L'Editoriale / Bergamo Città
Sabato 04 Gennaio 2025
Lo sgomento della città, le risposte non bastano
ITALIA. Ci sono le luci sfavillanti delle luminarie, il brulicare di passanti che osservano il frenetico allestimento delle vetrine per i saldi.
Prendendo a prestito un verso di Montale, è con «triste meraviglia» che ti accorgi di quanto poco possa valere una vita umana quando, in un anfratto di via Tiraboschi, pietosamente nascosto agli sguardi dei passanti da un lenzuolo e una coperta termica color oro, vedi giacere il corpo un uomo. Mamadi Tunkara aveva 36 anni, lavorava come addetto alla sicurezza al Carrefour di Porta Nuova.
Mamamdi Tunkara voleva costruirsi un futuro a Bergamo
Aveva appena preso la licenza media e il certificato di livello A2 in lingua italiana, era cioè uno che voleva costruirsi un futuro a Bergamo, che voleva integrarsi (e che per quanto sinora sappiamo ci stava riuscendo). Lo hanno ucciso a coltellate in pieno centro, nel pomeriggio di un giorno tra Capodanno e l’Epifania. Non si ha memoria in tempi recenti di un delitto commesso in una zona così centrale di Bergamo, se non risalendo al 1954 quando, era il 29 settembre, la città fu profondamente scossa per il brutale assassinio a colpi d’arma da fuoco del giovane Riccardo Quadri, 24 anni, figlio del noto gioielliere Italo, freddato a colpi d’arma da fuoco in via XX Settembre. Settant’anni dopo un fatto di sangue è tornato a portare sgomento a due passi dai propilei di Porta Nuova. E a poche centinaia di metri da Palazzo Frizzoni, che è proprio dietro l’angolo, cuore di una città che ha appena conquistato la palma di miglior capoluogo in Italia per qualità della vita.
Un crescente disagio tra la gente con cui fare i conti
Le indagini della Polizia di Stato faranno luce sul movente e sulle circostanze di questo delitto, ma il dramma che si è consumato ieri pomeriggio consente alcune considerazioni. La prima è che, al di là delle statistiche sull’andamento dei reati, che ultimamente premiano gli sforzi di chi si occupa di tutela dell’ordine pubblico, esiste parallelamente una preoccupazione diffusa, una percezione di disagio tra la gente e nell’opinione pubblica con cui si deve per forza fare i conti, in maniera schietta. Un omicidio come quello di ieri, consumatosi brutalmente tra le urla disperate della vittima, a due passi dallo struscio dello shopping, è solo il fatto più tragicamente lampante degli ultimi tempi.
Tanti episodi minori che destano allarme e preoccupazione
Ci sono infatti diversi altri episodi minori che inquietano e che pretendono risposte. L’elenco potrebbe essere davvero lungo. Soltanto ieri a Boccaleone un uomo ha accolto gli agenti di polizia, che dovevano notificargli degli atti, impugnando un coltello e minacciando di far esplodere casa sua con il gas. Sempre ieri, i carabinieri hanno denunciato un uomo sorpreso in zona stazione con ben otto coltelli. Qualche tempo fa, a Porta Nuova (dove i commercianti da tempo lamentano insicurezza) due studenti diciassettenni sono stati aggrediti in pieno pomeriggio, accerchiati e strattonati da un gruppo di «maranza» dopo il pranzo da «Kfc».
È solo uno dei tanti episodi di questo tenore. L’ultimo proprio poco prima delle vacanze natalizie: un papà angosciato scrive alla nostra redazione raccontando che il figlio, sceso dal bus alle Autolinee per recarsi a scuola, si è trovato di fronte un individuo in stato di alterazione che brandiva un grosso coltello, farneticando minacce, in evidente stato di alterazione. Proprio dagli studenti dei licei cittadini lo scorso settembre, ad anno scolastico appena iniziato, era giunto un grido d’allarme tradottosi una lettera aperta indirizzata alle istituzioni. I ragazzi invocavano più sicurezza e più controlli, raccontando del loro stato di ansia e di preoccupazione nel percorrere il tragitto stazione-scuola ed elencando numerosi casi di molestie subite ad opera di sbandati.
La risposta delle istituzioni
La risposta delle istituzioni c’è stata e va ricordato. Si è tradotta in piogge di Daspo urbani e fogli di via, arresti e denunce, controlli e presidi fissi in stazione da parte di Polizia di Stato e Carabinieri. In piazzale Marconi, alle Autolinee e nel quadrilatero che comprende via Bonomelli, via Paglia e via Novelli è tornato persino l’Esercito. Il numero di telecamere della videosorveglianza cittadina è stato incrementato e a breve farà il suo esordio il servizio di pattugliamento a piedi in centro da parte di uno specifico nucleo della Polizia Locale, novità introdotta dalla Giunta Carnevali grazie anche a nuove assunzioni di agenti, a rinforzare l’organico del Corpo.
Sicurezza: serve fare di più
Se però tutto questo non basta, serve fare di più: se le pattuglie di Polizia e Carabinieri non sono sufficienti per garantire adeguata copertura dei turni in strada – come qualche sigla sindacale ha denunciato anche in tempi recenti - la politica bergamasca si muova affinché a Bergamo arrivino più agenti. Anche per il carcere, che versa in una condizione di sovraffollamento tale da non poter quasi far altro che restituire alla città ulteriori situazioni di disagio, anziché persone in grado di tenersi lontane dal crimine. Le istituzioni cittadine continuino poi sulla strada della prevenzione, cercando di intercettare il disagio sociale prima che sfoci nella violenza, attraverso attività educative anche di strada a cui evidentemente vanno destinati più fondi. Ci si deve rivolgere in particolare ai giovanissimi, ai quali insegnare che il valore della vita va sempre difeso e ogni forma di violenza, anche verbale, va ripudiata e contrastata.
Si percepisce un’aggressività diffusa
La seconda e ultima considerazione riguarda l’aggressività diffusa che si percepisce anche lontano dai grandi fatti di cronaca. Nel quotidiano, ai semafori, in coda alla cassa del supermercato: piccole prevaricazioni, individualismi, indifferenza, assenza di empatia nei confronti del prossimo, troppe volte visto nel migliore dei casi come un semplice ostacolo. Non sappiamo ancora nei dettagli il movente che ha armato la mano di un omicida contro Mamadi Tunkara, che faceva l’addetto alla sicurezza (ironia della sorte) al Carrefour di Porta Nuova. Ma forse nel nostro piccolo anche noi possiamo fare la nostra parte, per evitare che un fatto simile accada di nuovo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA