Sottrarre al populismo la gestione dei migranti

EUROPA. Il caso Almasri, il generale libico sospettato di crimini orrendi a danno dei migranti presenti sul suo territorio, è esploso ormai da una ventina di giorni e non accenna a spegnersi.

Dal fronte della maggioranza si difendono le ragioni del realismo politico che hanno consigliato di riportare in Libia l’imbarazzante ospite. Dal fronte delle opposizioni si sostengono le ragioni della morale che avrebbero imposto la consegna del ricercato alla Corte di giustizia dell’Aja. Una questione, quella del realismo opposto alla morale, che risale alla notte dei tempi e che certo non risolveremo noi.

Lo scontro innestatosi ha ritracciato la linea di divisione che da sempre divide nel nostro Paese destra e sinistra sul tema dell’immigrazione. Siamo ormai praticamente i soli in Europa ad aver elevato la sfida del respingimento dei migranti clandestini e, in second’ordine, della loro accoglienza e integrazione a frattura principale del sistema politico. Nelle altre democrazie c’è ormai condivisione sulla centralità del problema clandestini. Il discrimine tra destra e sinistra non si pone più da loro tra favorevoli e contrari al respingimento, ma sui suoi modi e tempi.

Siamo ormai praticamente i soli in Europa ad aver elevato la sfida del respingimento dei migranti clandestini e, in second’ordine, della loro accoglienza e integrazione a frattura principale del sistema politico. Nelle altre democrazie c’è ormai condivisione sulla centralità del problema clandestini

Le immagini dalla Gran Bretagna

Deve aver fatto una certa impressione vedere il premier britannico, il laburista Starmer, replicare la politica del destro Trump sul tema degli immigrati. Abbiamo visto l’accogliente, la multirazziale, la multiculturale Inghilterra diffondere nell’etere la scena incresciosa di clandestini che, in fila indiana e sotto la scorta della polizia, sono stati fatti salire su un aereo per essere rimpatriati. Già il fatto in sé è doloroso, ma è risultato ancor più sconcertante averlo visto sbattere in faccia al mondo intero perché si sapesse cosa deve aspettarsi il migrante intenzionato ad attraversare la Manica.

È il caso limite di quel che avviene in tutta Europa. Destra o sinistra non fa differenza: quando vanno al governo non fanno politiche differenti. Adottano entrambe comportamenti sempre più severi nei confronti dell’immigrazione clandestina. Lo ha fatto Scholz, per il timore di esser scavalcato nelle imminenti elezioni dai destrissimi di Alternative für Deutschland. Lo sta facendo il premier spagnolo, il socialista Sanchez, intenzionato a stipulare accordi con alcuni Paesi dell’Africa, alla stregua di quelli stretti da Meloni con la Tunisia del torturatore Almasri e (prima di lei, dal democratico Minniti). Lo stanno facendo governi del Nord come del Sud Europa, senza differenze di colore politico. Non c’è scampo: o respingi o l’elettorato ti punisce. Che dire poi della «terza via» del tipo «aiutarli a casa loro» sul modello meloniano del Piano Mattei, per frenare l’emigrazione? Campa cavallo, qui i tempi si dilatano oltre misura. Per avere risultati ci vorrebbero anni.

Destra o sinistra non fa differenza: quando vanno al governo non fanno politiche differenti. Adottano entrambe comportamenti sempre più severi nei confronti dell’immigrazione clandestina

La situazione in Europa sui migranti

Piaccia o meno, nell’Occidente sviluppato si è consumata una rottura tra i perdenti e i vincenti della globalizzazione. I «dimenticati» dalle classi dirigenti non sono disposti ad accettare un’accoglienza indiscriminata degli immigrati. Non sentono né ragioni umanitarie (la solidarietà con i poveri del Terzo mondo) né ragioni economiche (serve nuova forza lavoro). La destra (non populista) e la sinistra (di governo) dovrebbero prendere coscienza che o trovano una diversa ricetta - umanitaria fin che si può, efficace fin che si deve - che avvii a soluzione il problema dell’immigrazione clandestina o il fiume, già tracimante, del populismo di destra (ma anche di sinistra, come s’è visto in Germania con i rosso-bruni di Sahra Wagenknecht), esonderà. Continuare ad animare semplicemente lo scontro politico tra destra e sinistra equivale a far incancrenire il problema e consegnarsi alla politica dei respingimenti alla Trump.

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