L'Editoriale
Venerdì 04 Ottobre 2024
Sempre più connessi ma anche più fragili
ITALIA. Siamo un mondo sempre più connesso, materialmente e virtualmente, e ce ne accorgiamo soprattutto quando qualcosa non funziona e manda in tilt il nostro sistema e soprattutto le nostre certezze.
Il panico che assale i più di fronte a un qualsivoglia down di un sistema informatico, dai più complessi al semplice WhatsApp, rivela l’altra faccia di un sistema di relazioni sempre più articolato e ricco ma ugualmente fragile. Il discorso può essere fatto pari pari per i trasporti, dove basta un inconveniente qualsiasi per lasciare a terra migliaia di persone e di fatto tagliare in due un Paese. In fin dei conti è il più classico degli «effetti farfalla», un fatto apparentemente poco significativo nelle condizioni iniziali produce delle variazioni sempre più grandi e crescenti. Può lo scoppio casuale di 4 gomme di un aereo lasciare a terra quasi 25mila persone a Orio e in mezza Europa? Sì, basta in questo mondo fatto di relazioni sempre più frequenti e continue. E un chiodo (ammesso sia davvero quella la spiegazione...) piantato male bloccare il nodo ferroviario di Roma e quindi il Paese intero? Purtroppo può bastare: non è una considerazione assolutoria, ma un semplice dato di fatto. È successo, quindi può ancora succedere, semmai bisogna lavorare perché non capiti più, questo è pacifico. Ma la domanda è un’altra: il sistema è così fragile che basta un evento del genere per fermare tutto?
Con molta probabilità le ragioni sono decisamente più complesse e lo conferma anche il numero abbastanza frequente di inconvenienti che si verificano sul nodo ferroviario romano. Basta lavorare d’archivio e si troveranno senza grossa fatica situazioni analoghe
Con molta probabilità le ragioni sono decisamente più complesse e lo conferma anche il numero abbastanza frequente di inconvenienti che si verificano sul nodo ferroviario romano. Basta lavorare d’archivio e si troveranno senza grossa fatica situazioni analoghe. E analogamente si può dire per la rete lombarda dove gli inconvenienti sono quasi all’ordine del giorno. C’è quindi un problema a tratti atavico d’infrastrutture, di ammodernamento e di manutenzione, condizioni necessarie per un servizio all’altezza e anche (o soprattutto) per evitare situazioni come quella di Roma. Di campanelli d’allarme ce ne sono stati e parecchi, continuare a ignorarli, quello sì, è poco responsabile.
I rischi di inconvenienti e le risposte
Nei giorni scorsi la Regione ha annunciato la convocazione di un tavolo «per fare il punto sulla situazione dei trasporti su ferro in Lombardia». Nobile intento, per carità, ma sa tanto di déjà-vu perché negli ultimi 10-15 anni ci sono stati più tavoli su questo tema che in un mobilificio. Senza polemica forse sarebbe semmai il caso di prendere atto che se in una società moderna e iperconnessa ci si muove sempre di più aumentano di pari passo anche i rischi di inconvenienti e che quindi le risposte devono essere sempre più adatte, articolate e dove possibile immediate.
Senza polemica forse sarebbe semmai il caso di prendere atto che se in una società moderna e iperconnessa ci si muove sempre di più aumentano di pari passo anche i rischi di inconvenienti e che quindi le risposte devono essere sempre più adatte, articolate e dove possibile immediate.
Magari non solo politiche perché di solito questo approccio non va oltre l’obiettivo del controllo di questa o quella società e lo conferma l’esperienza non proprio felicissima di Trenord: un perfetto equilibrio tra Regione e Stato (a proposito, che fine ha fatto il progetto di Palazzo Lombardia di conquistarne la maggioranza?) dove alla fine è difficile capire chi decida. Ecco, continuare a trattare questi temi, fondamentali per l’economia e prima ancora per la vita quotidiana di migliaia di persone, senza una visione più ampia capace di andare al di là delle polemiche e della ricerca del colpevole di questa o quella situazione, è come quel gioco dove alla fine ci si ritrova sempre alla casella di partenza. E allora sì che basta un chiodo per fermare tutto per l’ennesima volta.
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