L'Editoriale
Mercoledì 24 Agosto 2022
Patologie, non devianze. Alla politica serve tatto
Ci sono temi sui quali la politica dovrebbe usare tatto e prudenza nei giudizi, perché toccano il dolore delle persone e dei loro familiari. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, nel video quotidiano pubblicato lunedì su Facebook, ha parlato dei giovani «inghiottiti dalle devianze» quando vengono lasciati soli. Bisogna «investire sul futuro, coltivare il talento, combattere le droghe e le devianze, crescere generazioni di nuovi italiani sani e determinati, carichi di quei valori che solo lo sport può dare».
Più tardi, replicando a Enrico Letta che nel frattempo aveva risposto con l’infelice slogan «Viva le devianze», la presidente di FdI in un altro filmato ha letto il significato della parola «devianza» secondo il dizionario di Wikipedia: «Ogni atto o comportamento di una persona o più che vìola una data norma sociale e che conseguentemente va incontro a una sanzione». Ma la tossicodipendenza di per sé non è un reato, semmai una patologia che va curata in apposite strutture, non certo nelle carceri dove oggi, in quelle italiane, il 35% dei detenuti sono persone dipendenti dalla droga, in luoghi non attrezzati per le terapie.
Nel battibecco lunedì pomeriggio si è poi inserito un post di Fratelli d’Italia in cui si invita a scegliere «da che parte stare» con l’elenco delle devianze giovanili, proprio a riassumere ed evidenziare la contrapposizione tra la leader di FdI e il segretario del Pd. Nella lista dei comportamenti «devianti», oltre a droga, bullismo e alcolismo, si leggevano anche obesità, anoressia e autolesionismo. Ma pure le ultime quattro sono patologie e infatti poi il messaggio è stato cancellato. Oltre 3 milioni di persone in Italia soffrono di disturbi alimentari (e non sono solo adolescenti), che provocano 4mila vittime all’anno. Un approccio così privo di tatto e colpevolizzante verso chi soffre di malattie gravi e in crescita, lascia senza parole. Se il significato del termine «devianza» è quello letto da Meloni, come è stato possibile inserire nell’elenco anche patologie che non vanno incontro ad alcuna sanzione (e ci mancherebbe) ma richiedono invece un percorso di cura psicologico, farmacologico e spesso ospedaliero? Chi ne è affetto vive una grande sofferenza e i familiari si trovano spesso in una condizione di impotenza nell’aiuto perché è difficile accedere nel labirinto della mente altrui e impossibile governarla. E poi devianti rispetto a quale termine di paragone? La persona efficiente, sana, senza fragilità e cadute: quante sono? Deviante rispetto a chi soffre altre malattie, come quelle del cuore o del cancro? Nessuno sceglie la propria condizione di salute, magari fosse possibile, e non basta la pratica dello sport a garantirci del tutto.
Ma lunedì non era la giornata giusta per Giorgia Meloni. Ha anche pubblicato il video di uno stupro avvenuto a Piacenza da parte di un richiedente asilo su una profuga ucraina per denunciare la situazione degli sbarchi in Italia, come se tutti i migranti che arrivano nel nostro Paese fossero criminali per status. I tre social più importanti (Facebook, Instagram e Twitter) hanno cancellato il filmato.
Un punto forse non è sufficientemente chiaro: il compito della politica non è denunciare i problemi, tantomeno attraverso speculazioni, ma cercare di risolverli. Patologie come disturbi alimentari e atti di autolesionismo sono in costante crescita - anche in seguito ai lockdown del Covid - soprattutto tra gli adolescenti e servirebbero più servizi neuropsichiatrici infantili pubblici, reparti ospedalieri specializzati e comunità terapeutiche. Chi ambisce a governare cerchi di trovare le soluzioni. E usi parole all’altezza di certi drammi. Perché anche quelle possono far male ai colpiti da «devianze» e ai loro familiari.
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