La libertà garantita
dai vaccini e la paura

Chiudere in casa i No vax? Il dibattito è aperto. Lo chiedono con forza i governatori di molte Regioni, compresa la nostra, preoccupati della quarta ondata che non accenna a scemare, alla vigilia di Natale e della stagione sciistica. Un po’ se lo meriterebbero, visto che se non abbiamo ancora raggiunto l’immunità di gregge è per causa loro. Inoltre, è dimostrato scientificamente che hanno probabilità molto più alte di veicolare il virus e quindi di contagiare i soggetti fragili, non ancora vaccinati e naturalmente anche i vaccinati. Per non parlare del rischio di finire ospedalizzati o addirittura in terapia intensiva e quindi di intasare il sistema sanitario (l’obiezione che in base a questo principio dovremmo stigmatizzare anche obesi, fumatori o alcolisti non regge, perché queste categorie sono affette da dipendenza o da difficoltà spesso enormi nel cambiare il loro stile di vita, non si tratta certo di farsi una puntura al braccio). Comunque stiano tranquilli, nessuno chiederà loro i danni in caso di ricovero, come hanno fatto in qualche Paese del mondo.

In Austria i No vax li hanno chiusi in casa per davvero, come hanno fatto in Australia, e nessuno se ne è particolarmente lamentato. Il problema è che l’ondata sta salendo talmente rapidamente che ormai in molti Paesi, come la Germania, contagiata dal grande «cluster nazionale» della Baviera, o i Paesi Scandinavi, si parla di lockdown generalizzato. Anche noi ci apprestiamo a varare regole più severe, soprattutto per chi decide di non vaccinarsi e non per chi ha aderito alla campagna vaccinale.

Qualcuno strilla alla discriminazione, all’attentato alla libertà di circolazione previsto dalla nostra Costituzione, che non ha letto, o ha letto a metà, perché l’articolo 16 recita che «ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o sicurezza». L’unica eccezione prevista dalla nostra Carta è costituita dalle «restrizioni politiche» obiettano i No vax. E infatti sui social dipingono quel tiranno di Draghi con i baffetti di Adolf Hitler, perché è noto che il Covid non esiste, è tutta un’invenzione politica del gruppo Bilderberg.

In realtà noi italiani siamo ancora ai margini dell’ondata, grazie a una campagna vaccinale esemplare e a uno strumento chiamato Green pass. Come ha detto ieri Mattarella «i vaccini ci hanno salvato» e se anche chi non si è vaccinato ha potuto camminare liberamente per le strade evitando il coprifuoco è grazie agli immunizzati, non ai No vax, per i quali saremmo ancora chiusi in casa e molti dei quali, oltre a trasmettere il virus, propalano – spesso inconsapevolmente - le peggiori fake news. Quanto al passaporto verde, si tratta di uno strumento non solo efficace ma molto democratico, perché oltre a proteggere chi il vaccino lo ha fatto nei luoghi pubblici o di lavoro evita perfino l’obbligo vaccinale, poiché per ottenerlo, sia pure temporaneamente, si può fare il tampone. In pratica funziona da deterrente, anzi da incentivo a vaccinarsi. Non abbiamo chiuso a chi ha deciso di non immunizzarsi un solo bar, ristorante, teatro, cinema o piscina, lo abbiamo solo costretto a farsi un tampone ogni 48 ore, pur con tutti i rischi che questa pratica comporta, perché in due giorni c’è un’ampia possibilità di contrarre il virus.

Dunque, il consiglio agli amici No vax è di andare a vaccinarsi, perché, come ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, «il problema non sono i No vax, ma la paura». E parafrasando Roosevelt, l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura, in quest’impennata di contagi che sta travolgendo l’Europa, è proprio la paura.

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