Cronaca / Hinterland
Mercoledì 08 Gennaio 2025
Donna accoltellata a Seriate, l’amica: «Non sono riuscita a proteggerla»
IL RACCONTO. Carla Dolores Kerepesi ha filmato le minacce del marito a Daniela la sera prima dell’accoltellamento. «Mi ha detto: sei la mia testimone, la inseguirò e la ucciderò». Il 6 gennaio volevano andare a denunciarlo di nuovo.
Erano insieme quando Daniela ha presentato la prima denuncia e volevano andare insieme dai carabinieri anche lunedì 6 gennaio, per presentare una seconda querela. Carla Dolores Kerepesi, la migliore amica di Daniela Manda, non si dà pace per quello che è successo.
«Sono arrivata cinque minuti dopo che l’avevano portata via e mi sento molto in colpa perché non l’ho protetta, anche se qualcuno mi ha detto che è stata una fortuna, altrimenti avrebbe accoltellato anche me». Carla abita a Seriate ed è stata l’ultima persona a cui Daniela ha mandato un messaggio vocale domenica 5 gennaio, poco prima di venire accoltellata dal marito Daniel Manda nel parcheggio del supermarket con almeno 14 fendenti: «Caspita, è dietro di me con la macchina» sono le ultime parole a Carla, che le aveva consigliato di andare subito dai carabinieri e di aspettarla. Ma lei ha voluto parlare ancora una volta con il marito, per capire cosa volesse. La sera prima lui l’aveva aspettata sotto casa e seguita e lei, sempre con Carla, era arrivata in auto fino alla Tenenza di Seriate dove l’uomo le aveva minacciate: «Ha detto in romeno delle parole che mi ricorderò sempre – racconta l’amica –. Carla guardami bene, sei il mio testimone, la inseguirò e la ucciderò. Ma non pensavo che l’avrebbe fatto».
La sera prima lui l’aveva aspettata sotto casa e seguita e lei, sempre con Carla, era arrivata in auto fino alla Tenenza di Seriate dove l’uomo le aveva minacciate
Il racconto dell’amica
«Dani la conosco da sempre - prosegue Carla - sono la sua migliore amica. Prima di acquistare casa a Pedrengo vivevano nell’altra scala e sono i padrini del mio secondo figlio. Sono stati insieme vent’anni, Daniel è stato l’unico uomo della sua vita e si amavano. È andato tutto bene fino a quando lei, circa un anno fa, ha voluto fare altro, trovare un lavoro come magazziniera. Quando ha visto che lei era felice anche senza di lui si è scatenato tutto, perché non poteva più controllarla. Doveva essere tutto come voleva lui, le diceva “scegli tra gli amici e la famiglia, tra il lavoro e la famiglia”. Ma anche a lui piaceva uscire con gli amici. Daniel era veramente una brava persona, ha sempre lavorato. Ma da quando si erano lasciati si era trasformato in un altro uomo, non era più lui. Non ha mai accettato la fine della loro relazione. L’ha denunciato la prima volta dopo che lui l’aveva minacciata con un coltello in macchina. Non l’ha mai picchiata, questo no. Gli avevano messo il braccialetto elettronico, poi lei ha ritirato la denuncia perché lui diceva ai figli che sarebbe andato in galera per colpa della madre. A lei dispiaceva, Daniela è una persona buona, la persona più meravigliosa che conosco».
Lei a Seriate, lui a Pedrengo
Lui aveva avuto il divieto di avvicinamento e l’allontanamento da casa, lei era andata a vivere in un’abitazione protetta a Seriate e lui a Pedrengo, con i figli di 18 e 14 anni. «Noi facciamo tutto insieme, usciamo, andiamo a ballare. Domenica (5 gennaio) siamo andate al lago e poco dopo essere tornate, verso le 17,30-18, Dani mi ha citofonato, era alterata e piangeva. Mi ha detto: “Sono uscita col cane e c’era lui con l’auto parcheggiata dietro l’albero che fumava e mi puntava”. Lui sosteneva che doveva incontrarsi con suo fratello proprio lì. Io sono scesa, abbiamo visto la macchina di lui e ho detto che dovevamo andare dai carabinieri a denunciarlo. Ho fatto un filmato per sicurezza, ed è quello che ho consegnato ai carabinieri. Lei è andata alla sua macchina e ha trovato i tergicristalli alzati, nel frattempo lui è arrivato e le ha detto parolacce di ogni genere, c’era anche suo fratello che diceva “Ma per così poco andate dai carabinieri?” ma non sapeva quello che era successo in precedenza. Daniel ha minacciato anche me tante volte perché stavo con Dani. Siamo salite in auto per andare dai carabinieri e lui ci ha inseguite fino alla caserma, abbiamo accostato e lui ha bussato sul vetro, lei ha solo abbassato il finestrino e lui ha detto in romeno delle parole che mi ricorderò sempre: “Carla guardami bene, sei il mio testimone, la inseguirò e la ucciderò”. Ma non pensavo che l’avrebbe fatto».
«Lunedì mattina mi ha mandato dei vocali: voleva aspettare a denunciarlo per vedere come si sarebbe comportato, non voleva fargli del male. Le ho detto: se lui ti fa qualcosa mi aspetti e andiamo insieme in caserma, come l’altra volta»
E continua: «Se fossimo entrate in caserma e avessimo raccontato quello che aveva fatto, forse lo avrebbero messo in carcere. Invece io e Dani abbiamo parlato, e per il bene dei figli, abbiamo deciso di aspettare e vedere cosa avrebbe fatto il mattino dopo. Siamo tornate a casa ed è venuta da me, verso mezzanotte l’auto di lui era ancora sotto casa. Verso l’una Daniela ha mandato un messaggio a sua figlia per chiedere se il papà fosse tornato a casa, l’auto non c’era più ed è tornata a casa sua. Lunedì mattina mi ha mandato dei vocali: voleva aspettare a denunciarlo per vedere come si sarebbe comportato, non voleva fargli del male. Le ho detto: se lui ti fa qualcosa mi aspetti e andiamo insieme in caserma, come l’altra volta. Poco prima delle 9 è uscita di casa per comprare il pane e le brioche. Poi mi è arrivato un terzo messaggio vocale in cui mi diceva: «Caspita, è dietro di me con la macchina». Io le ho detto di aspettarmi, di non fermarsi al Lidl ma di andare direttamente dai carabinieri. Nell’ultimo messaggio mi ha risposto: “Stai tranquilla, vado al Lidl, sono curiosa di vedere cosa fa e cosa dice”. Poi lui l’ha accoltellata e io sono arrivata quando l’avevano appena portata via, non l’ho protetta, mi sento in colpa».
«L’ha sempre minacciata»
Carla riferisce della costante paura in cui viveva l’amica: «L’ha sempre minacciata di morte, anche davanti agli amici e alla zia, abbiamo testimoniato in tanti. Domenica (5 gennaio) quando l’ho guardato non era più lui, era come se guardassi un muro, siamo rimasti male tutti per quello che è successo perché non le aveva mai messo le mani addosso».
«Non è più intubata. È viva, è la mia amica e la mia eroina»
«La donna più forte che conosco»
Martedì 7 gennaio Carla è andata a trovare l’amica in ospedale: «Non le ho parlato perché in Terapia intensiva possono entrare solo due persone, ma ieri (lunedì 6 gennaio, ndr) i medici avevano detto che era intubata e bisognava aspettare che passasse la notte, mentre oggi (martedì 7, ndr) le hanno tolto tutto. È viva, è la mia amica e la mia eroina ed è la donna più forte che conosco. Quando tornerà a casa, prima andremo in chiesa a ringraziare Dio e poi andremo a far festa, una festa grande».
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