Presidenziali Usa
Tra over 70 e tecnologia

Mentre ai 65enni in Italia si sconsiglia di uscire, in America chi ha i capelli bianchi ha trovato il Paese del riscatto. Nella corsa alla Casa Bianca sembra imporsi un non scritto: vietato ai minori anni settanta. Donald Trump, l’attuale padrone di casa, non li cita mai, ma i suoi 73 anni li ha tutti. Chi gli sta gettando il guanto di sfida non è da meno: Bernie Sanders 78 anni a settembre, Joe Biden 77, Elisabeth Warren 70. Mike Bloomberg, il magnate di Manhattan già sindaco di successo di New York, ne ha 78. Poi ci sono gli altri, tutti tranquillamente eclissati.

La corsa finale per la candidatura democratica alla presidenza degli Stati Uniti sarà quindi una partita a poker al circolo degli anziani. Eppure l’America non è così vecchia. Gli over 65 sono il 15,2% contro il 22,8% dell’Italia a testimonianza che i giovani al di là dell’Atlantico ci sono. Ma gli Stati Uniti non sono l’idillio dell’immaginifico italiano. Per essere primi nella ricerca, nell’università, nelle opportunità, nella forza economica, nel controllo egemonico dei dati, la selezione è forte e per i perdenti lo spazio si restringe.

Secondo i dati del Fondo monetario internazionale si crea un disagio esistenziale che contribuisce ad accrescere il tasso di suicidi e l’overdose di farmaci. Per non parlare delle stragi di massa che ormai segnano con cadenza periodica la cronaca americana. I prezzi delle cure in assenza di un sistema sanitario universale inducono un americano su tre a non farsi curare adeguatamente: circa il 10% della popolazione è sprovvisto di un’assicurazione sanitaria, il doppio rispetto a dieci anni fa.

Questo fa sì che la speranza di vita da tre anni a questa parte sia scesa a 78 anni, la più bassa tra i Paesi del G7. Ed è proprio in queste pieghe statistiche che si nasconde il male oscuro americano. Chi ha portato al trionfo un ultra settantenne innamorato dell’unica icona che segna il destino yankee, ricchezza e successo, se non la voglia di tornare alle origini. Quelle degli anni ante 2000 quando il dominio Usa nel mondo era assicurato e il benessere c’era non solo per i ricchi. Per riportare alla mente gli anni gloriosi ci vogliono gli attori che li hanno vissuti in prima linea.

Quando Trump faceva i soldi con le speculazioni edilizie ma dava lavoro a migliaia di americani. Quando nell’era Clinton l’economia veniva inondata di dollari. Poi è arrivata la globalizzazione e, con i cinesi, la fuoruscita dell’industria americana dal mercato. Si spiega così il fenomeno Sanders, un eretico che evoca i fantasmi del socialismo in un Paese dove il ricordo della «rust belt» (la cintura dell’industria siderurgica) è ancora vivo. Ma ciò che appare rivolto al passato diventa di colpo il presente delle multinazionali dell’informazione, della comunicazione, dell’e-commerce dove i fruitori sono tutti eguali perché consumano. E quindi il socialismo non è più utopico e va di passo con i diritti di chi si emancipa con lo strumento tecnologico. Il successo in California si spiega anche così. Ma Biden ha un’arma in più: Hawkfish, una ditta che elabora dati. Una macchina da guerra che dice al candidato quali armi usare per sedurre gli indecisi.

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