Gina, una vita per il suo ristorante: «E voglio andare ancora avanti»

IL PERSONAGGIO. La titolare dell’omonimo ristorante di Seriate ha 90 anni, 70 li ha passati nel mondo della ristorazione. Grinta e un sorriso contagioso, ecco la sua storia.

Non c’è tanto tempo per sederci a chiacchierare. Anche se sono appena le 8,30 del mattino e non ci sono gli avventori, la signora Gina ha già il suo bel daffare. La Gina. È la titolare del ristorante pizzeria «Da Gina» a Seriate. Quest’anno fa 70 anni di attività nella ristorazione, e fa 90 anni di età. Alle 8,30 collabora ai preparativi della giornata, poi si mette alla cassa e tutti passano da lei. Dal suo contagioso sorriso.

Classe 1934

La storia comincia a Sant’Omobono Terme, dove Gina Invernizzi nasce nel 1934, e continua nel 1954 quando inizia l’attività di ristorazione al Circolo combattenti e reduci, a Seriate, aperto dal seriatese Emilio Federici in via Marconi, vicino alla rotatoria dell’Unes. «Erano pasti frugali, preparavamo per lo più “schisète” per gli operai». Si erano conosciuti l’anno prima in Svizzera, dove molti bergamaschi andavano a lavorare: rientrano e si sposano nel 1955. Aprono un nuovo locale, lì vicino al Circolo, ed Emilio lo chiama «Da Gina». Una rosa per la sua Gina. Nel 1976 aprono il ristorante dove si trova adesso. E dove con passione, dedizione e intraprendenza, e con tanto più coraggio dopo la morte di Emilio avvenuta nel 1990, il locale diventa noto e popolare.

«Mio marito era bravo in cucina» ricorda, ancora commossa. Sulla sua scia, Gina porta il locale a ospitare con sempre maggiore frequenza oltre a famiglie e coppie, raduni di amici, squadre sportive, matrimoni, comunioni, anniversari, coscritti, compleanni. Ogni occasione è buona per «‘n dà à mangià da la Gina»: interiezione che ricorre spesso fra i clienti per l’ambiente familiare, per la serenità di Gina, per la qualità e cura delle portate. «Come mai così tanto successo, Gina?». «Non lo so, me lo sono chiesta anch’io. La frase che sento dire più di frequente è che dalla Gina vai sul sicuro». Che tradotto significa qualità dei cibi e bontà dei piatti. Ce n’è uno anche con il suo nome: la pizza Gina.

Un ristorante al femminile

Un ristorante al femminile: c’è Gina, c’è la figlia Antonella impegnata su più fronti, e c’è la nipote Valentina, la tecnologica. Tre signore gentili e sorridenti. Forse per questo al ristorante «Da Gina» sono passati, fra i tanti, Anna Oxa, Ezio Greggio, Matteo Salvini, Lara Magoni; i parroci di Seriate monsignor Ferdinando Cortinovis e monsignor Angelo Paravisi, poi Vescovo ausiario di Bergamo e poi a Crema. Per tanti anni è stata in cucina, con l’Emilio e poi senza l’Emilio: «Il piatto che più mi piaceva fare e che mi riusciva bene era polenta e coniglio».

Fra i momenti particolari ricorda la visita dell’Ispettorato del lavoro, con schieramento di uomini a ogni porta e l’inquisitore che le dice «Cosa fa lei qui?». «Chi è lei? Io sono la titolare». Ciao, vanno via.

È ora di togliere il disturbo, senza lasciarsi sfuggire però l’ultima chicca: «Ho più paura di dover smettere anziché di andare avanti». Gina è stata in vacanza due settimane, ora, a casa, il suo sorriso è ancora più schietto. Nel suo ristorante. La sua vita.

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