
L'Editoriale / Bergamo Città
Martedì 15 Gennaio 2019
Tav o no Tav
Governo al bivio
È inevitabile che una questione fondamentale dello sviluppo del Nord e del Paese come la Tav Torino-Lione, sia finita in una disputa politica in cui ciascun partito cerca di salvaguardare i propri consensi elettorali. Le elezioni europee di maggio ormai sono dietro l’angolo e tutti cercano di arrivarci nel migliore dei modi possibili, considerando anche che per quella competizione si corra con il sistema proporzionale. Questo discorso vale per i partiti di maggioranza che si giocano il primo posto ma anche quelli di opposizione che cercano di lucrare il più possibile sulle contraddizioni che stanno esplodendo nel governo. Da questa banale constatazione deriva che la decisione che verrà presa dipenderà, più che da una obiettiva valutazione dei fatti, da quale interesse elettorale sarà risultato prevalente.
Bergamo
Il rapporto della commissione insediata dal ministro grillino Toninelli poco rileva: si sapeva sin dall’inizio – vista la scelta dei nomi dei commissari – che il parere finale sarebbe stato negativo e infatti, anche se è ancora ufficioso, tutti sanno che è andata come era stato programmato che andasse. E il motivo è noto: Toninelli, come Di Maio, come Fico, come Grillo sono da sempre contro la Tav più ancora delle altre grandi opere: è un simbolo ormai. Se su altre questioni hanno dovuto rassegnarsi (vedi il Tap pugliese e, in parte, le trivellazioni nello Jonio), sulla Tav non possono: «La prima assemblea nazionale dei MeetUp si tenne a Torino proprio per collegarsi al movimento No-Tav», ricorda il presidente della Camera Fico in una rivendicazione orgogliosa delle origini pentastellate, come ha fatto qualche giorno fa Beppe Grillo sul «Blog delle Stelle».
Questa posizione tuttavia non è unanime nel Movimento, soprattutto in Piemonte e a Torino dove ci si divide tra falchi e colombe (tra le quali c’è la sindaca Appendino, da settimane semi-silenziosa). Il problema per i grillini al potere sul Po è stato quello di vedersi per due volte piazza San Carlo gremita da manifestanti Sì-Tav: decine di migliaia di persone decise a difendere la prospettiva di sviluppo del Nord Ovest. Tra queste, c’erano non solo gli esponenti dell’opposizione ma anche gli alleati leghisti pressati da un elettorato settentrionale che vuole le grandi opere e le pretende dal partito di centrodestra che ha più votato. Salvini lo ha detto più volte: lui è per continuare il cantiere già aperto. Solo che si prospetta uno scontro pre-elettorale da cui potrebbe uscire con le ossa rotte lo stesso governo. Ecco perché Salvini si dice favorevole al referendum: siccome si sa che i piemontesi e i settentrionali sono in maggioranza per il sì, è l’unico modo per far passare l’opera «costringendo» i grillini. Sul referendum Di Maio è stato ambiguo, non ha preso una posizione univoca: sa che se il M5S perdesse una simile battaglia sarebbe devastante.
Così a tratti si affaccia l’ipotesi di un compromesso: spendere qualche miliardo in meno, non fare qualche stazione, cose così, con poco senso. Ieri sera a Bruxelles Di Maio però faceva la faccia dell’arme: «Se la commissione ci dice che l’opera non sta in piedi, non si fa». Lui stesso sa che così è troppo semplice. Ecco allora che per la prima volta l’opposizione fa una mossa parlamentare che può mettere in difficoltà il governo e soprattutto la Lega: presenta (il Pd) una mozione in cui si chiede al governo di riprendere là dove ci si era fermati, e cioè la costruzione del tunnel. Che farà Salvini? «Lasciamo perdere il referendum, la Lega ci dica se accetta o no il ricatto dei grillini», dicevano con parole simili gli esponenti di Forza Italia. Ecco dunque il punto a cui siamo arrivati: non è ancora chiaro chi rimarrà col cerino in mano.
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Riccardo Bianchi
6 anni, 4 mesi
Da Valigia blu: "L’Osservatorio Torino – Lione spiega che finora sono stati realizzati “studi di fattibilità, scavi geognostici, valutazioni di impatto ambientale e azioni progettuali. Questi lavori, scrive Telt, in base a dati aggiornati a un anno dopo, cioè al 31 ottobre 2018, costituiscono il 15% delle gallerie previste per l’opera". Sempre l’Osservatorio Torino Lione specifica che “ultimata la prima funzione geognostica le discenderie costituiranno parte integrante del tunnel di base in quanto essenziali alla sua ventilazione, a interventi di manutenzione e come uscite di sicurezza”. Tra le opere elencate sia dall’Osservatorio che da Telt, che sono state ad oggi realizzate, non compare quindi il “tunnel di base del Moncenisio”. Neppure un metro del tunnel di base è già scavato.
Damiano Valoti
6 anni, 4 mesi
Purtroppo di cattedrali nel deserto, di opere pubbliche incompiute o lasciate al degrado, di sprechi pubblici dissennati, l'Italia ne è piena. Forse è per questo che bisognerebbe avere un po' di prudenza nello spendere i soldi dei cittadini. Si può fare tutto, anche il ponte sullo stretto di Messina, basta che poi si dimostri che grazie a quello è veramente cambiata l'economia di quell'area. Non so se l'asse Torino-Lione possa veramente rilanciare l'economia italiana: si faccia pure la tav, vedremo a posteriori! Tanto, spreco pubblico più, spreco pubblico meno, pagano sempre gli stessi, cioè NON quelli che invocano e decidono queste opere!
FRANCESCO DUINA
6 anni, 4 mesi
Sono d'accordo, per me i soldi sprecati sono quelli che tolgono dalle tasche dei pensionati da 1520 € lordi per pagare parlamentari che ne guadagnano 15.000 di € al mese, e che lavorano se tutto va bene due giorni alla settimana; soldi sprecati sono quelli spesi per tenere in piedi Regioni che sono la metà della provincia di Bergamo, ma la lista è tanto lunga che .....
Roberto Vaccarini
6 anni, 4 mesi
"Da questa banale constatazione deriva che la decisione che verrà presa dipenderà, più che da una obiettiva valutazione dei fatti, da quale interesse elettorale sarà risultato prevalente." Questa frase esemplifica perfettamente la ragione per la quale l'Italia, indipendentemente da chi la governa, è destinata a non diventare mai una grande nazione. Finché la politica è interessata esclusivamente al proprio tornaconto elettorale la nazione rimarrà inchiodata nell'immobilismo ed i micro movimenti, come i vari "no tutto" avranno sempre la meglio rispetto alle necessità del Paese.
Enrico Menotti
6 anni, 4 mesi
Penso andrà a finire che in qualche modo la TAV verrà completata, tra qualche giustificazione del caso e purtroppo ulteriore perdita di tempo. Però sig. Ferrari non è che si faccia Tav o meno solo per interesse elettorale: ci saranno pure buoni motivi per dire sì ...o no, e un'opinione credo l'abbia pure lei.
FRANCESCO DUINA
6 anni, 4 mesi
Il motivo per il NO è stato ben specificato dal vicepremier Di Maio, affermando che ormai con le stampanti 3D non c'è più bisogno di trasportare le merci, perchè ognuno se le può fare in casa. A Lione appena hanno appreso questa notizia, c'è stato un corri- corri ad acquistare stampanti 3D ed hanno cominciato a produrre in casa forme da trenta chili di Parmigiano-Reggiano. (alla faccia della TAV)
silvana messori
6 anni, 4 mesi
sì! tanto per fare una risata, sig. Duina, anche se da ridere non c'è proprio niente, i sigg. di Lione però si sono trovati in casa delle "vacche" di cartone con le "tette" colorate per carnevale!
FRANCESCO DUINA
6 anni, 4 mesi
Mi chiedo come mai il tanto beatificato "sorteggio" non sia stato applicato dal ministro Toninelli nel comporre la commissione per l'analisi benefici costi della TAV. L'a.b.c. di regola si svolge in fase di implementazione del progetto, mentre nel caso in questione viene fatta addirittura a lavori iniziati, senza contare che in precedenza ne sono state fatte ben 7 (sette) tutte con parere favorevole! Comunque, visto che già sappiamo cosa dirà la commissione, la via d'uscita per il M5S, non mi sembra tanto semplice. Infatti gli accordi fra Italia e Francia sul l'esecuzione dell'opera sono stati ratificati dai rispettivi Parlamenti nel mese di aprile 2017, pertanto decisioni diverse da quelle già stabilite dovranno per forza di cose passare di nuovo alla votazione delle Camere, con tutti i rischi che qualcuno si faccia davvero male, ma anche con la prospettiva di grosse incognite per l'attuale governo.
Andrea Manzoni
6 anni, 4 mesi
La soluzione è semplice, si chieda direttamente al popolo di esprimersi con un referendum, spiegando le ragioni delle parti e invitandolo a scegliere se proseguire i lavori e ultimare l'opera oppure chiuderla, con tutte le conseguenze.
FRANCESCO DUINA
6 anni, 4 mesi
@Andrea Manzoni: sono dell'idea che i referendum non si fanno ad opera iniziata, semmai, e ammesso che sia un tema di referendum, si fanno prima.
Andrea Manzoni
6 anni, 4 mesi
Sig. Duina, in effetti l’istituto del referendum di solito è abrogativo di norme esistenti, e abbiamo un precedente storico fondamentale, che quello del nucleare che blocco centrali esistenti o in costruzione. Forse è il modo più civile e sensato per risolvere una diatriba più ideologica che economica, facendo piazza pulita della demagogia sul popolo e sulla democrazia diretta.
Riccardo Bianchi
6 anni, 4 mesi
Allo stato attuale, un referendum può essere solo consultivo, poi spetterebbe comunque alla politica la decisione concreta di come declinarne i risultati, sulla base di partecipazione e rapporto tra i voti espressi. Poi, un eventuale referendum consultivo, che confini dovrebbe avere? Si è parlato di Piemonte, o di Italia del nord, ma stiamo parlando di un'opera transnazionale, pagata con i soldi di tutti, quindi a me pare ovvio che anche l'eventuale referendum dovrebbe riguardare l'intero paese. Su queste basi, visto che l'opera è si e no al 15%, perché no? P.S. Anche le precedenti commissioni erano nominate dai governi in carica, se si mette in dubbio l'operato di questa con queste motivazioni, si mettono in dubbio anche tutte le altre. P.P.S. Più che di interessi elettorali, certo presenti, si tratta di interessi economici, occorre valutare puntualmente aspetti positivi e negativi, previsioni di traffico, e ogni aspetto relativo all'opera, x decidere se si tratti di interessi di pochi o di molti, e se i danni ambientali siano irreversibili o compensati da eventuali aspetti positivi.