La legge del più forte, il risveglio traumatico

MONDO. C’eravamo illusi che dopo la caduta del muro di Berlino il mondo si fosse finalmente pacificato. Era finita la divisione tra l’Est comunista e l’Ovest democratico che aveva tenuto per cinquant’anni col fiato sospeso l’umanità intera nel timore di una guerra nucleare.

La Guerra fredda si era conclusa con la vittoria dell’Occidente liberale. Era ragionevole pensare che il futuro sarebbe stato all’insegna di una diffusione della democrazia e di una società di mercato. Dimentichiamocelo. Scopriamo oggi che il mondo è più diviso che mai, lacerato dalla competizione tra due grandi potenze (Usa e Cina) e dalla riproposizione nei rapporti internazionali della legge del più forte. Vittima predestinata l’Europa, il continente patria della democrazia che dopo secoli di lotte fratricide ha fatto in questi ultimi ottant’anni della pace la sua condizione di vita. Fino all’elezione di Trump, ci siamo baloccati con la speranza che, bene o male, potessimo proseguire a prosperare senza guerre. Il risveglio è stato traumatico. Ci ha lasciato tramortiti, incapaci di reagire, inermi di fronte a Trump, Putin (e Xi Jinping) che si stanno spartendo il mondo.

Sarà brutale il trattamento che Trump, il presidente della nazione fino a ieri nostra grande amica e alleata, ci sta riservando: nuovi dazi e un nuovo ordine che passa sulla testa dell’Europa. Un trattamento che di regola si riserva al nemico, non ad un alleato

Sarà brutale il trattamento che Trump, il presidente della nazione fino a ieri nostra grande amica e alleata, ci sta riservando: nuovi dazi e un nuovo ordine che passa sulla testa dell’Europa. Un trattamento che di regola si riserva al nemico, non ad un alleato. Irricevibile la lezione di democrazia che il vice presidente Vance ci ha impartito a Monaco sul nostro presunto tradimento dei valori liberali. Da qual pulpito viene la predica, ci verrebbe da dire. Il suo presidente ha appena amnistiato i colpevoli dell’assalto a Capitol Hill, ossia dell’attacco al cuore della democrazia americana.

L’ombra di Trump

Sarà sconcertante assistere allo spettacolo della vittima dell’aggressione russa (Zelensky) trattata da carnefice, di una nazione (l’Ucraina) che dopo esser stata invasa e devastata viene fatta passare per artefice della guerra. Sarà inaudito sentire il ministro ombra di Trump, il magnate Elon Musk, dire che presidente ucraino, il resistente all’aggressione russa, «si nutre dei cadaveri dei suoi soldati». Potremmo continuare a lungo ad elencare i motivi di sconcerto suscitato dalla svolta politica di Trump. Ma servirebbe solo a lasciarci attoniti, incapaci di reagire allo choc subito. È urgente, invece, prendere coscienza della nuova realtà che si è disegnata, prima che questa ci cancelli dalla storia.

Come sempre, il punto di partenza per reagire a una sconfitta è rendersi conto di quel che è avvenuto. E questo è molto chiaro, anche se è dolorosamente grave. Pensavamo di non avere problemi di sicurezza, comodamente sistemati sotto l’ombrello protettivo degli Stati Uniti.

Come sempre, il punto di partenza per reagire a una sconfitta è rendersi conto di quel che è avvenuto. E questo è molto chiaro, anche se è dolorosamente grave. Pensavamo di non avere problemi di sicurezza, comodamente sistemati sotto l’ombrello protettivo degli Stati Uniti. Pensavamo di poter continuare a sviluppare la nostra economia grazie al rifornimento a buon mercato del gas della Russia. Pensavamo di poter contare per il nostro sviluppo economico con l’accesso libero ai mercati dell’America e della Cina. Dimentichiamocelo. L’età dell’adolescenza protetta è finita. Ci tocca assumere la responsabilità del nostro futuro. Ci aspetta un mondo regolato, ora più che mai, dalla legge del più forte. Sarà bene ricordarcelo in futuro. Non è consigliabile, non è prudente fronteggiare l’orso russo armati della sola bandiera della pace.

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