Vaccini, parlano
troppe persone

L’opinione pubblica è molto confusa e sarebbe strano se non lo fosse. Le notizie sulle vaccinazioni cambiano ogni giorno perché si sommano gli annunci dell’autorità centrali con le decisioni spesso contraddittorie delle autorità regionali. Ad esempio ieri i cittadini della Campania di età inferiore ai 60 anni anche se lo volevano, non potevano vaccinarsi perché il ministero della Salute proibiva i vaccini a vettori virali per quella classe di età mentre il governatore della Campania proibiva il mix di vaccini e non voleva l’impiego dei vaccini Rna.

Chi avesse fatto la prima dose con il vaccino Astra Zeneca non poteva fare la seconda dose con Pfizer o Moderna.Simili situazioni si sono verificate anche in altre Regioni. Purtroppo ciò non aiuta la fiducia della popolazione. Sarebbe stato necessario fin dall’inizio della pandemia avere una centralizzazione delle decisioni e non suggerimenti o raccomandazioni più o meno «forti» che lasciano spazio a decisioni regionali. Ci dovrebbe essere una persona che parla a nome del Governo o del ministero della Salute e che ogni giorno informa i cittadini sulle decisioni prese, confuta le opinioni erronee e soprattutto non si stanca di spiegare e di giustificare le ragioni che stanno alla base delle decisioni. Quando si conosce poco su questa patologia bisogna avere l’umiltà di spiegare che si naviga a vista e che quindi si può anche cambiare parere. Tuttavia si deve ammettere che nel caso del vaccino Astra Zeneca se ne sono dette troppe da parte dell’azienda ma anche da parte dei Governi dei vari Paesi europei, anche se l’Ema, l’autorità europea per il farmaco insiste a dire che non ci sono limitazioni d’età nell’impiego di Astra Zeneca La confusione regnante rischia di rallentare la campagna vaccinale perché molti preferiscono dilazionare la vaccinazione o addirittura rinunciare. Cosa si può dire tenendo conto del poco che sappiamo?

Anzitutto è urgente completare la vaccinazione di coloro che hanno più di 60 anni. Ne mancano un po’ più di 3 milioni. Sono i cittadini che in caso di contagio sono i più a rischio , rispetto ad altre classi d’età per gravità del Covid-19 e perciò per ospedalizzazione e mortalità. In secondo luogo occorre vaccinare prioritariamente tutti coloro che hanno fattori di rischio per malattie in corso o per disabilità indipendentemente dalla classe d’età . La vaccinazione dovrebbe continuare per decennio d’età a scendere. I giovani dovrebbero essere gli ultimi vaccinati perché hanno un decorso poco sintomatico e vi sono ancora relativamente pochi dati sugli effetti collaterali dei vari vaccini. L’osservazione di miositi cardiache su base infiammatoria riportate nei giovani sembra essere di breve durata e reversibili.D’altra parte la possibilità che i giovani possano infettare gli anziani è relativamente minore considerando che i contagi sono attualmente relativamente bassi e che è prioritario vaccinare rapidamente gli over 60.

Coloro che hanno fatto la prima vaccinazione dovrebbero, se sono al di sopra dei 60 anni, fare il vaccino con cui hanno già ottenuto la prima dose ammesso che ci siano vaccini a sufficienza. Andrebbero evitati tempi troppo lunghi fra prima e seconda dose perché con la variante Delta (indiana) si è relativamente meno protetti con una sola dose di Astra Zeneca.

Più difficile è discutere sul cosiddetto mix di vaccini che viene proposto per coloro che avendo meno di 60 anni hanno avuto la prima dose con AstraZeneca perché chi ha avuto la prima dose con altri vaccini (Pfizer e Moderna) può fare la seconda con gli stessi. Bisogna dire che per il mix abbiamo esperienze precedenti con altri tipi di vaccini.

Abbiamo esperienze sul campo in Germania e Inghilterra e anche uno studio condotto in Spagna solo su poche centinaia di volontari.Le risposte immunitarie sono state buone, ma gli effetti collaterali saranno valutabili solo quando avremo almeno centinaia di migliaia di persone che avranno fatto il mix di vaccini. D’altra parte cosa possiamo aspettare ? Non avremo dati nei tempi necessari per arrivare alla cosiddetta immunità di gregge. Quindi bisogna continuare a vaccinare sostenendo che i benefici dell’evitare un contagio da parte del virus o di una sua variante sono certamente superiori ai possibili effetti collaterali.

Infine un’ultima considerazione. Se vogliamo uscire da questa pandemia dobbiamo vaccinare tutto il mondo. Abbiamo bisogno di circa 8 miliardi di dosi che dobbiamo produrre a tutti i costi per evitare che il virus circolante nei Paesi a basso reddito ritorni da noi con varianti insensibili agli attuali vaccini.

Accordi benevoli o licenze obbligatorie con le multinazionali sono necessari ed urgenti perché altrimenti continueremo a vivere con la paura.Le multinazionali dovrebbero mettere a disposizione i loro brevetti per dovere di solidarietà. Ne avrebbero un grande beneficio di immagine.

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