Quei pesanti sospetti sul video con la giudice: il governo fa quadrato

L’ANALISI. Giorgia Meloni considera «strumentale» la polemica sul «presunto dossieraggio» che si farebbe al Viminale su personaggi «scomodi».

È questa d’altra parte l’accusa che l’opposizione rivolge direttamente al ministero dell’Interno dopo che Matteo Salvini ha pubblicato un video in cui la giudice di Catania, Iolanda Apostolico, è ritratta mentre partecipa ad una manifestazione nell’agosto 2018 ai tempi del caso della nave «Diciotti» (cui Salvini ministro dell’Interno negava lo sbarco). Ora le opposizioni si chiedono da dove venga quel filmato e chi lo abbia passato a Salvini: chi sapeva che in quelle immagini di cinque anni fa c’era proprio la magistrata in questione? Il sospetto è pesante ma, come abbiamo accennato in apertura, la presidente del Consiglio lo smonta con decisione: «Era una manifestazione pubblica e la giudice era lì, non c’è niente di occulto».

Peraltro la stessa dottoressa Apostolico, appena presa la decisione di non convalidare il trattenimento di quattro tunisini, ha rapidamente chiuso i suoi account social per cui non è più possibile risalire a cosa scriveva – se scriveva – ai tempi della nave Diciotti.

Però è un fatto che si trovava sul molo accanto a chi protestava contro la polizia e insultava gli agenti: «È lecito chiedersi – dice Meloni – se nel momento in cui lei prende delle decisioni lo faccia con un pregiudizio oppure no».

E questo è il punto su cui batte tutto il centrodestra, da Salvini a Meloni a tutti gli altri: quella magistrata non è imparziale, ha una visione ideologica della questione degli immigrati e di conseguenza è ideologico il suo modo di procedere come giudice (rispetto al quale il governo ha deciso di fare ricorso). Ed è la ragione per cui la Lega ne chiede le dimissioni dalla magistratura.

Viceversa la sinistra sposta l’obiettivo sul Viminale e la Polizia, adombrando una qualche forma di intimidazione che potrebbe essere fatta contro personalità contrarie alla destra da parte di organi istituzionali. Il fatto che il punto di vista della ripresa sia quello degli agenti di polizia alimenta il sospetto che ha tra l’altro indotto alcuni parlamentari dei Verdi-Sinistra a presentare un esposto in Procura contro Salvini adombrando una presunta azione di «dossieraggio».

Peraltro la Procura di Catania ha precisato che il video non risulta tra gli atti d’ufficio relativi alle manifestazioni per il caso Diciotti.

C’è da immaginare che tutto questo incrudelirà lo scontro politico-istituzionale sull’emergenza migranti del governo e la maggioranza contro la sinistra e la magistratura che torneranno ad essere due blocchi contrapposti.

Lo abbiamo scritto più volte: man mano che si avvicinano le elezioni europee di primavera tutte le tematiche sono destinate a radicalizzarsi, soprattutto quelle che suscitano una vasta eco nell’elettorato e che quindi possono essere determinanti nei risultati elettorali, sottraendo o aggiungendo voti a seconda dei casi.

Questo vale anche per i rapporti tra i partiti: la volata di Salvini sui migranti, in atto ormai da settimane, ha finito per coinvolgere anche la presidente del Consiglio che viceversa sembrava aver scelto un passo meno barricadero, lo stesso – per intenderci – che si ritrova ancora nello scritto firmato insieme al premier britannico Rishi Sunak in cui si ribadisce che lo sforzo fondamentale dell’Europa deve essere quello di fermare gli sbarchi e la tratta clandestina dei migranti.

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