Esplodono 4 gomme dell’aereo, caos per 25 mila passeggeri. In mattinata voli regolari

L’INCIDENTE. Nessun ferito tra i 161 passeggeri del volo Ryanair da Barcellona. Aperta un’indagine: freni sotto esame. Cancellazioni o ritardi per oltre 25mila passeggeri. Ripristinati 450 metri di pista. Sanga: grande lavoro di squadra.

Chi era a bordo ha raccontato di aver sentito un primo scoppio pochi istanti dopo che il Boeing 737 Max con la livrea di Ryanair ha toccato terra, seguito, passati altri secondi, da un ulteriore scoppio. Spetterà ora ai periti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, che da ieri pomeriggio hanno affiancato nelle indagini la polizia di frontiera di Orio al Serio, capire cosa abbia causato la rottura dei quattro pneumatici posteriori dell’aereo atterrato alle 8 di martedì mattina (1 ottobre) sulla pista del «Caravaggio», fortunatamente senza causare feriti.

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Il pilota è infatti riuscito a mantenere sulla pista il velivolo, partito da Barcellona e sul quale viaggiavano 161 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio. La rottura delle gomme ha fatto strisciare i carrelli dell’aereo per 450 metri dei tre chilometri della pista, provocando un lungo solco, profondo solo un centimetro, ma per il cui ripristino si è resa necessaria la chiusura dell’intero scalo fino alle 19,30. I disagi hanno riguardato 163 voli sui 308 programmati ieri a Orio: di questi, in partenza ne sono stati cancellati 74 e dirottati 17, mentre in arrivo i cancellati sono stati 55 e i dirottati 17. I restanti 145 erano partiti o arrivati prima delle 8 oppure dopo la riapertura serale dello scalo. Stimando una media di 150 passeggeri per volo, i disagi hanno riguardato qualcosa come oltre 25mila passeggeri, ventimila per i voli cancellati e cinquemila per i dirottati. Nella mattinata di mercoledì 2 ottobre i voli sono ripresi in modo regolare, solo qualche ritardo «fisiologico».

Le indagini delle autorità

Anche se saranno le perizie sul Boeing a fare chiarezza, probabilmente lo scoppio degli pneumatici è stato causato da un problema all’impianto frenante del velivolo. I rischi sono stati comunque contenuti dalla bravura del pilota, che ha mantenuto sulla pista l’aereo anche quando le gomme del carrello di destra si erano ormai squarciate, seguite poi dal carrello gemello a sinistra. Nessun preavviso durante il volo di quello che sarebbe accaduto all’atterraggio: non sono apparse spie di guasti in cabina, tanto che il volo registrato con il numero FR846 e decollato alle 6,42 dall’aeroporto spagnolo di El Prat è stato regolare, così come l’atterraggio. Soltanto dopo che le ruote hanno toccato terra (com’è noto gli pneumatici degli aerei non rotolano, ma slittano sulla pista a circa 250 chilometri orari) si è registrato lo scoppio, appunto prima al carrello di destra e poi a quello di sinistra: ciascuno ha due gomme da 140 centimetri riempite di azoto, gas non infiammabile, con una pressione 14 volte superiore a quella atmosferica e il doppio di quella delle auto.

Le ispezioni prima dei voli

Prima di ogni volo gli pneumatici vengono ispezionati attentamente, come dev’essere avvenuto anche ieri mattina prima del decollo da El Prat: resta da capire, e lo farà l’inchiesta (è verosimile ipotizzare che anche la Procura di Bergamo ne apra una parallela a quella delle autorità nazionali del volo: il Codacons ha inoltre annunciato un esposto), da quanto le gomme scoppiate fossero installate sul Boeing (solitamente gli pneumatici degli aerei vengono cambiati dopo circa 900 atterraggi). Subito dopo l’arrivo a Orio il comandante ha chiesto l’intervento dei mezzi di soccorso ed è stata attivata la procedura d’emergenza: lo scoppio degli pneumatici non ha causato incendi ai carrelli del velivolo, ma l’aereo è stato rapidamente circondato dai mezzi dei vigili del fuoco in servizio allo scalo, supportati anche dai loro colleghi del comando provinciale, che hanno fatto sbarcare, assieme alla polizia di frontiera e al personale di Sacbo, la società di gestione dello scalo, i passeggeri direttamente sulla pista. Non si è invece reso necessario l’intervento dei mezzi di soccorso. L’aereo è rimasto bloccato sulla pista fino a metà pomeriggio quando, terminati i rilievi, è stato trainato in uno degli hangar di Ryanair nel «Caravaggio». Il ripristino della pista si è protratto per tutta la giornata. La riapertura dell’aeroporto è stata rimandata varie volte: inizialmente fissata per le 14, è slittata prima alle 17 e poi alle 18. Lo scalo ha effettivamente ripreso i voli dalle 19,38, quasi 12 ore dopo la chiusura, con l’atterraggio di un volo della Norwegian in arrivo da Helsinki.

«Solidali con i passeggeri»

Il ripristino della pista è stato curato dall’«Impresa Milesi Geom. Sergio Srl» di Gorlago, che ha fresato e ripristinato l’asfalto, dove poi è stata rifatta anche la segnaletica orizzontale. «In poco più di sei ore è stato eseguito un lavoro che normalmente richiederebbe un tempo di gran lunga superiore – sottolinea Giovanni Sanga, presidente di Sacbo –. Un eccellente lavoro di squadra, iniziato con l’immediato intervento dei vigili del fuoco e il contributo del personale tecnico e operativo di Sacbo, nonché delle ditte specializzate incaricate. Ai passeggeri in attesa, molti dei quali hanno dovuto rinunciare al viaggio, la nostra solidarietà e il ringraziamento per la loro comprensione. Un particolare riconoscimento all’opera di assistenza svolta dal personale delle società di handling in aerostazione. Senso di gratitudine alle forze dell’ordine presenti nello scalo e a quanti svolgono il loro lavoro nei servizi aeroportuali».

La nota di Ryanair

Nel pomeriggio Ryanair ha diramato una breve nota: «Il volo FR846 in servizio da Barcellona ha avuto un problema con gli pneumatici all’atterraggio all’aeroporto di Bergamo. I passeggeri sono sbarcati normalmente e l’aereo è stato ispezionato dagli ingegneri» per la rimessa in servizio del velivolo. Sull’episodio è intervenuto anche il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini: il Mit ha fatto sapere che il ministro ha seguito per tutta la giornata le procedure di ripristino della pista e ha espresso gratitudine «a tutte le donne e gli uomini che, a vario titolo» sono intervenuti, in tutto 120 persone, per l’emergenza.

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