«È un’opera d’arte di mio nonno». Il Comune: posa mai autorizzata

IL CASO. Il manufatto misterioso è un’opera d’arte. Ora il Comune prende posizione: mai autorizzata.

Una stella per ognuno dei Paesi fondatori della Comunità economica europea. Il mistero dietro all’opera notata dai residenti di Gorle nel parco agricolo del «Triangolone» è stato svelato: si tratta davvero di una scultura e per la precisione di uno degli elementi del Parco delle Sculture del compianto commendatore Aldo Perolari, che fu titolare della Perofil, l’azienda di intimo di via Zanica 14 (dove oggi ha sede Santini Cycling).

La scultura ha una stella per ognuno dei Paesi fondatori della Comunità economica europea

La storia della scultura

La struttura - un alto albero con delle stelle orizzontali in sequenza - fu disegnata dallo stesso Perolari, che la pose insieme ad altre opere nel giardino dell’impresa. Nel 2022, quando l’area è stata riqualificata da Santini per subentrarvi, la famiglia Perolari aveva dovuto ricollocare le sculture. E a spiegare il giallo che ha incuriosito tanti sono i nipoti dell’artista, Andrea Bello e Alberto Perolari. «È un’opera d’arte di Aldo Perolari, mio nonno, imprenditore nonché artista contemporaneo per l’epoca e visionario – commenta quest’ultimo –. Si tratta di due opere (non solo quella apparsa dunque, ndr) realizzate da mio nonno negli anni Ottanta.

«Valore artistico ed affettivo»

In particolare, l’opera più grande delle due depositate, è stata realizzata nel 1989 ed è composta da 12 stelle, che rappresentano i dodici Paesi fondatori della Comunità economica europea» dice Alberto, che ci tiene ad aggiungere: «Al di là del loro valore artistico, le opere hanno anche un profondo valore affettivo per me», precisando da parte sua che il deposito del manufatto nel campo di Gorle non è stato un abbandono.

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La diatriba con ii Comune di Gorle

Il Comune «Il proprietario del terreno mi ha concesso l’utilizzo dello stesso, con regolare contratto tra noi, per posizionare le opere d’arte di mia proprietà senza snaturare la destinazione d’uso dell’area». Un permesso allo spostamento che inoltre, afferma, è stato autorizzato dal Comune di Gorle. Ed è proprio verso l’amministrazione, più che per i commenti negativi alle opere di suo nonno, che Alberto nutre rammarico. «Mi sarebbe piaciuto condividere con l’amministrazione l’idea di poterle mettere a disposizione della cittadinanza, ma nonostante i plurimi tentativi effettuati da mesi, il sindaco cui ho scritto non mi ha mai neppure concesso un incontro».

La famiglia parla di autorizzazione e richiesta di incontro con il sindaco, ma il primo cittadino smentisce:il Comune non ha mai autorizzato nessun deposito e lo stesso ne era consapevole, come emerge da una corrispondenza intercorsa via e-mail lo scorso dicembre. La posa del manufatto quindi è abusiva e va immediatamente rimosso

Ma a smentire è lo stesso sindaco Giovanni Testa. «Quanto affermato dal signor Perolari è del tutto falso – precisa Testa –. Il Comune non ha mai autorizzato nessun deposito e lo stesso ne era consapevole, come emerge da una corrispondenza intercorsa via e-mail lo scorso dicembre. La posa del manufatto quindi è abusiva e va immediatamente rimosso». L’intenzione di Alberto, per onorare la memoria del nonno, sarebbe quella di «creare una sorta di parco-museo a cielo aperto, come quelli in altre città italiane, naturalmente previa un’intesa con l’amministrazione comunale e in conformità alle norme urbanistiche».

Le altre opere e la ricerca di una location

Tra le opere di Aldo Perolari c’erano anche sculture di altri artisti, come la fontana in resina e polvere di marmo dal titolo «Il fiore della luna», richiesta dal commendatore allo scultore Stefano Travi e di cui una copia in bronzo è collocata su un rondò a Treviglio. «Aldo mi commissionò l’opera più di 25 anni fa. Gli piacque il modello, che conservo ancora, e mi chiese di costruirne una per lui» ribadisce Travi. Intanto, Alberto Perolari ora è alla ricerca di altre istituzioni alle quali proporre le installazioni dal momento che, com’è evidente, a Gorle non se ne farà nulla. «Il progetto tra l’altro – sottolinea – ha come scopo quello di avvicinare all’arte contemporanea, in modo gioioso, libero e “naturale”, con visite guidate e percorsi dedicati a tutti, dai ragazzi agli anziani». Un fine nobile, come invece non sono stati alcuni giudizi sulle sculture del nonno. Ma su questo Alberto risponde con filosofia: «Sono lieto che queste opere abbiano almeno catturato l’attenzione dei passanti, perché il vero obiettivo dell’arte è quello di spingerci alla riflessione, al confronto, al dialogo e, talvolta - conclude - anche a sorprenderci».

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