli, in ogni senso.
Il ponte Marzio è un brulicare di macchine che provengono e s’infilano da ogni parte. L’antico viadotto romano è un po’ il crocevia simbolo delle code che si formano nel paese negli orari di punta sia per chi vi entra sia per chi invece deve recarsi a Bergamo. Il caos viabilistico raggiunge il clou intorno alle 8 del mattino, in concomitanza con l’orario d’inizio delle scuole, ma i primi ingorghi iniziano almeno mezz’ora prima su corso Europa, dove chi arriva da Scanzorosciate inizia a rallentare in prossimità del ponte.
«Intervenire sui semafori»
Procedendo pochi metri verso il cuore del paese, appena superata la passerella sul fiume Serio e imboccata via Mazzini, si circola più lentamente anche per la presenza dell’attraversamento pedonale a chiamata all’altezza del bar Ponte. La situazione si fa più difficile se, arrivando da Scanzo, si svolta a destra su via Bixio per ricollegarsi a via Don Mazza. È qui che in molti lamentano degli intasamenti anomali, come Daniele Zambelli. Lavora a Gorle e ogni giorno, dice, si trova ad affrontare il problema del traffico: «Il vero problema non è chi cerca percorsi alternativi, ma la gestione inefficace dei semafori pedonali lungo via Mazza – ci scrive –. In soli 100 metri ci sono tre semafori che vengono attivati in modo casuale dagli studenti, nonostante la presenza di un sottopassaggio pedonale a breve distanza. Il risultato è un traffico paralizzato, che non ha nulla a che vedere con un uso scorretto della viabilità da parte degli automobilisti».
«Si potrebbe far gestire il passaggio pedonale alla Polizia locale nelle ore critiche, spegnendo i semafori e regolando manualmente il flusso degli studenti»
Gli alunni escono di casa per andare a scuola all’Istituto comprensivo «Margherita Hack» – dove hanno sede la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola media – sono tanti e a più riprese chiamano i semafori, in particolare quello all’incrocio con via Verdi e quello all’angolo con piazzetta del Donatore. Il rosso dura in verità pochi secondi, ma anche pochi istanti fanno agitare gli automobilisti bloccati per strada. Una soluzione, è il parere di molti automobilisti, sarebbe quella di «far gestire il passaggio pedonale alla Polizia locale nelle ore critiche, spegnendo i semafori e regolando manualmente il flusso degli studenti, come già avviene in molte altre città». Un’ipotesi che soltanto domenica aveva avanzato il sindaco di Villa di Serio, Mario Morotti, secondo il quale mettendo mano ai semafori «si risolverebbe il 90% del traffico». Chi transita da Gorle si scaglia invece contro l’amministrazione che «preferisce ignorare il problema e deviare il traffico solo su Villa di Serio, come se il problema fosse altrove».
«Semafori fondamentali per la sicurezza»
Il sindaco di Gorle, Giovanni Testa, sui semafori afferma: «È pazzesco che si voglia rendere il centro del paese un’autostrada eliminando l’unico strumento di sicurezza. Sono allibito da queste affermazioni, e questo mi conferma che siamo nel giusto. Il consiglio che ci viene dato è di mettere a repentaglio la vita delle persone, di studenti e di bambini che hanno il diritto di attraversare la strada. I cittadini di Gorle al contrario ci ringraziano per quello che stiamo facendo».
«Registro come sia in corso un’escalation di commenti pieni di intolleranza e fuori luogo, anche da parte di molti sindaci ed assessori dei Comuni vicini»
Tornando al tema degli ingorghi, molti automobilisti segnalano di impiegare fino a un’ora la mattina per raggiungere Bergamo da Gorle, a fronte di un percorso, dal ponte di Gorle al rondò delle Valli, di poco meno di 4 chilometri che è possibile effettuare in 15-20 minuti in bicicletta e in 45 minuti a piedi. E il 3 marzo scatterà la chiusura sperimentale ai non residenti, fino al 30 maggio, dell’accesso al paese da via Martinella e via Trento. Saranno inaccessibili dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9. Lo stop disposto dal Comune di Gorle ha alzato le prime polemiche dei Comuni limitrofi: via Martinella infatti è utilizzata soprattutto dai cittadini di Torre Boldone e via Trento da quelli di Ranica, ma in generale le due vie rappresentano spesso un’alternativa, per chi arriva dalla Val Seriana, per bypassare l’imbottigliamento al rondò delle Valli in direzione Bergamo.
«Escalation di intolleranza»
L’afflusso da questi due punti, almeno lunedì 23 febbraio, non risultava drammatico, ma certamente nel complesso incide. I sindaci dei paesi confinanti si sono alzati in protesta contro l’ordinanza e hanno chiesto alla Provincia un incontro per valutarne gli effetti. L’incontro si terrà giovedì pomeriggio in via Tasso. «Registro come sia in corso un’escalation di commenti pieni di intolleranza e fuori luogo – dichiara ancora il sindaco di Gorle – anche da parte di molti sindaci ed assessori dei Comuni vicini, che trovano loro sì una scorciatoia nei social anziché alzare il telefono. In questi giorni mi ha chiamato solo l’assessore Berlanda di Bergamo, con il quale abbiamo parlato nel concreto delle ragioni della decisione e delle possibili soluzioni. Uno dei correttivi alla sperimentazione su via Trento e via Martinella, se correttivo vi sarà e se la situazione ce lo consentirà, sarà quello di valutare di estendere la libertà di transito a chi lavora a Gorle. Ma aspettiamo prima di vedere gli effetti della sperimentazione». La viabilità nell’hinterland est è un caso aperto, e sul tavolo rimane il progetto della strada «Penetrante da est». L’opera mette d’accordo quasi tutti i Comuni della zona eccetto Pedrengo e Torre de’ Roveri, coinvolto dall’infrastruttura solo come «spettatore» e parzialmente allineato con la tesi di Pedrengo di puntare maggiormente sul trasporto pubblico.
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