L’Atalanta in campo e l’incognita del mercato

ITALIA. Da Koopmeiners-Scamacca-Lookman a Pasalic-De Ketelaere-Retegui.

Nel giro di due settimane, fra gravi infortuni e capricci di mercato, l’Atalanta e Gian Piero Gasperini hanno visto completamente stravolti i propri piani, e si ritrovano a cominciare il campionato (oggi, lunedì 19 agosto a Lecce) in una situazione completamente diversa da quella che avevano previsto. Soprattutto in quello che, da quando c’è Gasperini, è il settore chiave per le fortune della squadra: l’attacco. Che poi sia chiaro, il tridente «di scorta» che il Gasp manderà in campo oggi allo Stadio di Via del Mare è tutt’altro che un ripiego. Fatto salvo che Retegui è qui da dieci giorni, ha giocato solo due spezzoni di partita e ha bisogno di tempo per entrare nel calcio di Gasperini. Ma è il centravanti della nazionale, farà la sua parte. E aspettando Scamacca (l’altro centravanti della nazionale), entrerà in scena anche Samardzic (il cui arrivo è stato ufficializzato ieri, sarà il sostituto di Koop, come se parte Lookman arriverà sicuramente un altro attaccante di valore) e si ristabilirà Zaniolo. E Samardzic e Zaniolo sono due acquisti da squadra di prima fascia, ai quali l’Atalanta fino a un paio d’anni fa difficilmente si sarebbe potuta accostare. Sono gli effetti della vittoria in Europa League e della qualificazione alla Champions, che hanno regalato alla società nerazzurra un appeal pari a quello delle big.

Per chi viene da fuori. Perché poi paradossalmente quello stesso appeal che l’Atalanta si è costruita verso l’esterno sembra l’abbia perso nei confronti di chi è già qui. Quasi ci fosse la sensazione di aver raggiunto il massimo possibile, di non poter andare oltre. E magari spunta anche quel po’ di usura nei rapporti personali che si crea quando personalità forti e diverse sono chiamate a sacrificare una parte del proprio ego in nome di un obiettivo comune. Aggiungiamoci pure la legittima aspirazione di affrontare nuove sfide in piazze cariche di prestigio e di raddoppiare lo stipendio percepito a Bergamo che può animare Koopmeiners e Lookman. E al limite non stracciamoci le vesti neppure di fronte all’atteggiamento di Juventus e Paris Saint Germain, che si sono rivolti a giocatori sotto contratto ingolosendoli per far leva sulla società di appartenenza: l’etica e il calcio, si sa, hanno cominciato a fare a pugni da tempo.

Il problema vero è che tutto questo sia successo ora. A una settimana dalla Supercoppa Europea, per Koopmeiners. Addirittura alla vigilia dell’esordio in campionato, per Lookman. Quando cioè le squadre dovrebbero essere fatte, gli allenatori dovrebbero sapere su quali basi poter lavorare, i giocatori, scontenti o meno, dovrebbero pensare solo a giocare. Finché le date del mercato e quelle della stagione continueranno a mescolarsi, le prime giornate del campionato continueranno a essere un Luna park senza attendibilità e senza senso, dove però sono in palio punti veri che fra qualche mese potrebbero anche essere decisivi per lo scudetto, per la Champions, per l’Europa, per la salvezza.

Intanto però si comincia. E oggi a Lecce per l’Atalanta sarà dura, anche perché Gasperini, ancora più che in Supercoppa, avrà gli uomini contati. Ma motivati. Come motivati ed entusiasti sono i tifosi bergamaschi, che oggi affrontano in 284 la trasferta più lunga e disagevole del campionato e che in 6 mila mercoledì scorso a Varsavia hanno applaudito la squadra dopo una sconfitta cantando «Vinceremo il Tricolor». E chissà che i Percassi e Gasperini, gente che ha già dimostrato di saper vedere oltre gli orizzonti che la natura ha dato alle persone comuni, un pensierino in cuor loro non ce l’abbiano fatto. Certo, prima bisognerà sistemare le cose. Ma le devono sistemare, a quello che si è visto in questo avvio di stagione, anche Inter, Milan, Juve, Roma, Napoli... E allora giù la testa e cominciamo a pedalare. Le gerarchie, come si sente dire ogni volta che comincia il Giro d’Italia, le farà la strada.

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