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L'Editoriale
Venerdì 28 Febbraio 2025
Lavoro e impresa, libertà è partecipare
ITALIA. In presenza di una congiuntura economica contraddittoria, tra crescita stagnante e mercato del lavoro in espansione, entra in crisi - per citare il filosofo Raimondo Cubeddu - l’«ipertrofia della politica» che affligge i nostri tempi.
Quei politici che vogliono occuparsi di tutto e tutti sembrano all’improvviso a corto di proposte valide ed efficaci in tema di lavoro, al punto che – piuttosto che accettare di sparire per un momento dalla ribalta per mancanza di ruoli - ipotizzano di tornare ad azzuffarsi ideologicamente su Jobs Act e articolo 18. In un contesto così stantio, è una ventata d’aria fresca la proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili d’impresa appena approvata a larga maggioranza dalla Camera. È il tentativo, finalmente, di dare attuazione all’articolo 46 della Costituzione su una funzione da protagonisti per i dipendenti delle nostre imprese. È un caso, più unico che raro, di legge di iniziativa popolare, sulla quale la Cisl di Luigi Sbarra (e ora di Daniela Fumarola) ha raccolto circa 400mila firme, che viene fatta propria dai partiti in Parlamento e ha la concreta possibilità di essere pubblicata in Gazzetta ufficiale.
Con la corresponsabilità di lavoratori e imprenditori si possono affrontare il nodo dei salari troppo bassi che dovrebbero crescere di pari passo con la produttività, o il tema della carenza di forza lavoro cui rimediare con un welfare aziendale a misura di famiglia e uno sforzo di formazione continua
Tutto vero, e senz’altro positivo. Soprattutto, però, incentivare la partecipazione dei dipendenti alla vita delle aziende dove ogni giorno spendono le proprie energie fisiche e intellettuali è una iniezione di fiducia per lavoratori e imprenditori. È infatti dalla loro collaborazione in sede contrattuale, dalla loro creatività quotidiana applicata alla risoluzione di problemi piccoli e grandi, e non invece da un decreto che fissi a priori il salario giusto o il settore industriale vincente, che il nostro Paese si può aspettare le soluzioni alle sfide più pressanti. Con la corresponsabilità di lavoratori e imprenditori si possono affrontare il nodo dei salari troppo bassi che dovrebbero crescere di pari passo con la produttività, o il tema della carenza di forza lavoro cui rimediare con un welfare aziendale a misura di famiglia e uno sforzo di formazione continua. Non è wishful thinking.
Il modello partecipativo già oggi è presente nel Paese: da Poste Italiane a Luxottica, passando per Lamborghini, solo per citare alcune delle realtà più note e vitali che vi ricorrono. Secondo Emmanuele Massagli, presidente della Fondazione Tarantelli, il 59% dei contratti aziendali censiti dalla Cisl prevede la partecipazione consultiva dei lavoratori, «il 40% degli accordi prevede la partecipazione organizzativa, con commissioni paritetiche per migliorare aspetti di processo o di prodotto su temi come salute e sicurezza, formazione, turni. Il 19% degli accordi prevede la partecipazione economico finanziaria sotto forma di distribuzione di azioni o partecipazione all’utile. Il 5% prevede la partecipazione gestionale con la presenza di rappresentanti dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza o nei Cda». A cosa serve, dunque, una legge sulla partecipazione? Per far conoscere e diffondere maggiormente tale pratica, per incentivarla grazie alle risorse stanziate in legge di bilancio (preventivamente, per una volta), per metterla potenzialmente alla portata di tutti e non solo delle «eccellenze» del nostro tessuto produttivo.
Il testo approvato alla Camera è un primo passo, non ha connotati impositivi visto che subordina ogni volta il ricorso all’opzione partecipativa a un’intesa tra impresa e sindacati rappresentativi, è certo migliorabile per stessa ammissione della Cisl che l’ha proposto e che lo ha visto modificare - ma non snaturare - in Parlamento. C’è da augurarsi ora una convergenza ancora più ampia delle forze politiche al Senato, per poi lasciare spazio al protagonismo di lavoratori e imprenditori sul territorio.
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