
Cronaca / Hinterland
Venerdì 28 Marzo 2025
Accoltellò la moglie a Seriate: «Provocato, ho perso la ragione»
IL TENTATO OMICIDIO. Il 48enne interrogato in carcere per aver ferito la moglie fuori dal Lidl. «L’ho colpita, ma il coltello non l’avevo io. Voglio uscire per aiutare i figli».
Seriate
La moglie che aveva accoltellato fuori da un supermercato Lidl a Seriate il 6 gennaio scorso, è tuttora terrorizzata: teme che, una volta scarcerato, il marito possa ripetere il gesto. L’uomo, dal carcere di via Gleno dove è detenuto per tentato omicidio, in un interrogatorio chiesto da lui stesso, al pm Emma Vittorio ha assicurato che di lei ora non gli importa più nulla e che vorrebbe uscire di cella per tornare al lavoro e mantenere così i figli adolescenti e sostenere le spese correnti, tra cui il mutuo dell’abitazione.
Spinto dalla gelosia
Daniela è stata salvata dall’intervento di una commessa, di un militare fuori servizio e di un elettricista di Pedrengo che avevano immobilizzato l’aggressore
Era ossessionato Daniel Manda, camionista 48enne di origine romena, geloso della moglie di cui sospettava una relazione con un altro e che recentemente gli aveva comunicato di aver trovato un posto da magazziniera. L’autista si era già reso protagonista di maltrattamenti nei confronti di lei, Daniela Elena Manda, 39 anni, anch’ella di origini romene, tanto che nel novembre scorso aveva patteggiato una condanna a due anni e 4 mesi. Il giorno dell’Epifania, la sua furia si è scatenata sulla donna: nel piazzale del supermercato l’ha colpita con 14 coltellate. Daniela è stata salvata dall’intervento di una commessa, di un militare fuori servizio e di un elettricista di Pedrengo che avevano immobilizzato l’aggressore. La 39enne era finita in ospedale in prognosi riservata.

(Foto di Beppe Bedolis)
Giovedì 27 marzo Daniel Manda, assistito dall’avvocato Lorenzo Mele, non ha parlato a lungo. Ha ammesso di averla avvicinata per chiarirsi (i due ultimamente vivevano separati). L’uomo ha aggiunto che lei lo aveva provocato innervosendolo al punto che lui era precipitato in un blackout mentale. «Non ricordo nulla, nemmeno le persone che mi hanno bloccato», è il senso di quello che ha dichiarato al pm.
Ha negato i litigi
Il 48enne ha negato i litigi precedenti e con il sostituto procuratore ha voluto chiarire la questione del posto di lavoro trovato dalla moglie: «Non è che fossi contrario, ho solo avanzato dubbi su come avrebbe fatto poi a occuparsi dei nostri figli», è in sintesi ciò che ha affermato nell’interrogatorio di ieri.
Ha poi aggiunto che lui e la moglie, anche se vivevano separati, si incontravano per parlare, pure quando lui era sottoposto a misura cautelare con obbligo di braccialetto elettronico. La sera prima del tentato omicidio la donna s’era lamentata perché lui l’aveva seguita al parco. Il camionista ieri ha specificato che in quel parco si era trovato per caso e non seguendo la moglie.
Il giallo del coltello
E poi c’è il giallo del coltello usato per colpire la moglie. Pur ammettendo il gesto, Daniel Manda ha tenuto a precisare che l’arma non l’aveva con sé al momento . Dove l’ha presa, allora? Chi l’aveva prima che esplodesse la sua furia? Gli inquirenti su questo particolare si sono riservati approfondimenti.
«È un uomo molto provato - si limita a dire l’avvocato Mele -. Si è reso conto di quello che è successo e ne è molto dispiaciuto. In più, è preoccupato per i figli». La difesa valuterà ora, all’esito dell’interrogatorio, se presentare una istanza di attenuazione della misura cautelare che possa consentire al camionista, che non è stato licenziato dalla sua ditta, di tornare al lavoro e contribuire in questo modo al mantenimento dei figli.
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