Se la Cina che rallenta crea milizie aziendali

MONDO. Il Financial Times di recente si è soffermato sul fenomeno delle milizie aziendali cinesi, evidenziando come lo scorso anno almeno sedici grandi società abbiano creato milizie aziendali.

Queste milizie sono composte da dipendenti di aziende che mantengono ciascuno il proprio lavoro, la cui missione è principalmente quella di rendersi disponibili per intervenire in caso di disastri naturali o di pericoli per l’ordine sociale. Tali milizie operano prevalentemente all’interno del Paese ma, in caso di necessità, possono anche essere chiamate a operare come forza di riserva e ausiliaria al fianco dell’esercito, oggi il più grande al mondo con oltre 200 milioni di militari. Secondo il Times, il loro sviluppo evidenzia le preoccupazioni del presidente cinese Xi Jinping derivanti da un possibile conflitto con Taiwan e, soprattutto, dai sempre più frequenti disordini sociali nel Paese a causa del rallentamento dell’economia.

Contrariamente a quanto richiesto per i Paesi occidentali, per la tenuta sociale nel vasto territorio cinese è necessario che l’economia cresca a due cifre, come avvenuto sino ai primi dieci anni di questo secolo. Da allora, la crescita si è rivelata sempre più contenuta, raggiungendo il suo punto più alto (+5,2%) solo nel 2023. Tale risultato, però, non sembra possa essere superato nei prossimi anni per varie ragioni. I notevoli investimenti previsti con la realizzazione della «Via della Seta» sono frenati dal nuovo scenario mondiale che si è determinato dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e il tragico conflitto israelo-palestinese. Persistono, inoltre, gravi crisi in alcuni importanti settori dell’economia cinese, come quello immobiliare che ha registrato un vero e proprio crollo. La Cina è anche chiamata ad affrontare altre sfide come quella della disoccupazione giovanile, della diminuzione generalizzata dei prezzi, del crescente stress finanziario delle amministrazioni locali, dell’aumento delle insolvenze aziendali. Secondo i dati del China Bulletin, organizzazione no-profit con sede a Hong Kong, il numero degli scioperi è più che raddoppiato rispetto al 2022, salendo lo scorso anno a 1.794. Violenti scontri con la polizia si sono registrati nella più grande fabbrica di iPhone del mondo e nella Foxcoon, principale produttrice di componenti elettrici ed elettronici. Proprio la pressante esigenza di superare questi problemi e di ridare slancio all’economia è stata alla base della decisione del governo di concedere consistenti aiuti di stato a importanti imprese, in particolare, a quelle che operano nel campo della costruzione di pannelli solari e di auto elettriche. Si calcola che nel 2023 il colosso delle auto elettriche BYD abbia ricevuto aiuti per 2,1 miliardi, potendo così dominare il mercato cinese e realizzare una significativa espansione nei mercati occidentali.

Questa nuova strategia economica della Cina contraddice le posizioni assunte da Xi Jinping, in occasione degli ultimi G20, in difesa della globalizzazione e del libero mercato ed è all’origine di grosse tensioni nei rapporti commerciali con l’Europa e, soprattutto, con gli Stati Uniti. Questi ultimi hanno di recente deciso un ulteriore inasprimento dei dazi all’importazione, già attuati da Trump, per colpire soprattutto le aziende cinesi operanti nei settori delle tecnologie legate alla transizione ecologica e della produzione di macchine elettriche. Nella stessa direzione si sta muovendo l’Europa, sempre più preoccupata dalla concorrenza sleale attuata da aziende cinesi operanti negli stessi settori che sono agevolate da consistenti aiuti di Stato. Questi ostacoli posti alle esportazioni cinesi potrebbero provocare un ulteriore rallentamento della crescita, con il conseguente pericolo di ulteriori disordini sociali interni. In questo scenario, la crescita delle milizie aziendali fa parte della strategia che Xi Jinping ha intrapreso negli ultimi tempi per rafforzare il controllo del Partito Comunista sulla società, a cominciare dal comparto più strategico qual è quello aziendale.

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