Intelligenza artificiale, la Ue prova a frenare

MONDO. Writers Guild, il sindacato degli sceneggiatori europei, sostiene i colleghi della Wga americana che sono in sciopero da maggio: chiedono di regolamentare l’Intelligenza artificiale, che, se non gestita «rischia di danneggiare la classe media» del loro mestiere: cioè di scrivere lei soggetti teatrali, fiction e film.

Un paio di mesi fa, utilizzando Midjourney, un programma di Ai, il prof. Claudio Riccio aveva già «creato in anteprima» i funerali di Silvio Berlusconi che abbiamo visto ieri a reti unificate: e diciamo che ci è andato vicino. A Reggio Emilia martedì è stata presentata la prima mozione politica in Consiglio comunale interamente generata dall’Ai: documento approvato dalla maggioranza.

Non solo «scrive», la Signorina Ai, già ha imparato anche a «fotografare». Il mese scorso un’immagine fake ha fatto tremare Wall Street: la foto, diffusa da alcuni account Twitter «verificati», mostrava un’esplosione vicino al Pentagono, con tanto di fumo e macerie. Circola anche uno «scatto» con Donald Trump arrestato dalla Polizia. In un’altro Putin è nelle mani dei militari russi. Un’altro ancora mostrava Papa Francesco vestito con un piumino bianco vaporoso molto glamour.

Per il momento questi sono solo test, che oscillano tra l’ironia e la provocazione. Eppure fanno già vacillare sonoramente il confine tra il vero e il falso, e in un mondo sempre più virtualizzato già questo non è un problema da poco.

Ma l’Intelligenza artificiale, evidentemente, è ben altro: un mese fa Geoffrey Hinton, considerato il «padrino» dell’Ai ha lasciato Google per poter parlare liberamente dei «pericoli» della tecnologia che ha contribuito a sviluppare. Oltre mille esperti, tra cui Elon Musk, hanno rivolto un appello sulla necessità di bloccare gli sviluppi dell’Ai. Qualche settimana fa altri 350 esperti e imprenditori del settore hanno firmato una «dichiarazione sul rischio Ai» chiedendo di equipararlo a quello «della minaccia atomica»; tra loro Sam Altman, ceo di Open Ai.

L’Intelligenza artificiale, ci dicono gli esperti, ormai non solo scrive testi come (e a volte meglio) di un giornalista, ma anche canzoni, musiche. E ha iniziato a comporre poesie, «per quanto ancora di qualità un po’ incerta» (vabbè, ma quello anche tanti noi umani…). Sta entrando, cioè, in tutta quella che è la nostra produzione «autoriale». E non parliamo dei danni finanziari che potrebbe presto combinare.

Il Parlamento di Strasburgo ieri ha preso posizione sul nuovo regolamento Ue per l’Intelligenza artificiale. Norme che mirano a garantire che l’Ai sviluppata e utilizzata in Europa sia «conforme con i diritti e i valori europei»: verrà vietata «la pratica del punteggio sociale, ovvero la classificazione delle persone in base al loro comportamento o alle loro caratteristiche personali». Vietati «sistemi di identificazione biometrica remota in spazi accessibili al pubblico»; vietate schedature basate «su caratteristiche sensibili come genere, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico»; sistemi di polizia predittiva (profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati); sistemi «di riconoscimento delle emozioni utilizzati dalle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, sul luogo di lavoro e negli istituti scolastici». Il Parlamento europeo chiede anche un «rigoroso monitoraggio» delle elezioni.

E chi sarà in grado di filtrare il web e i social in cerca di ignobili pressioni elettorali? Un apposito sistema di Ai, naturalmente.

Da ieri, dunque, ci sentiamo più sicuri in Europa? Diceva, settant’anni fa, il filosofo Martin Heidegger: «La tecnica nella sua essenza è qualcosa che l’uomo di per sé non è in grado di dominare». E ancora: «Egli non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo». Non è neppure il caso, però, di fidarsi ciecamente dei catastrofisti.

In fondo anche questo «alert» che state leggendo potrebbe essere stato scritto da una macchina.

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