L'Editoriale
Domenica 31 Dicembre 2023
Le grandi sfide del 2024: settanta Paesi al voto
MONDO. Nell’anno mondiale delle elezioni - l’Economist ha calcolato che si voterà in 70 Paesi, dall’India al Messico agli Usa, per un totale di 4,2 miliardi di potenziali elettori – anche l’Italia vivrà il suo «election day» al calor bianco: il rinnovo del Parlamento europeo.
È l’appuntamento politico più importante, più dell’ultima legislatura, vissuto da maggioranza e opposizione come un duello all’ultimo sangue. Per Giorgia Meloni un test per la tenuta della maggioranza e per il riequilibrio dei partiti che la compongono; per le opposizioni il tentativo di scardinarla. Ma anche per il Pd della Schlein e i Cinque Stelle di Conte la vivono come una prova di forza per capire chi deve guidare una possibile nuova alleanza in «campo largo», con lo stesso spirito con cui cercan o di riconquistare terreno Lega e Forza Italia. Non è difficile dunque intuirne l’importanza, che va oltre la nuova composizione e i nuovi assetti del Parlamento di Strasburgo – pur cruciali per la tenuta di un grande progetto politico in difficoltà quale è l’Unione, sottoposto alle spinte centrifughe degli interessi dei singoli Stati.
Dall’esito delle urne europee la premier saprà se spingere sulla controversa riforma istituzionale, che assegna al presidente del Consiglio maggiore potere ai danni del capo dello Stato.
Tira infatti aria di ridimensionamento del Quirinale e nel 2024 scopriremo fino a che punto. Non è solo il progetto di premierato elettivo e del «generoso» premio di maggioranza a dirlo. C’è la sortita del presidente del Senato Ignazio La Russa in favore della riforma a confermarlo. Nel frattempo la magistratura è come al solito sotto attacco e il nuovo anno confermerà l’attrito tra primo e terzo potere. Si ridimensionano le risorse per le intercettazioni, indispensabili in un Paese infiltrato di mafie. Si insiste verso la separazione delle carriere che porterebbe alla soggezione politica dei pm al Governo in mancanza di un sistema di contrappesi come quello americano. Il tutto nell’indifferenza dei cittadini che hanno altro cui pensare: l’economia non decolla, i fondi del Pnrr da investire, l’inflazione, i tassi del mutuo da pagare che crescono, l’evasione fiscale intollerabile, il lavoro precario e poco garantito, gli effetti della privazione del reddito di cittadinanza, la povertà in aumento. Tutte sfide per il governo.
E a proposito di povertà nel 2024 il pianeta sarà ancora lontano dall’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile: porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile. I dati fanno intravedere prospettive poco rassicuranti: secondo l’Indice globale della fame 2023 di Fondazione Cesvi, 750 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. In molte zone del Mezzogiorno il problema ci riguarda.
Possiamo consolarci con le sfide sportive, a cominciare da quella della nazionale di Spalletti: l’Europeo di calcio in Germania e le Olimpiadi di Parigi. Al netto dei grandi eventi, per l’Italia occhi puntati anche sul grande tennis: dopo decenni passati a veder vincere gli altri, abbiamo Jannik Sinner capace di farci sognare in grande. E meno male.
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