L'Editoriale
Venerdì 11 Settembre 2020
Trump, bomba
o sparata elettorale?
Donald Trump si confida a Bob Woodward, il giornalista che con Carl Bernstein smascherò il Watergate, per raccontare che gli Usa, grazie a lui ovviamente, ora dispongono «di un’arma che nessuno ha mai avuto in questo Paese. Qualcosa che non si è mai visto o sentito. Qualcosa di cui Putin e Xi non hanno mai saputo… Quello che abbiamo è incredibile». E ora il mondo si interroga: è un annuncio da campagna elettorale, quando tutto fa brodo pur di conquistare qualche voto, o una notizia vera, una di quelle che fanno fibrillare le capitali e ci fanno dormire tutti ancor meno tranquilli?
Woodward, che di solito ha ottime fonti, sostiene di aver fatto alcune verifiche, trovando conferme. Noi che possiamo dire? Bufala o minaccia? Con ogni probabilità, un po’ dell’una e un po’ dell’altra. A Trump non dispiace far leva sul nucleare. Appena arrivato alla Casa Bianca, ancora nel 2016, disse che «… gli Usa devono decisamente rafforzare ed espandere la loro capacità nucleare, fino al momento in cui il mondo metterà ragione».
Negli anni, poi, ha disdetto uno dopo l’altro tutti i trattati che regolavano la sicurezza atomica, in modo da tenersi libere le mani. L’unico ancora in vigore è il New Start, che regola il numero delle testate e dei missili balistici intercontinentali. Il New Start scade nel prossimo febbraio e sono molti a prevedere che farà la fine degli altri.
Non solo. Nel maggio scorso si sono diffuse notizie sulla disponibilità dell’amministrazione Trump a far svolgere nuovi test nucleari, che per gli Usa sarebbero stati i primi dal 1992. La motivazione era sempre quella: i russi e i cinesi si comportano male, loro sì che hanno fatto test nucleari (notizia mai confermata da alcuna fonte indipendente) e noi non possiamo farci cogliere impreparati.
Non stupirebbe, quindi, se Trump, il Presidente che quattro anni fa voleva far di nuovo grande l’America e ora promette di farla restare grande, avesse lavorato per ottenere il simbolo più evidente della potenza e dell’inattaccabilità. La bomba delle bombe, appunto. Che cosa potrebbe essere? Alcuni esperti americani pensano a una testata che potrebbe essere alloggiata sui sommergibili Trident, che nella generale rivalutazione delle marine militari sono diventati uno degli strumenti decisivi in tutti gli scenari di guerra contemporanei. Altri pensano a un ordigno che potrebbe essere sganciato dai bombardieri invisibili Stealth. E qui bisognerebbe ricordare le numerose invettive che, nel corso del tempo, Trump ha diffuso per deplorare lo stato, a suo avviso pericolante, dell’aviazione militare Usa.
Certo, c’è chi fa notare che difficilmente un progetto così importante e clamoroso sarebbe rimasto segreto fino a oggi, considerato lo stillicidio di rivelazioni vere e presunte che hanno costellato la presidenza Trump. Ma il dubbio resta. E se fosse vero? È fuori di dubbio che il tabù nucleare, almeno a livello dialettico, negli ultimi anni si è molto indebolito. Trump ha più volte minacciato azioni di distruzione massiccia o totale (contro la Corea del Nord o l’Iran, per esempio), ricambiato da Vladimir Putin che ha vantato nuove testate nucleari, missili invisibili, droni inattaccabili e così via. Per non parlare dei cinesi che raccontano di super-armi capaci di distruggere le portaerei. Possiamo solo sperare che si tratti di parole. In alternativa, che non si debba mai passare ai fatti.
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