L'Editoriale / Bergamo Città
Mercoledì 23 Novembre 2022
Quell’Italia responsabile del bene comune
Politica. Non solo garbo istituzionale, ma molto di più: empatia, connessione di sentimenti, condivisa costruzione ambientale dei problemi e delle prospettive.
Il presidente Sergio Mattarella, visto martedì 22 novembre a Bergamo, all’assemblea nazionale dell’Anci che riunisce i quasi 9 mila Comuni italiani, aveva il volto sereno e disteso. Sembrava a casa propria, a suo agio nel ritorno a Bergamo: più volte citato, salutato con ripetuti applausi, e lui a rispondere con sorrisi contenuti. Un terreno amico e affettuoso, anche all’interno della stessa comunità dei primi cittadini, al di là delle differenze di partito e territoriali. Le fratture che cogliamo nel Paese, pure sul piano mediatico, qui non sono giunte. Non pervenute, almeno nel primo giorno dei lavori. È andata in scena un’Italia in positivo, che indubbiamente soffre in silenzio e forse più degli stessi cittadini, che sente il peso di una responsabilità impari agli strumenti di cui dispone. La responsabilità del bene comune. Coesione sociale e unità nazionale, ancor prima di essere lo sfondo orientativo, rappresentano il cuore pulsante di un’Italia con la testa sulle spalle e che ha qualcosa da chiedere. Domanda semplicemente una certa considerazione, attenzione e ascolto, la prima linea della cittadinanza, la «voce del Paese» dal titolo della tre giorni. E trova in Mattarella, come dice il presidente Decaro riassumendo la psicologia collettiva, l’esempio e la guida per tutti noi.
Fiducia e speranza sono il registro dell’assemblea, che si salda nella coesione e nell’unità nazionale riaffermata da Mattarella. Parole sotto il vincolo della Costituzione, come il richiamo dell’applauditissimo Decaro all’articolo 3 della Carta, la norma sull’uguaglianza sostanziale. L’Italia dei sindaci, la prima linea della cittadinanza e della prossimità, è quella destinata a centrare l’obiettivo. Mattarella parte proprio da qui, dalla resilienza di Bergamo ferita a morte dalla violenza del Covid. Parole che dette alla Fiera, dove in meno di 10 giorni si allestì l’ospedale da campo nel periodo più buio della pandemia, suonano per il loro peso specifico: la riconoscenza del Paese alla resistenza dei bergamaschi e dei loro amministratori. Da qui a dire che la solidarietà è ciò che unisce il passo è breve, ma soprattutto una conseguenza logica: umanità e prassi amministrativa.
Abbiamo imparato tante cose dalla tragedia, afferma il magistero del presidente: bisogna dar retta alla scienza, occorre prestare più attenzione alla sanità territoriale e maggior cura alle famiglie bisognose. Un paradigma virtuoso, che si connette a quei paletti ben precisi fissati dal Capo dello Stato, proprio mentre si discute sull’autonomia regionale differenziata: il principio dell’uguaglianza dei diritti dei cittadini come per i Comuni. Dal Nord al Sud. La garanzia che i Comuni offrano servizi di carattere universale a tutti i loro cittadini. Quella pari dignità richiamata pure negli interventi dei dirigenti Anci. I sindaci sanno di avere in Mattarella una personalità che capisce e sa ascoltare. La loro principale richiesta è avere udienza in cima alla filiera istituzionale. Offrono dialogo e leale collaborazione. Colpisce un aspetto: le lamentele ci sono, ci mancherebbe e peraltro in termini obiettivi, ma prevale l’orgoglio di essere della partita, la generosità del servizio. Essere costruttori e pontieri. La linea è quella, applauditissima, di Decaro: ricostruire dopo le macerie, comunità che si rimettono in cammino, costruire la storia senza smettere di sperare e sognare. Speranza e fiducia sono le parole d’ordine, nonostante tutto. Nonostante si tema una stagione di tagli alle risorse comunali e nonostante i sindaci subiscano responsabilità improprie dagli esiti penali, civili ed erariali. Un tema molto sentito, questo, e che ha trovato la vicinanza esplicita di Mattarella. Così come un’altra questione aperta è la revisione della riforma Delrio delle Province: lo status di questa istituzione intermedia fra Comune e Regione non soddisfa nessuno. I sindaci, quale istituzione di prossimità legittimata dall’elezione diretta, sanno di avere un alto consenso fra i cittadini, pur consapevoli di una fiducia da conquistare giorno dopo giorno.
Quindi, avanti tutta con il Piano di ripresa e di resilienza (Pnrr), dove i Comuni hanno la coscienza e i conti a posto: i 40 miliardi di euro assegnati sono pronti all’impiego, assicura il presidente Anci, e quindi quella che era una missione impossibile è diventata possibile. Ora si apre la partita della legge di bilancio, l’interlocuzione fra governo e territori, e soprattutto la discussa autonomia regionale, che vede alla regia il ministro Calderoli, partecipe dell’assemblea a Bergamo. Qualche punto fermo è già stato ribadito nel perimetro costituzionale: uguaglianza dei diritti, unità nazionale, necessità di evitare chiusure nel proprio «particulare». Quel che ha detto con serena chiarezza Mattarella.
© RIPRODUZIONE RISERVATA