L'Editoriale
Lunedì 06 Maggio 2024
Le lotte interne alla Russia dei potenti
MONDO. L’arresto di Timur Ivanov è stato un fulmine a ciel sereno. A poche ore dalla scelta del nuovo Governo federale - con l’assegnazione contemporanea di incarichi influenti per la gestione di copiosi fondi - le lotte intestine nelle «stanze del potere» moscovita vengono a galla.
Per anni gli analisti di Russia e i giornalisti si sono sentiti dire dai soliti «bene informati» che Vladimir Putin era l’unico a riuscire a tenere sotto controllo «gruppi» con interessi spesso contrastanti se non opposti. E adesso? Cosa sta succedendo? Cosa significa la clamorosa uscita di scena del potentissimo vice-ministro della Difesa, da oltre un decennio il «braccio destro» di Serghej Shojgu, a sua volta persona di massima fiducia del capo del Cremlino, con cui il presidente russo va insieme in vacanza almeno una volta l’anno?
Ufficialmente Ivanov - «numero 2» del ministero, responsabile di tutte le commesse della Difesa in campo edilizio, tra cui quella fondamentale per la propaganda russa di ricostruzione di Mariupol’ distrutta nei combattimenti della primavera 2022 – è accusato dagli inquirenti di aver preso delle tangenti. Sia Putin sia Shojgu erano a conoscenza della vicenda giudiziaria e avrebbero dato il loro assenso all’arresto.
Ma già due anni fa la Fondazione anti-corruzione di Aleksej Navalnyj aveva pubblicato una sua inchiesta sul chiacchierato vice-ministro, amante con l’ex moglie del lusso e proprietario di numerosi beni immobili in Europa. Quindi, gli inquirenti hanno bussato ad una porta nota.
I particolari, però, qui fanno la differenza: l’indagine è stata svolta dagli uomini dei Servizi segreti su un alto funzionario che, si badi bene, non è come Shojgu un militare di professione, ma è inquadrato tra i quadri dirigenti delle Forze Armate.
Primo dubbio, quello più logico. Questa vicenda, evidentemente ad orologeria, è stata tirata fuori ora per mettere in difficoltà Serghej Shojgu, una delle personalità più popolari in Russia stando ai sondaggi, o addirittura per farlo cadere in disgrazia agli occhi di Putin?
Secondo dubbio: siamo in presenza di un momento di tensione tra gli uomini dei Servizi e i militari?
Terzo dubbio: non è che i militari di professione vogliano alla guida del Ministero uno di loro? Dall’inizio della cosiddetta «Operazione speciale» in Ucraina, le rotazioni tra gli alti Comandi delle Forze armate sono state frequenti.
Tra le loro fila i malumori - da quanto raccontava nei suoi blog l’ultranazionalista Igor Strelkov prima di finire in carcere - sono stati elevati. L’ultima rotazione ha riguardato poche settimane fa la Flotta del mar Nero con la sostituzione del suo comandante.
Quarto dubbio: la rivolta della compagnia privata Wagner manca ancora, dopo quasi un anno, di tante risposte. Non è che vecchi nodi spinosi siano giunti al pettine?
La «Mosca dei potenti» storce il naso all’ascolto della storiaccia della corruzione condita da tangenti: sa come funziona il sistema. Ed infatti la voce che Ivanov sia anche accusato di «tradimento» è stata ripresa persino dalle agenzie di stampa federali, ma non vi sono conferme ufficiali.
Militari, «siloviki» (uomini dei Servizi e degli Interni), economisti liberali, ultraconservatori, tradizionalisti, oligarchi più o meno miliardari, imprenditori grandi e medi, alte gerarchie ecclesiastiche. Che fatica si fa per tenere tranquilla tutta questa gente! Putin, che si fida dei soli «pietroburghesi» – ossia i suoi amici di vecchia data – ha davvero un bel daffare. Guardarsi le spalle sarà per lui garanzia di longevità politica.
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