Le acrobazie di Putin, scommessa su Trump

MONDO. Salti mortali dialettici di Vladimir Putin.

Il capo del Cremlino ha dato la sua lettura degli ultimi eventi all’annuale «Linea diretta» con la nazione. Composizione della tragedia russo-ucraina, liberazione della regione di Kursk, relazioni con l’Occidente, crollo del regime amico di Bashar al-Assad, legittimità di Zelensky. Ecco alcune delle tematiche affrontate davanti ad una opinione pubblica ancora scioccata per l’omicidio del generale Kirillov, uno dei «volti» televisivi più noti in Russia del conflitto con Kiev.

Le posizioni di Putin sul cessate il fuoco e su una possibile trattativa sono sempre le stesse. Diciamolo chiaramente: il «leader nazionale» non si è mosso di un centimetro. È Zelensky che deve essere pronto a fare concessioni, che, ricordiamolo, sono in violazione del diritto internazionale. L’integrità territoriale e la sovranità nazionale dell’Ucraina sono per il Cremlino carta straccia come il memorandum di Budapest del 1994, in conseguenza del quale Kiev consegnò le armi nucleari, ereditate dall’Urss, in cambio – ad esempio, del riconoscimento da parte di Mosca delle frontiere del ’91 con ampie garanzie internazionali.

Putin, la percezione sulla guerra in Ucraina

Vladimir Putin è convinto di stare oggi vincendo: dopo due anni di fallimenti, da agosto, le sue truppe stanno avanzando lentamente in Donbass, nonostante le alte perdite umane. Ma nessuna previsione, ha fatto il «leader nazionale», su quanto tempo ci vorrà per cacciare gli invasori ucraini dalla regione russa di Kursk! Da laggiù, e Putin non lo racconta, le notizie che giungono non sono positive. La scommessa del Cremlino è che, una volta che Trump si insedierà alla Casa Bianca, Zelensky sarà costretto ad un accordo umiliante.

Attenzione, però: Kiev potrà anche cedere territorio per la pace, ma - senza l’adesione dell’Ucraina alla Nato - non si potrà comporre definitivamente la tragedia cominciata nel 2014. Questo è il punto cruciale per influenti specialisti. Ungheria, Slovacchia e la paura di alcuni membri atlantici bloccano tale svolta. La sfida all’Occidente, lanciata da Putin, di provare a neutralizzare un suo super-missile sparato su Kiev, mira solo ad incrementare tale paura.

Putin disposto ad incontrare Trump

L’unica vera novità è che Putin è disposto ad incontrare «in qualsiasi momento» Trump per parlare di Ucraina. Una tale opportunità gli permetterebbe di tornare ad avere visibilità globale dopo la catastrofe geopolitica in Siria, alleato fin dai tempi sovietici, che assicurava al Cremlino influenza diretta in Medio Oriente e in Africa. Per Putin in Siria Mosca «ha raggiunto il suo obiettivo», ossia quello di evitare la creazione di una enclave terroristica come in Afghanistan. Il Cremlino, nella propria visione russo-centrica del mondo, deciderà se mantenere le sue basi a Hmeimin e a Tartus.

In ultimo, Zelensky il cui mandato presidenziale è scaduto nella primavera scorsa, ma la Costituzione ucraina vieta espressamente elezioni durante un conflitto. Putin non lo considera, per questo, presidente legittimo. L’obiettivo del Cremlino è quello di insediare a Kiev un proprio uomo nonostante in passato abbia già fallito. Il lupo perde, quindi, il pelo ma non il vizio. Putin vuole solo creare condizioni favorevoli per sottomettere l’Ucraina. Il problema è che la Russia è isolata logisticamente, finanziariamente, economicamente ed ha il fiatone. Militarmente è stata costretta a chiedere aiuto alla Corea del Nord. Quanto a lungo i russi sopporteranno tale situazione? Tre anni fa il 95% dei siriani rielesse presidente Assad. Sappiamo come è finita a tirare troppo la corda.

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