L'Editoriale / Hinterland
Mercoledì 06 Novembre 2024
Lo Stato biscazziere e la ludopatia in aumento
ITALIA. Evviva il gioco d’azzardo. E se compulsivo ancora meglio. Lo Stato biscazziere vince sullo Stato sociale, l’interesse fiscale sulla salute, bene indisponibile di rango costituzionale per via dell’art. 32 della Carta.
Il governo fa cassa con una malattia definita dall’Oms «patologia da dipendenza» e, nel vasto perimetro dei tagli alla sanità, cancella nella legge di bilancio l’«Osservatorio per il contrasto e la diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave» e fa sparire il Fondo di 50 milioni di euro destinato alla prevenzione e all’assistenza terapeutica per le dipendenze da gambling. Per l’esecutivo non esiste. La ludopatia fa migliaia di vittime tra le famiglie italiane. Ma per Giorgia Meloni e il ministro della Salute Orazio Schillaci la febbre del gioco non va più misurata. Il termometro lo aveva messo sotto l’ascella del Paese Renato Balduzzi, ministro della Salute del governo Monti, che era riuscito in un’impresa epocale, poiché riconoscere il gambling come una malattia da parte dello Stato significava ammettere una colpa e un comportamento che provoca danni. Non è stato facile per le resistenze delle Finanze, che sul gioco d’azzardo fanno cassa, e per l’ingarbugliato e tremendo intreccio di interessi che sta dietro ai giochi legali e quelli illegali.
La ludopatia come tutte le droghe fa male a molti, arricchisce pochi e spesso innesca e sostiene il crimine dell’usura
La ludopatia come tutte le droghe fa male a molti, arricchisce pochi e spesso innesca e sostiene il crimine dell’usura. Il ministro Balduzzi era riuscito a far rientrare la patologia nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, cioè il meccanismo su cui si reggono prevenzione e cura del Sistema sanitario nazionale, nonostante il tentativo delle lobby dell’azzardo di far finire tutto gambe all’aria. Le Regioni in questi anni sono intervenute con provvedimenti che hanno dato ulteriore impulso al contrasto della ludopatia e nel 2021 la Corte dei Conti aveva riconosciuto il salto di qualità nell’approccio istituzionale ad una materia dalle drammatiche implicazione sociali. Ora il governo smantella tutta l’architettura, mentre ogni giorno sale la preoccupazione per i danni del gioco compulsivo.
Il flash mob a Seriate
Il flash mob a Seriate di due giorni fa lo conferma. Lì in un anno sono stati giocati 100 milioni di euro, gli anziani impegnano 300-400 euro già il primo giorno della pensione. Ma è la situazione «normale» di tutta l’Italia. Ad Agordo, Comune del Bellunese di 4.300 abitanti, nei primi sei mesi di quest’anno sono stati giocati in macchinette e gratta e vinci 2 milioni e 700mila euro. L’allarme di sindaci e parroci è ogni giorno più doloroso. L’anno scorso nel solo azzardo legale gli italiani hanno speso 150 miliardi di euro e hanno bruciato 140 milioni di giornate lavorative davanti alle macchinette o a grattare.
Il flash mob a Seriate di due giorni fa lo conferma. Lì in un anno sono stati giocati 100 milioni di euro, gli anziani impegnano 300-400 euro già il primo giorno della pensione. Ma è la situazione «normale» di tutta l’Italia
800 mila giocatori a rischio
Dalla pandemia il volume del gioco è raddoppiato, sintomo di una patologia sempre più resistente, di fragilità e dipendenza più intense. Quest’anno si stima già un nuovo record con 160 miliardi di euro per l’erario, miele per le casse dello Stato, che non si avvede tuttavia dei guai che produce. La ludopatia costa in termini sanitari e sociali ed è inutile nasconderla sotto il tappeto. Gli studi più accreditati denunciano 800mila giocatori a rischio con una forte propensione per le persone con redditi più bassi. In aggiunta ci sono i giovani, 130mila in pericolo di gioco compulsivo. Ma il governo ha altre priorità in concorrenza se non in contrasto con il bene comune. Non ascolta nemmeno gli appelli di associazioni e Asl a tornare indietro. Anzi autorizza in bilancio un’estrazione settimanale aggiuntiva per Lotto ed Enalotto. Aumenta l’offerta malandrina, quando sarebbe invece necessaria ridurla.
© RIPRODUZIONE RISERVATA