La sindrome
delle spie russe
ci danneggia

Ragazzi, ammettiamolo: conviene arrendersi. Se diamo per scontato, com’è logico fare, che le spie dei diversi Paesi siano in attività costante, allora i russi hanno già vinto. E non per quello che fanno ma per quello che riescono a farci fare. L’ultimo caso, quello dell’austriaco Heinz-Christian Strache, vice-cancelliere e leader del Partito austriaco della libertà, è emblematico. Poco prima delle elezioni che nell’ottobre del 2017 l’avrebbero proiettato al vertice della politica nazionale, Strache viene invitato in una villa di Ibiza da una bella signora russa, sedicente Aljona Makharova. I due non sono soli: c’è il marito di lei, c’è il braccio destro di Strache insieme con la consorte. La presunta Makharova si spaccia per nipote di un oligarca e dichiara di voler investire 250 milioni in Austria. Chiede, però, aiutini illeciti. E Strache invita, promette, ammicca, insulta gli avversari politici, fantastica e, ovviamente, chiede soldi.

Peccato che la villa fosse piena di microfoni e telecamere. Che il video girato allora sia saltato fuori proprio alla vigilia delle elezioni europee. Che nessuno, nemmeno i giornali che l’hanno diffuso, sappia da chi arriva. E soprattutto che la nipote dell’oligarca non esista. Strache si è fatto bidonare da un’impostora. La quale, evidentemente, ha sfruttato la sua dabbenaggine ma anche la psicosi europea che vede ogni dove oligarchi russi danarosi, maneggioni e corrotti.

Il «caso Strache» non può non richiamare il Russiagate americano. Negli Usa, una miriade di investigatori, agenti, magistrati e avvocati, coordinati dal procuratore speciale Robert Mueller, ha rovistato nella vita privata e politica del presidente Trump nel presupposto che la sua elezione fosse avvenuta grazie a una collaborazione illecita con i servizi segreti russi. Conclusione di Mueller dopo due anni: nessuna prova, il fatto non sussiste. Conclusione a cui si poteva arrivare assai prima se, appunto, si fosse smesso di correr dietro ai fantasmi. I due ex collaboratori di Trump ora in galera sono stati condannati per frode e reati fiscali. L’unico personaggio russo finito nei guai è certa Maria Butina, una che non si nascondeva, che voleva farsi strada nelle lobby americane degli armamenti e che è stata condannata a 18 mesi di carcere per «cospirazione per agire come agente straniero dello Stato russo non registrato negli Usa». Sai che spia.

Con il che si torna all’assunto iniziale. Tutti gli Stati che mantengono un servizio segreto spiano qualcuno. Italia compresa. Altrimenti, perché spendere tutti quei soldi? Il che vale per i russi, gli americani, gli inglesi, i francesi, gli israeliani, i cinesi e quant’altri. Tutti spiano tutti, come un’infinità di casi (Wikileaks, Edward Snowden, Chelsea Manning), compreso quello di Strache, dimostrano. Non fu Barack Obama a doversi scusare quando venne fuori che i suoi servizi segreti origliavano persino il cellulare di Hollande e della Merkel?

In nessun’altra parte del mondo, però, si è sviluppato il masochismo che regna in Europa e negli Usa. Solo noi siamo riusciti a convincerci che i servizi segreti russi, e soprattutto gli hacker, sono così potenti da farci fare quel che vogliono loro: dall’elezione di Trump alla Brexit, dalla secessione della Catalogna alla crescita dei partiti anti-sistema, dal fallimento del referendum costituzionale in Italia al sabotaggio della campagna elettorale di Macron. E così, per timore di farci manovrare, facciamo proprio ciò che più converrebbe a un eventuale nemico: sfiduciamo il sistema, lo sabotiamo dall’interno. In Austria, il Governo si è dimesso e ora si apre una fase di instabilità politica. Gli Usa sono andati avanti due anni a picconare il loro presidente e ancora adesso si baloccano con l’idea dell’impeachment. Nessuna spia, nemmeno la più astuta e spietata, avrebbe potuto ottenere tanto. Date retta, conviene arrendersi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Michele Pagani

5 anni, 10 mesi

Vero quello che riporti ma il tutto a che pro? Tutto cosi semplice? Spie e controspie? Scenette o fascicoli alla bisogna? Questa è la punta dell'iceber e serve solo per mantenere velato il potere. Alcuni libri sono espliciti, cercateli.

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Michele Pagani

5 anni, 10 mesi

La Banca Mondiale, fondata nel ’45 dopo Bretton Woods come primo pilastro del futuro Governo Mondiale; quello di cui il banchiere Warburg disse al Senato, nel 1950: “Avremo un governo mondiale, vi piaccia o no – o col consenso o con la forza”. E’ alla Banca Mondiale che Bush jr. ha messo il suo complice-chiave del’11 Settembre, il Paul Wolfowitz dal doppio passaporto.

gustavo franzoni

5 anni, 10 mesi

Mi scuso Con i lettori per questa mia nota su un argomento che esula da questo quotidiano, ma ritengo degno di interesse. Leggo sul Giornale di oggi, un'articolo di Scufari sull'irritazione di padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, verso Salvini per la sua ostentazione pubblica del Rosario e della Madonna. Leggo anche che don Scufari appartiene al. Mondo dei Gesuiti, così anche papa Francesco. Ho avuto un dubbio e quasi un colpo. Ma i Gesuiti, lessi su libri storici tempo fa, se non ricordo male, non sono quella congregazione di padri guerrieri che nelle Americhe, appena scoperte, massacrano migliaia e migliaia di nativi solo perché non si convertivano al cristianesimo? Se così è stato, e non ho il minimo dubbio sul mio ricordo, perché allora, rimasi allibito, con che faccia e coraggio attaccano Salvini che invece pone in alto sia il rosario che la Madonna ?

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Maria Grazia D

5 anni, 10 mesi

Proprio così, basta leggere la storia dell'America latina.