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L'Editoriale
Lunedì 03 Marzo 2025
Per l’Europa la strada è un potere collegiale
MONDO. L’obiettivo americano è ridimensionare la forza economica europea. Con una recessione alle porte imporre dazi al 25% sulle auto e altri prodotti finiti vuol dire mirare dritti alla deindustrializza-zione del Vecchio continente.
Le trattative di pace per l’Ucraina saranno l’altro calvario. Mentre a Zelensky si chiede con la minaccia di sottoscrivere un contratto capestro sulle terre rare, agli europei viene reso esplicito che a pagare per la ricostruzione dell’Ucraina saranno loro. La fine dell’Occidente liberale incombe. Solo una frase incute coraggio. L’ha pronunciata Friedrich Merz dopo le elezioni del 23 febbraio scorso: «Per me la priorità assoluta sarà raggiungere l’indipendenza dagli Stati Uniti».
Il peso della Germania, il potere dell’Italia
Ai diktat del «bullo» americano l’80% dei tedeschi si oppone. Il candidato in pectore per la cancelleria a Berlino rivendica un ruolo di guida nello sforzo di emancipazione dall’ex grande alleato. I due attacchi contemporanei da Est e ora da Ovest hanno però rimpicciolito queste ambizioni. E questo spiega perché la rivista «Die Zeit» auspichi un intervento di Giorgia Meloni. Su incarico Ue dovrebbe mediare con Trump. La crisi dell’industria tedesca è troppo profonda per non giocare la carta Meloni, l’unico capo di governo europeo in grado di essere ascoltato a Washington. Il capo della società per la difesa Rheinmetall, Armin Papperger, interpretando il sentimento diffuso tra gli industriali, lancia un ammonimento che sa di provocazione: se fossi politico non avrei scelta, ci vogliono 200 miliardi solo per la digitalizzazione e poi a seguire altrettanti per le infrastrutture, l’Intelligenza artificiale e ovviamente per la difesa, In tutto fa 800 miliardi. Tanti quanti richiesti da Mario Draghi per tutta l’Europa.
Ma il messaggio è chiaro: per rilanciare l’economia tedesca bisogna far debito. Il freno al debito di bilancio da simbolo di virtù finanziaria è diventato un peso per le forze politiche che non sanno più come fare per liberarsene. È un vincolo scritto in Costituzione e per modificarlo sono necessari due terzi dei deputati del Bundestag. La somma dei seggi di AfD unita al partito di sinistra Die Linke crea una minoranza di sbarramento. Escluso che ci possano essere collaborazioni con i criptonazisti, non resta che l’8,8%del partito che viene dalla vecchia Sed comunista. I loro deputati però rifiutano le spese militari. Il cosiddetto Sondervermögen, cioè patrimonio aggiuntivo di 200 miliardi, avverrà quindi fuori bilancio. A questo punto la Cdu potrebbe essere soddisfatta se i socialdemocratici non ponessero il tema dei temi in Europa: è mai possibile costruire carri armati e al contempo ridurre i fondi per le pensioni, la sanità, i contributi per i meno abbienti, per le famiglie con figli, per gli asili d’infanzia? In breve tutto ciò che fa dell’Europa l’unica isola al mondo dove lo Stato sociale e la democrazia diventano carne e ossa del vivere comune? No, non è possibile anche perché la popolazione non ci starebbe e sarebbe un altro regalo all’estremismo di destra.
Non vale più il motto caro ad Angela Merkel: ciò che fa bene alla Germania fa bene all’Europa. La Germania non ha più dividendi da distribuire ma solo sacrifici da condividere
Il ruolo dell’Ue
È un passaggio epocale perché se si fa debito in Germania non si può, con il nemico alle porte, porre il veto agli altri in Europa. E questo comporta un riequilibrio dei pesi all’interno della Ue. Non vale più il motto caro ad Angela Merkel: ciò che fa bene alla Germania fa bene all’Europa. La Germania non ha più dividendi da distribuire ma solo sacrifici da condividere. Per l’Europa si apre la strada ad un potere collegiale. Anche il governo italiano sembra abbia capito che è in atto un riequilibrio dei pesi all’interno della Ue. Non a caso Meloni parla di unità dell’Europa e guarda con simpatia a Berlino. In un’Europa a 27, dove erano in due a decidere, la multipolarità resta l’unica opzione per dare compattezza al continente.
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