L'Editoriale / Bergamo Città
Mercoledì 20 Maggio 2020
Mortificare le «paritarie»
non aiuta la ripresa
Nonostante i fondi straordinari inseriti ieri sera nel «Decreto Rilancio», le scuole pubbliche paritarie primarie e secondarie restano di fatto tagliate fuori da reali contributi. I 150 milioni trovati dal governo, infatti, non risolvono nulla dei grandi problemi strutturali che affliggono ormai da molti anni questi istituti scolastici. Sembra un destino ineluttabile: nonostante la Legge della Repubblica Italiana del 10 marzo 2000 n.62 definisca che il sistema nazionale di istruzione è costituito dalle scuole pubbliche statali e dalle scuole pubbliche paritarie, siamo ancora lontani da un effettivo riconoscimento economico e sociale della compartecipazione nell’adempimento dell’obbligo scolastico.
Hanno dunque pienamente ragione le Associazioni dei Genitori e delle Scuole paritarie Primarie e Secondarie a chiedere che si lavori per una reale libertà di scelta da parte dei genitori, senza un costo aggiuntivo per la famiglia.
La questione della scuola è cruciale. Lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un recente intervento rivolto agli studenti, ha definito il percorso scolastico come un esercizio di libertà essenziale alla tutela ed alla valorizzazione della dignità personale. Perché allora i governi non esercitano pienamente la sussidiarietà orizzontale per garantire un diritto inalienabile a tutti i bambini e i ragazzi? Giova ricordare che le scuole paritarie hanno una lunga storia da raccontare che affonda le radici lontano nel tempo, quando la scuola non era un bene per tutti e fondatori e fondatrici ebbero l’intuizione e la forza di raccogliere il desiderio di rendere questa libertà un bene, una possibilità anche per le famiglie più modeste.
Oggi il panorama è cambiato? Sì, sia le scuole statali che quelle paritarie si sono trovate negli ultimi anni investite da cambiamenti strutturali che hanno messo in discussione la didattica tradizionale, hanno portato la scuola a confrontarsi con l’uso delle nuove tecnologie e a ripensare il ruolo della famiglia e il rapporto col territorio. Quest’ultimo in particolare è diventato determinante, perché la gente vive in una storia locale e la scuola ne è una parte essenziale. In questi mesi di pandemia, la scuola del paese o di quartiere ha fatto la differenza. Dove gli insegnanti hanno lavorato sodo per raggiungere e restare con i bambini e i ragazzi, le relazioni si sono rafforzate e i ragazzi hanno riconosciuto il valore della scuola. In questo la scuola ha realizzato il senso più alto del suo servizio, che consiste nell’offrire uno dei luoghi più significativi dove i nostri figli vivono un’esperienza di crescita integrale della persona e di educazione civica.
Anche le scuole paritarie Primarie e Secondarie non hanno mai chiuso! Come abbiamo potuto pensare che non avessero un costo?
Dai racconti che raccolgo ascoltando Docenti e Dirigenti delle scuole paritarie cattoliche, emerge nettamente che a fare la differenza qualitativa è lo stare al passo con le necessità e i tempi (flessibilità), il sostegno e la formazione dei docenti, lo stare con passione con gli alunni e con i genitori.
Realisticamente penso che la crisi in cui si troveranno alcune scuole paritarie non dipenderà esclusivamente all’emergenza Covid-19. Occorre valutare le singole scuole e la loro situazione e collocazione sul territorio; non si può fare un discorso generalizzato. In questa fase cruciale, tutte le scuole, ma in modo particolare le scuole paritarie, scoprono una volta di più il valore vitale del patto educativo con le famiglie e con le istituzioni locali, comprese le Parrocchie. La realtà delle scuole bergamasche gode di buoni rapporti con l’Ufficio Territoriale Scolastico, rappresentato dalla dottoressa Patrizia Graziani che stima il grande e significativo lavoro svolto dalle scuole paritarie. Come si può pensare di contribuire realmente ad una ripartenza virtuosa per il Paese se si mortificano le forze vitali che, nel rispetto delle leggi e nella consapevolezza di una pluralità benefica per la democrazia, offrono un contributo educativo liberamente scelto dai cittadini e addirittura economicamente conveniente per il bilancio dello Stato?
Direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale Scolastica
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