Le buone azioni
non solo a Natale

Nei giorni scorsi un uomo a Conselve (Padova) si è presentato allo sportello del Centro veneto energie, che rifornisce di gas ed energia elettrica vari Comuni della Bassa padovana e della provincia di Rovigo. È affranto e agitato: nella sua abitazione sono stati staccati luce e gas per una morosità sulle bollette di 600 euro. Padre di quattro figli, al momento non è in grado di risarcire: chiede che la cifra gli venga rateizzata. L’operatore gli risponde che il contratto non prevede questa eventualità. L’utente scoppia in lacrime e si allontana. Alle sue spalle c’era un uomo che ha sentito il dialogo e chiede con discrezione di poter pagare subito lui l’arretrato di 600 euro: l’unica condizione che pone è la garanzia dell’anonimato.

I media sono andati inutilmente a caccia del benefattore e hanno inquadrato la vicenda come una storia natalizia, svilendola. «A Natale siamo tutti più buoni» è slogan utilizzato dalla pubblicità, per l’acquisto di regali. La festa della nascita di Gesù può generare un cambiamento nel cuore in chi lo cerca e lo desidera, mettendosi in gioco, ma non è un automatismo. L’uomo che ha pagato le bollette arretrate avrebbe compiuto quel gesto anche in un altro periodo dell’anno. La generosità è una qualità del carattere che non richiede sollecitazioni esterne. Il gesto è stato arricchito anche dalla fiducia, così rara in questi tempi: fidarsi di versare una cifra a beneficio di uno sconosciuto. Ma è il nostro prossimo. In Italia ci sono tante persone che agiscono così, immuni dall’odio e dalla chiusura ermetica nel privato.

Nel 2010 fece scalpore una vicenda accaduta ad Adro (Brescia): il sindaco leghista Oscar Lancini decise di escludere dalla mensa 40 alunni (soprattutto stranieri, ma non solo) della scuola elementare perché i genitori non avevano pagato la retta. Diventò un caso nazionale, finendo nelle schermaglie tra partiti. Il preside, due bidelle e le insegnanti decisero di pagare di tasca loro. Ma intervenne invece un imprenditore locale a saldare tutto il debito (10 mila euro), con una lettera nella quale invitava i compaesani a non dimenticare le loro radici. Anche lui volle restare anonimo ma non gli riuscì. Fra l’altro era un simpatizzante di Forza Italia e questa appartenenza smontò anche lo sfondo del contrasto ideologico con la maggioranza al governo in paese. «Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi - scrisse l’imprenditore - ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e ho guadagnato i soldi per vivere bene. È per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro. A scanso di equivoci, premetto che non sono “comunista”. Ciò non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona. So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle». Generosità e fiducia furono gli elementi alla base anche di questo gesto: il benefattore non conosceva la reale situazione delle famiglie indebitate ma decise di fidarsi.

Un’altra vicenda di solidarietà, questa volta comunitaria, che fece cronaca è accaduta nell’ottobre 2018. Nel Padovano un bambino di 8 anni viene investito e ucciso da uno scuolabus mentre torna a casa in bici. I colleghi del papà del bimbo decisero di regalargli 120 giorni di ferie, sottraendoli dal loro monte ore. Le tre storie raffigurano un’Italia non sufficientemente nota, che tesse legami buoni costruendo relazioni, che esercita il bene non solo a Natale. È l’Italia che ci permette di resistere alla crisi più di altri Paesi, non attendendo sempre l’intervento dello Stato ma mettendo in gioco per il prossimo le risorse di cui dispone. È l’Italia nella quale crescono gli enti non profit (sono 350.492, il 2,1% in più rispetto al 2016), con finanziamenti per l’85% privati e una raccolta di donazioni intorno ai 9 miliardi, nonostante alcune campagne politiche diffamatorie.

Nel recente libro dal titolo provocatorio («Odierai il prossimo tuo») l’arcivescovo di Bologna analizza l’attuale «crisi dell’io». «Mi sembra indispensabile – scrive il cardinale Matteo Maria Zuppi – un confronto non emergenziale sulla pietas, per evitare al nostro Paese di diventare “impietoso”, duro». «Forse – rileva ancora – è consolante pensare di essere vittime di problemi più grandi di noi, o di complotti esterni, sfuggendo l’assunzione di responsabilità e la necessità di ricostruire insieme il nostro futuro». Ricostruire insieme.

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