Covid, un paziente su 4 positivo ma senza sintomi. «Non vanno conteggiati»

Su oltre 300 pazienti, il 25% è ricoverato per un’altra patologia ma, dopo il tampone, finisce nei report. Per la Regione andrebbero esclusi.

La somma restituisce un quadro importante, da diversi giorni oltre quota 300. Negli ospedali bergamaschi i pazienti positivi continuano a crescere, seppur a un ritmo più lento rispetto ai contagi. Proprio la contagiosità di Omicron, però, incide su un secondo fronte: di questi oltre 300 pazienti positivi, non tutti in realtà sono effettivamente pazienti Covid. Un paziente Covid su quattro in Bergamasca - questo l’ordine di grandezza -, è infatti ricoverato in ospedale per un’altra patologia ma - incidentalmente - ha un tampone positivo. Si tratta soprattutto di persone che entrano in ospedale per interventi programmati, oppure per traumi, incidenti, gravidanze. Un tema tra l’altro di attualità nel dibattito nazionale: ha senso contare questi degenti come «pazienti Covid», se non hanno sintomatologia Covid?

La riflessione si declina anche in chiave lombarda e la Regione sembra spingere proprio in questa direzione. Ieri si è tenuta una call tra la Direzione Welfare e gli ospedali per tratteggiare lo scenario di questi pazienti. «Da venerdì 14 gennaio - si legge a fine giornata in una nota della stessa Direzione - la Regione Lombardia sarà in grado di distinguere, all’interno dei “ricoveri Covid positivi” dei propri ospedali, quali ricoveri afferiscono direttamente a una patologia “Covid-dipendente” (polmoniti e gravi insufficienze respiratorie) e quali invece si riferiscono a pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi riscontrati positivi al tampone pre-ricovero». «Questo - prosegue la nota - è finalizzato a dare una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid. Per ora, non avendo ancora ricevuto nuove indicazioni in tal senso dal Ministero come da nostra richiesta, il flusso trasferito sarà ancora “unico”, privo quindi della distinzione sopra specificata».

Si attendono dunque decisioni ufficiali, in un senso o nell’altro, ma l’obiettivo è evidentemente quello di non includerli più nei conteggi, eventualità che tra l’altro «alleggerirebbe» la contabilità dei posti letto anche per quanto riguarda il rischio di passaggio in zona arancione (o, più avanti, in zona rossa). Se si togliessero i ricoverati positivi ma in cura per altra patologia, la saturazione dei reparti Covid – parametro decisivo per il cambio di colore delle regioni – sarebbe così ricalcolata al ribasso. Al di là dei calcoli, però, i pazienti positivi ma senza sintomatologia Covid comportano comunque uno sforzo organizzativo notevole: necessitano di essere isolati e necessitano di personale che si dedichi solo a loro.

La situazione bergamasca

Ogni ricoverato – che si tratti di un ingresso programmato o di un ingresso dal pronto soccorso – è sottoposto al tampone. Al «Papa Giovanni», dove i pazienti Covid sono in totale oltre 160, circa una quarantina di questi è in cura per altre patologie. «Si tratta di pazienti che entrano per altri motivi e che hanno un tampone positivo ma non hanno sintomatologia Covid – spiega Fabio Pezzoli, direttore sanitario del Papa Giovanni -. I numeri sono importanti, abbiamo per esempio 8 pazienti positivi ricoverati in Pediatria e 17 in Ginecologia. Questi pazienti sono collocati in reparto, ma essendo positivi sono state create delle coorti specifiche, delle aree dedicate, col dovuto isolamento rispetto agli altri pazienti e con le procedure di protezione individuale per il personale che li cura. Queste coorti sono state predisposte in Pediatria, Ginecologia, Ortopedia, Chirurgia. Se durante il ricovero poi sviluppano anche sintomatologia Covid, si esegue una valutazione ed eventualmente il paziente è trasferito in reparto Covid». Il lavoro organizzativo è continuo e costante: «Fortunatamente i ricoverati non sono cresciuti in maniera esponenziale come i contagi - premette Pezzoli -, sulle strutture c’è uno stress diverso rispetto a uno-due anni fa: si sta reggendo l’urto. Certamente però l’impegno organizzativo è importante, gli operatori si fanno carico di un lavoro molto alto». Una proporzione simile si registra anche nelle strutture dell’Asst Bergamo Est, l’azienda che dopo il «Papa Giovanni» conta il maggior numero di pazienti Covid in Bergamasca: su oltre 70 pazienti positivi, distribuiti in più ospedali (Alzano, Seriate, Lovere), circa il 25% (tra i 15 e i 20) è in realtà in cura per altra patologia e non presenta sintomatologia da coronavirus.

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