Se la droga è lecita
per essere creativi

I Tribunali italiani emettono talvolta sentenze bizzarre, che richiederebbero almeno il parere di specialisti. L’ultimo caso si è verificato a Torino in settimana. A processo per direttissima c’era il rapper Sofian Naich, in arte «Kaprio», fermato il 6 marzo scorso per aver partecipato il 26 ottobre all’assalto e alla devastazione delle vetrine dei negozi di lusso nel centro torinese, una guerriglia urbana lanciata contro «i ricchi» che fece discutere. Alla notifica del fermo, perquisendo la casa del cantante, la Squadra mobile trovò 2.005 dosi medie singole di hashish e 678 di marijuana, 134 volte la quantità massima consentita per uso personale. Kaprio durante il processo aveva sostenuto che la droga fosse solo per uso personale e occasionalmente per altri conoscenti, artisti ai quali veniva ceduta gratuitamente.

La grande quantità «costituiva la scorta prima che con l’imminente lockdown diventasse più difficile procurarsela». Nelle motivazioni della sentenza (pena a 10 mesi di reclusione, doppi benefici di legge, sospensione condizionale, non menzione della condanna e soprattutto immediata liberazione, per l’incensuratezza, la giovane età del rapper e il buon comportamento processuale) il giudice scrive tra le attenuanti: «È noto come in certi contesti e ambienti artistici vi sia un uso piuttosto disinvolto delle sostanze stupefacenti, soprattutto quelle leggere ritenute idonee a favorire la creatività artistica». Per paradosso, si potrebbe allora legalizzare il doping perché implementa le prestazioni fisiche degli sportivi.

La cultura dominante in Italia si è ormai rassegnata al consumo diffuso di droghe, non conoscendone gli effetti gravi ma non visibili. La storia ci ha regalato molti scrittori, pittori e cantanti dal grande genio creativo che non facevano uso di stupefacenti e chi invece vi ha fatto ricorso è diventato famoso nonostante le sostanze anche pesanti. La creatività dirompente è una dote naturale, quella che si esprime su una scala minore è il frutto invece di un continuo allenamento che richiede applicazione e tenacia per portare a risultati soddisfacenti. Una persona creativa denota caratteristiche quali sensibilità, flessibilità e originalità. Ma anche capacità di produrre idee, di sintesi, di analisi, di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze, oltre ad ampiezza di valutazioni. Posizioni che richiedono lucidità, non certo favorita dal ricorso a stupefacenti cosiddetti «leggeri». Anzi, diversi studi scientifici convergono ormai sulla loro pericolosità. In Italia il 20% delle persone tra i 15 e i 34 anni fa uso di cannabis (secondo l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze) e la marijuana resta la sostanza più consumata. Il ricorso a queste sostanze porta alla compromissione delle strutture cerebrali con gravi implicazioni delle facoltà cognitive, del ragionamento, dell’apprendimento e della gratificazione della persona, con conseguenti effetti sull’adattamento sociale. Uno studio dell’«Harvard medical school» ha confermato che il ricorso alla cannabis, anche solo una volta a settimana, provoca l’alterazione di alcune aree cerebrali.

L’utilizzo della risonanza magnetica ha permesso di confrontare il cervello di ragazzi tra i 18 e i 25 anni che facevano uso di marijuana almeno una volta alla settimana con quello di chi non fumava. Il cervello del primo gruppo, anche occasionalmente, presentava alterazioni in zone cerebrali collegate all’emotività e alla dipendenza in misura direttamente proporzionale al grado di consumo della droga.

Hashish e marijuana hanno effetti - a volte di tipo permanente - sul sistema dei recettori per il controllo delle emozioni e dell’ansia. Per queste ragioni la cannabis, al pari di altre sostanze psicotrope come la cocaina e i derivati amfetaminici, gli allucinogeni ma anche l’alcol, può condizionare lo sviluppo psico-emozionale con distorsione della personalità, in alcuni casi irreversibile, cioè senza remissione una volta sospeso l’utilizzo. E le chiamano droghe leggere. Sostegno alla creatività.

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