
L'Editoriale
Mercoledì 25 Settembre 2019
Legge elettorale
Partiti immaturi
Si torna a parlare della legge elettorale. Non senza strumentalità. La Lega, ad esempio, cerca di forzare i tempi per l’indizione di un referendum abrogativo che elimini dalla legge in vigore la quota proporzionale e ci lasci un sistema maggioritario. E lo fa, anziché con le firme dei cittadini, chiedendo alle Regioni (ne basterebbero 5), controllate dal centrodestra, di deliberare una medesima richiesta di referendum, perpetuando così un uso strumentale delle autonomie regionali, come fossero soldatini agli ordini lanciati da Pontida.
L’approccio dei partiti a riguardo è senza innocenza, ma questo tentativo di assoldare enti che dovrebbero essere autonomi è davvero sfacciato. Indubbiamente, la legge elettorale in vigore (il cd Rosatellum) meriterebbe di essere riformata: la miscela di un sistema prevalentemente proporzionalistico con recupero maggioritario (per il 37% dei seggi) appare priva di senso. Non risponde né all’idea di un fedele rispecchiamento delle forze politiche, né all’obiettivo di favorire la formazione di una maggioranza. I sistemi misti, com’era il Mattarellum, nascono per correggere con una quota proporzionale un sistema prevalentemente maggioritario, garantendo una rappresentanza significativa alle minoranze.
L’opposto non mi pare abbia senso. In questa contesa, molti hanno preso posizione per la re-introduzione di un sistema maggioritario (a turno secco o doppio). Il sistema maggioritario, da non confondere con gli ibridi arbitrari dei premi di maggioranza, interpreta, legittimamente, la democrazia come selezione di élites governanti e trasforma la competizione elettorale in un sistema che mira a incoronare un chiaro vincitore. Si può capire l’intenzione che muove tali proposte, al cospetto di una frammentazione delle forze politiche che sembra nascere soprattutto per assecondare ambizioni e narcisismi personali. E tuttavia, la proposta di un maggioritario sembra voler forzare ciò di cui mancano i presupposti: un bipolarismo maturo. A questo esito manca pressoché tutto. I poli sono almeno tre. Il M5S non ha una precisa identità politica, ma non se ne può forzare la rottura con marchingegni elettoralistici. Il centro-destra a trazione salviniana è tutto fuorché una rassicurante formazione d’ispirazione liberale. La decisa svolta a destra impressa da Salvini mette in discussione capisaldi del patto costituzionale.
Il centro-sinistra è sfarinato, ma questa non è una novità. Il maggioritario, lo si vede nell’involuzione del sistema britannico, funziona bene solo entro un ordinamento costituzionale stabilizzato, in cui l’alternanza possa essere vissuta serenamente perché non provoca scossoni alle fondamenta. C’è da dubitare che queste condizioni sussistano da noi. Voler impiantare un sistema maggioritario in questo quadro partitico gravemente immaturo rischia di concentrare il potere di governo in capo a un’infima minoranza, frutto congiunto dell’effetto astensionismo (non certo trascurabile) e dell’azione polarizzante della legge maggioritaria. Il male minore sembra preservare quel poco di moderazione che la presenza di orientamenti politici differenziati comunica a un Governo di coalizione e dunque, per tornare al tema, una legge proporzionalistica con ragionevole (fino al 5%) soglia di sbarramento. Infine: trovo scoraggiante che, ancora, e nonostante i limiti imbarazzanti delle nostrane leadership partitiche, si pensi di risolvere i problemi politici italiani con l’illusione della concentrazione della capacità decisionale, non esitando, all’uopo, a mortificare le autonomie territoriali. Proprio da queste, e dalla paziente ricostruzione di un tessuto democratico di base, potrebbe e dovrebbe invece ripartire un’Italia più civile.
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Cristian Rossi
5 anni, 8 mesi
Ma come si fà a parlare di democrazia , di scelte legittime votate dal popolo quando comunque ogni decisione viene ribaltata e l' omertà giornalistica/politica tiene nascosti i fautori ; il pd ce lo siamo ritrovati ancora a governare con un ministro dell' economia e addirittura un rappresentante alla ue .
Andrea Manzoni
5 anni, 8 mesi
Scusi, ma quali sarebbero le decisioni che vengono ribaltate? Il popolo vota, il risultato legittimo è un parlamento dove il primo partito ha il 31 %, quindi maggioranza relativa ma manca ancora il 19,1% dei voti per fare la maggioranza assoluta. il secondo partito, che è il PD, ha il 19 %, il terzo la lega il 17 %, e così via scendendo. Ovvio che serve un accordo di coalizione per governare, sulla base delle alleanze, che possono anche variare, si costituiscono i governi e le maggioranze che le sostengono. Forse non lo sa, ma è questa la democrazia parlamentare. Più che "omertà giornalistica/politica", direi che siamo di fronte ad una vera e propria ignoranza dei fondamenti costituzionali dello stato.
Andrea Manzoni
5 anni, 8 mesi
Come diceva Brecht, "avendo perso ogni speranza nei politici, sarebbe ora di cambiare gli elettori".
Claudio Gusmini
5 anni, 8 mesi
Ottimo articolo di Pizzolato. Ricordiamoci sempre la storia da cui veniamo; una legge elettorale maggioritaria potrebbe far tornare "IL POTERE" e non la gestione democratica della cosa pubbilca. Anche l'ipotesi di una elezione diretta del Presidente dell Repubblica andrebbe in questa direzione, non certo, come adesso, ad avere un Presidente che sia GARANZIA PER TUTTI. Anche chi propone queste scelte dovrebbe fare attenzione; oggi ha una potenzialità elettorale notevole, che domani potrebbe verosimilmente svanire, visto l'autogol autoinflittosi con l'uscita unilaterale dal governo. Anche la riduzione dei parlamentari, poi, non è da prendere sottogamba e non so che utilità democratica possa comportare; il risparmio economico derivante poi, per i conti dello stato, è abbastanza irrisorio. Comunque se si va in questa direzione naturalmente, quel che rimane deve essere assolutamente proporzionale. Altrimenti il paricolo di un vero e proprio regime, di destra o di sinistra, è dietro l'anglo
luigi zambetti
5 anni, 8 mesi
Ma ammettere che i Partiti sono immaturi non comporta un giudizio di irresponsabilità per chi vota queste persone?
Andrea Manzoni
5 anni, 8 mesi
Condivido pienamente, i partiti sono espressione degli elettori come la loro politica della società, ovviamente la loro azione, più o meno seria e condivisibile, ne è diretta conseguenza. Ogni giudizio sui partiti non può comportare una automatica assoluzione per coloro che li sostengono, una peraltro diffusa sindrome dissociativa che provoca irresponsabilità e qualunquismo, ovvero il voto opportunista e di comodo.