Cerca di abusare di una donna alle 10 di mattina: 17enne in manette a Seriate

L’ARRESTO. È successo a Paderno, nel tunnel che porta alla zona dell’aeroclub. La vittima era a spasso col cane: «Fortuna che avevo jeans stretti. Ho pensato a mia figlia e mi sono liberata a suon di pugni».

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«Mentre mi aggrediva ho pensato a mia figlia 15enne, ho immaginato che poteva esserci lei al mio posto. E così mi è salita l’adrenalina: ho cominciato a prenderlo a calci e pugni e alla fine sono riuscita a liberarmi e a scappare. Lui si è allontanato in direzione opposta». Così un’impiegata 36enne di Seriate racconta come è scampata a uno stupro lunedì mattina 21 ottobre nella zona della chiesa di Paderno, all’interno del sottopasso che da via Piave a Seriate porta alla zona dell’aeroclub di Orio al Serio, a circa mezzo chilometro dall’abitazione della vittima.

L’arresto

L’aggressore, un 17enne di origini senegalesi, è stato arrestato per violenza sessuale dopo essere stato rintracciato nel giro di pochi minuti dai carabinieri nei pressi della Fiera di Bergamo.

«Erano le 10, ero a spasso col cane, un cucciolo di razza beagle, ed ero al telefono con una collega – racconta la vittima –. Quel ragazzo l’avevo intravisto nei giorni precedenti quando portavo il cane al parchetto dietro casa. Mi era rimasto impresso perché, nonostante la pioggia indossava le ciabatte infradito e un gilet. Ma non avevo prestato molta attenzione, perché mi sembrava molto giovane per rappresentare un pericolo e perché io ero spesso al telefono per lavoro ed ero concentrata sulla conversazione. Col senno di poi posso dire che nei giorni precedenti sembrava che tentasse di avvicinarmi e che si allontanasse quando arrivava gente».

Lunedì mattina, la 36enne sceglie di non andare al solito parchetto e per la sua passeggiata col cane punta verso l’aeroclub, in direzione opposta. «Mi sono diretta verso i fiumi, dove ci sono le villette a schiera – ricorda l’impiegata –. Dopo la chiesa di Paderno ho notato che era lì. Sono entrata nel sottopasso e me lo sono visto dietro. Così mi sono fermata in maniera brusca. Passava gente e quindi lui non si è avvicinato. Uscita dal tunnel, mi sono fermata in un prato a parlare con alcune signore».

La scusa di accarezzare il cane

A quel punto il 17enne sembra sparito. «Così sono tornata indietro e ho ripercorso il tunnel in direzione di via Piave – ricostruisce la 36enne –. Ero al cellulare con la mia collega. Quasi alla fine del tunnel, è sbucato lui. Si è accovacciato fingendo di accarezzare il mio cane, poi d’improvviso lo ha sollevato e gettato lontano. Subito dopo mi ha spinto violentemente contro la parete del sottopassaggio e ha cominciato a toccarmi. A quel punto io ho reagito pensando a mia figlia adolescente. E ho iniziato a tempestarlo di calci e pugni. Ero piena di rabbia».

«A quel punto io ho reagito pensando a mia figlia adolescente. E ho iniziato a tempestarlo di calci e pugni. Ero piena di rabbia»

«Lui, il ragazzo – prosegue la donna – in quegli attimi non ha mai detto nulla . Cercava di sfilarmi i pantaloni, fortunatamente indossavo jeans stretti. E fortunatamente sono atletica, faccio palestra e vado a correre. Così sono riuscita a liberarmi e a scappare fuori dal tunnel. Ho chiamato subito i carabinieri».

L’intervento dei carabinieri

In alcuni minuti i militari sono giunti al sottopasso, hanno raccolto la descrizione del ragazzo e diramato le ricerche. Lo hanno rintracciato poco dopo in zona Fiera e lo hanno arrestato. La 36enne è stata accompagnata al pronto soccorso: «Mi hanno dato l’antidolorifico per la botta alla schiena rimediata nell’urto contro la parete del sottopasso, ma nessun giorno di prognosi. Del resto, le radiografie non hanno evidenziato lesioni e le uniche ferite che ho riportato sono le abrasioni alle nocche delle mani che mi sono procurata dandogli i pugni». La giovane donna si dice «arrabbiata nera, non vorrei averlo tra le mani ora, soprattutto quando penso che al mio posto poteva esserci mia figlia. Prima non mi era mai successo nulla, anche quando esco a correre la sera. La zona è tranquilla, io e mio marito abbiamo deciso di venire a viverci proprio per questo». I n paese fino a qualche tempo fa circolavano invece voci su tentativi di molestie accadute proprio nei pressi di quel tunnel. Fino a lunedì mattina però nulla di così grave.

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