L'Editoriale
Venerdì 14 Dicembre 2018
L’Europa solidale
vantaggio per tutti
Sono quattro i Paesi più grandi d’Europa: Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia. Di questi tre sono in difficoltà e solo uno gode di ottima salute. Il problema che si pone è perché a molti debba andare male, ad alcuni in modo discreto, mentre ad uno ed uno solo va bene. Se il malessere è generale dovrebbe colpire più o meno tutti. Da qui la sensazione della diversità della Germania. Le economie le fanno gli uomini e quindi creano gerarchie. La Svizzera è fatta di montagne e di un territorio avaro di opportunità per l’opera dell’uomo eppure oggi la Confederazione è ai vertici della produttività e della competitività.
Prendiamo il Sud d’Italia dove la natura è stata prodiga e la storia ricca di contributi culturali, eppure lo sviluppo economico ma soprattutto quello civico e civile tardano e pesano sulle spalle di un Paese già gravato dalla mancata crescita. Lo Stato italiano paga, tra l’altro, più di 100 mila euro al giorno di multe per aver inquinato l’ambiente per il mancato trattamento dei rifiuti a Napoli e in Campania. Quindi il problema europeo è l’eccessiva forza della Germania. Un impatto che impone agli altri la constatazione di essere inferiori.
È questo il vero pericolo che sta dietro il disagio di un continente in crisi di identità. C’è il rischio che si addivenga ad un’alleanza dei normodotati per rovesciare il gigante. La diversità tedesca è sempre stata la molla dei conflitti europei. Il livellamento è certamente il percorso dell’Unione ed il suo fine ultimo. Non vuol dire che tutti debbano diventare uguali ma meno diversi sì. Si dice per esempio che le turbolenze sociali in Francia si sarebbero forse potute evitare se ci fosse stato un fondo comune europeo per investimenti cui poter attingere per rilanciare la crescita e quindi offrire opportunità a chi ha subito i danni della globalizzazione. Se guardiamo la Corea del Sud scopriamo che la digitalizzazione ha aumentato i posti di lavoro anziché ridurli. La stessa Germania vive momenti di piena occupazione. Non solo. Manca il personale qualificato e le nuove generazioni faticano per il calo demografico. Nelle trattative per un nuovo bilancio comune europeo la proposta di avviare una politica di sostegno alla disoccupazione ed al contempo di riqualificazione del personale perdente posto sta naufragando sull’ostilità dell’Olanda seguita con simpatia dai Paesi nordici. Ma non con l’appoggio della Germania che resta disponibile. Strati illuminati della classe dirigente tedesca si rendono conto dell’impossibilità di mantenere lo stato esclusivo di primo della classe. I secchioni non riscuotono simpatia soprattutto quando il loro benessere non è offerto in condivisione. Friedrich Merz, vecchio competitor di Angela Merkel sconfitto con lo zero virgola all’elezione a segretario della Cdu, ha proposto un piano di investimenti a livello europeo per andare in soccorso alle economie degli altri Paesi. È un conservatore e tiene all’identità culturale e linguistica del popolo tedesco ma si rende conto che un’Europa disgregata dalla protesta sociale sarebbe catastrofica per la grande industria che gira all’Unione il 60% del suo export.
Succede però che per AfD, il partito populista che occhieggia alla Lega, di politiche di apertura all’Europa non se ne parla. Sono dei suoi simpatizzanti i continui ricorsi alla Corte costituzionale tedesca e alla Corte dei Conti Europea contro la politica monetaria di Mario Draghi alla Bce. Per loro l’euro è fonte di pericolo per la stabilità tedesca. Matteo Salvini vede nella Germania il suo interlocutore privilegiato in funzione anti-Macron. Deve però sapere che i suoi possibili alleati siedono nelle file del governo. Perché gli altri, i populisti della destra nostalgica, hanno un solo pensiero fisso: godere dei vantaggi del primo della classe e lasciare gli altri nei loro guai.
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usmano catullo
6 anni
la germania va bene,perchè al contrario delle altre,negli anni 50 e inizio 90,gli è stato di fatto condonato tutto il debito estero,un pò per aiutarla dopo la guerra,un pò per aiutarla dopo la riunificazione tedesca. però la ricca germania ha pure le banche più indebitate di tutta europa,e se dovessero saltare.....
Pierluigi Facchetti
6 anni
E' sufficiente guardare le auto prodotte per capire la diversità tra i due popoli. In Germania si producono belle auto, in Italia catorci.
usmano catullo
6 anni
beh,dillo ai proprietari di costose bmw e audi che ho visto spesso con cofano alzato nelle corsie di emergenza delle autostrade...
silvana messori
6 anni
mi pare di evidenziare un'analogia a livello economico dell'Europa, a quanto succede fra le molteplici fazioni di guerra nelle terre disastrate del Medio Oriente: uno contro tutti e tutti contro tutti! mai come in questo momento si dovrebbero intravedere le opportunità di un Europa Unita nel contrastare il "nemico che viene da lontano"! Mi pare logico che politiche socio-economiche ormai ritenute obsolete, debbano essere rivedute e corrette e proprio per il futuro dei Paesi singoli che compongono la UE. Siamo tutti sulla stessa barca che ha molteplici falle! sarà necessario, quindi, dopo l'esito dell'elezioni di maggio, tornare a riva e ripararle, altrimenti l'Europa verrà suddivisa in piccolissimi Stati frammentati e che solo con un click effettuato da chissà quali "poteri economici" metterà in ginocchio alcuni e di solito i più deboli, mentre altri duplicheranno o triplicheranno il loro pil! Dalla sera alla mattina... senza neanche che ce ne possiamo accorgere! Buon Natale!
claudio locatelli
6 anni
Prima di far la morale ai secchioni tedeschi, domandiamoci il perché della arretratezza delle infrastrutture italiane, scuola compresa...il solito vizio italico di addossare le colpe ai più lungimiranti, ai più seri...forse classe politica italiana per decenni inadeguata e attenta più allo scranno che al benessere comune??? E non solo nel Sud Italia...qualche luminoso esempio lo abbiamo anche noi bergamaschi...
Damiano Valoti
6 anni
Concordo! Le nostre mafie e tutto il nostro malaffare e malcostume che ammorba tutto il tessuto nazionale a tutti i livelli, non li ha inventati la Germania o l'Europa! L'arretramento dei livelli salariali dei lavoratori delle fasce più basse, la moderna schiavizzazione con contratti vergognosamente brevi e rinnovabili quasi all'infinito, li hanno fatti i nostri politici promulgando leggi vergognose!