Welfare aziendale
Vantaggi all’impresa

Una vera e propria «rete di benessere aziendale», integrativa allo Stato sociale, che incida positivamente sui lavoratori in termini di assistenza sanitaria, pensioni, sostegno al reddito, istruzione, cultura, ambiente. Questa, in estrema sintesi, l’innovativa opportunità fornita dalla formula del «welfare aziendale», che anche nel nostro Paese, in un contesto ormai diffuso di impresa 4.0 attenta alla sostenibilità, sta assumendo sempre maggiore rilevanza.

Alla base di tali progetti di sviluppo industriale c’è la necessità d’integrare il «welfare pubblico», sempre più carente per problemi di bilancio nel riuscire a soddisfare le richieste dei cittadini, soprattutto nei campi della salute, della previdenza, dell’istruzione, del tempo libero e della conciliazione vita-lavoro.

Tra le principali iniziative messe in campo dalle aziende, particolare rilievo assumono i «servizi familiari» come gli asili nido, le colonie estive, le spese scolastiche, le prestazioni di «utilità sociale» con finalità educative, ricreative, di assistenza e sanitarie, la previdenza complementare e le casse sanitarie. Di anno in anno aumenta la consapevolezza che efficaci politiche di «welfare aziendale» si traducano positivamente anche sulla produttività e sulla competitività, perché se i dipendenti sono più soddisfatti e sereni, crescono la motivazione e l’impegno nel perseguimento tempestivo degli obiettivi assegnati. Non a caso nelle aziende aperte a queste politiche viene spesso riscontrato un abbassamento dei livelli di «assenteismo», dei tempi di rientro dai congedi facoltativi e del turnover attraverso la conciliazione dei tempi di cura e dei tempi di lavoro. Si origina così un «clima aziendale» più collaborativo e performante. I grandi gruppi industriali e bancari hanno saputo cogliere per primi le enormi opportunità offerte dal welfare aziendale, dotandosi di programmi a largo spettro per la gestione delle «premialità» e, soprattutto, per la conciliazione vita-lavoro.

Le imprese più piccole (Pmi) hanno palesato qualche ritardo nell’avvio e nella gestione di piani di welfare. Oggi, risultati confortanti emergono dal rapporto di «Welfare index 2019» che ha analizzato il livello di Welfare in 4.561 piccole e medie imprese italiane. Emerge, infatti, che nel corso degli ultimi tre anni le imprese hanno incrementato tanto l’ampiezza quanto l’intensità delle iniziative di welfare adottate rispetto a 12 aree identificate dalla ricerca. Le imprese «attive», cioè con iniziative in almeno 4 aree, nel 2016 erano il 25% e in soli tre anni sono quasi raddoppiate, raggiungendo il 46%. Ancor più soddisfacente è la crescita delle imprese «molto attive», cioè con iniziative in almeno 6 aree, che sono quasi triplicate, passando dal 7% nel 2016 al 20% nel 2019. Tra le misure di welfare aziendale più diffuse nelle Pmi vi sono: la salute e l’assistenza sanitaria, che riguarda circa la metà delle Pmi italiane (46%); la conciliazione vita-lavoro, che interessa il 60% del campione; gli interventi inerenti la formazione, attuati dal 44% delle imprese considerate.

Questi dati renderebbero estremamente felice Adriano Olivetti, illuminato precursore del ruolo sociale d’impresa, che nel dopoguerra fu a capo a Ivrea della prima fabbrica nazionale di macchine per scrivere. Proprio con Olivetti si compirono con successo i primi esperimenti di welfare aziendale. A ridosso degli stabilimenti sorsero asili nido, colonie estive, case per i dipendenti, vennero potenziati i servizi sanitari e ogni sede aziendale fu dotata di una mensa, un ambulatorio e un’infermeria.

Oggi, il welfare aziendale sta caratterizzandosi come una vera e propria risorsa sociale, in presenza di una coperta del «welfare pubblico» che si fa sempre più corta. Come sempre accade in Italia, però, c’è chi polemizza, nella fattispecie accusando le imprese di determinare con le loro iniziative di sostegno ai lavoratori il declino dello «stato sociale». Bisognerebbe, al contrario, trarre conforto dal fatto che tra un numero sempre maggiore di aziende e lo Stato si determinino forme di concreta e intelligente collaborazione per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori.

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