Cronaca / Hinterland
Giovedì 09 Gennaio 2025
Accoltellamento a Seriate, Daniela migliora. Il marito resta in carcere: «Spiccata pericolosità»
IL CASO. La donna è stata estubata ed è in Chirurgia, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio. Secondo il gip è stato ritenuto «incapace di controllare gli impulsi».
Arriva mercoledì 8 gennaio, di prima mattina, la notizia positiva attesa da lunedì 6. Daniela Elena Manda sta leggermente meglio: i medici dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dov’è ricoverata da lunedì 6 gennaio dopo essere stata accoltellata dal marito, l’hanno estubata e trasferita dalla Terapia intensiva al reparto di Chirurgia. Considerato il quadro clinico che resta molto grave – e la prognosi riservata, sono 14 le coltellate infertele –, si tratta di un passo avanti importante e che lascia ben sperare.
Il marito davanti al gip
Quasi contemporaneamente, nel carcere di via Gleno, Daniel Manda, il marito quarantottenne romeno arrestato per il suo tentato omicidio (aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di parentela con la vittima), oltre che per stalking, è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Lucia Graziosi. Assistito da un avvocato d’ufficio dello studio di Alessandro Zonca, si è avvalso della facoltà di non rispondere; nel pomeriggio di ieri il gip ha sciolto la riserva e in 6 pagine di ordinanza ne ha convalidato l’arresto, confermando la custodia cautelare in carcere. Chi si è trovato davanti Daniel ieri lo ha descritto come tutt’altro che triste: piuttosto quasi arrogante e per nulla pentito di quanto fatto. Non ha chiesto niente di come sta la moglie ricoverata, né dei due figli, un maschio di 18 anni e una femmina di 14 (il maggiore ha dichiarato in tv: «Mio padre non è un mostro»). Sul volto e sulla testa dell’uomo si vedono ben chiari dei lividi: sono le conseguenze dei colpi subiti dalle pietre che i clienti del Lidl gli hanno tirato addosso, intervenendo per bloccare la sua brutale aggressione e cercare di aiutare la moglie. Daniela era di fatto pedinata già almeno dal giorno precedente all’aggressione, quando il marito l’aveva seguita fin sotto casa della migliore amica di lei, che avrebbe dovuto accompagnarla, l’indomani, dai carabinieri a denunciarlo.
«Carla, sei testimone – aveva detto Daniel all’amica della moglie, picchiando i pugni sulla loro auto –: io Daniela la inseguirò e la ucciderò». Motivo per cui Daniela era rimasta a casa dell’amica Carla Dolores Kerepesi. La donna vive a Seriate in una casa protetta, dopo l’allontanamento del marito dalla casa familiare con un provvedimento del marzo del 2023 scattato a seguito di una denuncia di lei. Ora l’abitazione dell’uomo è a Pedrengo, dove risiedeva con i due figli. La minorenne è adesso affidata al fratello maggiore, anche se del caso saranno interessati i servizi sociali.
Alla Lidl prima di una nuova denuncia
La mattina dopo, il lunedì dell’Epifania, l’amica aveva scritto a Daniela chiedendole se stesse bene e lei le aveva precisato che stava andando al supermercato Lidl a fare la spesa, ben consapevole che il marito la stesse ancora seguendo. «Il posto è affollato, non mi farà nulla», le aveva però scritto. Aggiungendo: «Poi andrò dai carabinieri». La sede della tenenza dell’Arma di Seriate si trova infatti a poche centinaia di metri dal supermercato. Uscita dal punto vendita, però, la donna è stata aggredita dal marito.
Il gip: «Spiccata pericolosità sociale»
Secondo il giudice Graziosi, l’esigenza cautelare è dettata dal «quadro della personalità dell’indagato, in difetto di debito autocontrollo, così da denotare una spiccata, allarmante pericolosità sociale»
Anche secondo il gip, che ha concordato con le accuse del pm Emma Vittorio, Daniel Manda ha colpito la moglie «in modo inequivoco» per «cagionare la morte della vittima, in considerazione della gravità e della pluralità delle lesioni inferte, in numero di quattordici, oltre che della ubicazione delle stesse, indirizzate al viso, al collo, al costato e alla schiena della vittima», utilizzando un coltello con una lama da 15 centimetri. Sempre il gip rileva che Daniela non è morta «solo per il coraggioso intervento di terzi, presenti in loco, e per il conseguente arrivo delle forze dell’ordine», nella fattispecie i carabinieri di Seriate che l’hanno arrestato. Secondo il giudice Graziosi, l’esigenza cautelare è dettata dal «quadro della personalità dell’indagato, in difetto di debito autocontrollo, così da denotare una spiccata, allarmante pericolosità sociale», evidenziando il rischio di reiterazione del reato (uno dei presupposti, assieme al rischio di fuga e all’inquinamento delle prove, previsti appunto per disporre la custodia in carcere). Il gip parla di «gravità indiziaria», oltre che del fatto che Manda aveva già patteggiato, lo scorso novembre, 2 anni e 4 mesi per maltrattamenti nei confronti della moglie. Sentenza per la quale è stata presentata un’istanza di ricorso in Cassazione (come è previsto per i patteggiamenti): ma l’udienza non è ancora stata fissata. I fatti che avevano portato a questo patteggiamento non contemplavano violenze fisiche come lesioni o percosse, ma solo minacce e pedinamenti. Tanto che Manda, dal 2006 di professione autotrasportatore, dal marzo del 2023 all’ottobre 2024 era stato anche sottoposto alle misure dell’allontanamento da casa e del divieto di avvicinamento alla moglie: in questo frangente gli era anche stato applicato il braccialetto elettronico.
La remissione della denuncia
A ottobre dell’anno scorso le misure di natura preventiva erano state revocate anche a seguito della remissione della denuncia del febbraio 2023 della moglie. L’iter giudiziario era però proseguito e si era arrivati, lo scorso novembre, appunto al patteggiamento. Ora Daniela voleva di nuovo denunciarlo, proprio la mattina in cui è stata quasi uccisa. Le loro ultime chat saranno oggetto di analisi da parte della Procura: la pm Vittorio ha disposto il sequestro dei cellulari di marito e moglie e anche dei due figli, oltre che l’acquisizione delle chat di Whatsapp con l’amica. Si tratta di materiale in lingua romena, che è anche la nazionalità di tutte le persone coinvolte: dunque dovranno essere tradotte.
L’uomo aveva comunque lasciato il suo cellulare a casa quando ha pedinato la moglie fino alla Lidl: altro aspetto che, per chi indaga, conferma la premeditazione
L’analisi sui cellulari
Per l’analisi delle copie forensi dei cellulari il sostituto procuratore conferirà a breve l’incarico a un proprio perito. L’uomo aveva comunque lasciato il suo cellulare a casa quando ha pedinato la moglie fino alla Lidl: altro aspetto che, per chi indaga, conferma la premeditazione.
Daniel Manda è anche accusato di lesioni per aver ferito all’orecchio con il coltello il militare dell’Esercito, fuori servizio, Nicola Rea che, assieme a Stefano Lussana e a un cliente della Lidl, lo hanno bloccato: Rea, in servizio al Terzo reggimento Aves Aquila di Orio al Serio, ha riportato una prognosi di 12 giorni, ma è già partito in missione all’estero. Secondo il gip la custodia cautelare in carcere di Daniel Manda è «da ritenersi l’unica adeguata, proporzionata e idonea ad assicurare le esigenze cautelari del caso concreto», in quanto il quarantottenne è ritenuto «incapace di controllare adeguatamente i relativi impulsi, in assenza di validi freni inibitori».
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