L'Editoriale
Lunedì 23 Dicembre 2024
Terrorismo, la Germania tra silenzi e fragilità
MONDO. L’attentato di Magdeburgo ottiene un risultato: la destra estrema viene rilegittimata. I giornali riportano di una signora anziana che grida davanti alle candele e ai fiori per i 5 morti e 200 feriti del mercatino di Natale: è tutta colpa degli stranieri.
Tino Chrupalla, presidente di AfD, è andato sul luogo dell’attentato per rendere omaggio alle vittime. Non ha detto una parola. Non ve n’era bisogno. I fatti parlano da soli e tutti a favore delle tesi politiche del suo partito. La candidata di AfD alla cancelleria Alice Weidel ha invece chiesto un dibattito in Parlamento. Una cassa di risonanza mediatica formidabile per chi è in piena campagna elettorale. Tutto questo influenza anche gli altri partiti che contendono voti ad Alternative für Deutschland. Le prime parole del candidato cristiano democratico alla cancelleria, Friedrich Merz: «Dobbiamo fermare tutto ciò». Per il futuro cancelliere, secondo i sondaggi, vuol dire rovesciare la politica dell’accoglienza.
Questo attentato prova ancora una volta l’incapacità di mettere in sicurezza i luoghi pubblici in queste giornate natalizie. Lasciare un varco aperto per far passare in caso di necessità i mezzi di soccorso, si è rivelato una trappola. Prima ancora che un mezzo di trasporto, l’automobile è un’arma
Quella che aveva inaugurato Angela Merkel nel 2015 con l’apertura delle frontiere ad un milione circa di rifugiati siriani. Un atto di magnanimità per il quale la Germania non era preparata e che ha portato a livello istituzionale a sottovalutare il problema. Prova ne dà ancora una volta l’incapacità di mettere in sicurezza i luoghi pubblici in queste giornate natalizie. Lasciare un varco aperto per far passare in caso di necessità i mezzi di soccorso, si è rivelato una trappola. Prima ancora che un mezzo di trasporto, l’automobile è un’arma. Dipende dalle circostanze e dalla persona che guida ma è un dato di fatto in tempi di terrorismo. E la polizia e le forze dell’ordine dovrebbero saperlo.
Il risentimento dello straniero
Negli ultimi anni le organizzazioni terroristiche giocano su attentati di singoli individui, persone anche formalmente integrate che covano risentimenti profondi verso la società che li ospita. Ed è di certo il caso di questo medico cinquantenne di origini arabo-saudite, che si dice essere psichiatra, e la cui formazione accademica è all’attenzione degli inquirenti. Ora basta essere stati a Bernburg, cittadina nel profondo Est della Germania, per capire che se si è isolati come pare lo fosse Taleb Abdulmohsem , non è certo il posto migliore per potersi riconciliare con la vita. Nella Seconda guerra mondiale un’ala dell’ospedale psichiatrico fu utilizzata per dar corso al programma nazista di eutanasia denominato T-4 . Dal 1940 al 1943 furono uccisi col gas 14mila malati di mente. Come dice l’avveduto ministro degli Interni del Land Nordreno-Vestfalia, Herbert Reul: non possiamo calcolare tutto , attentati individuali non sono prevedibili. Compito della politica è fare in modo di ridurre al minimo i danni.
L’attentatore di Magdeburgo era stato segnalato dai servizi sauditi per ben quattro volte senza che vi fosse un seguito da parte delle autorità tedesche
Le indagini e i controlli
Troppe volte notizie di impatto investigativo sono arrivate da servizi segreti stranieri. Riguardavano possibili attentatori che erano sfuggiti ai controlli di polizia e di informazione interni. Lo stesso attentatore di Magdeburgo era stato segnalato dai servizi sauditi per ben quattro volte senza che vi fosse un seguito da parte delle autorità tedesche. In questo caso il motivo è politico: nel 2018 nel consolato saudita di Istanbul è stato ucciso e fatto a pezzi il dissidente Jamal Khashoggi e da allora con Riad si fanno solo affari. Niente collaborazioni. Che è come spararsi sui piedi quando si parla di servizi segreti. Un mondo che vive di informazioni a volte false ma anche sensibili. Occorre l’occhio esperto in grado di distinguere. Le direttive del politicamente corretto vengono interpretate in modo pedissequo e non nel modo pragmatico che la lotta al terrorismo richiede. Sarà un caso ma finora l’Italia è stata risparmiata da atti significativi del terrorismo internazionale. E certamente un ruolo l’ha giocato anche l’opera di prevenzione dei servizi italiani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA