Il turismo è una sfida per tutto il territorio

ITALIA. Dai primi dati del 2024 arriva la conferma che la Capitale della cultura in tandem con Brescia ha prodotto effetti molto interessanti per il turismo a Bergamo, con un aumento dei pernottamenti che sfiora il 20% nei primi 5 mesi e proiezioni per i prossimi decisamente in crescita.

Sono numeri che inducono a diverse riflessioni, paradossalmente anche opposte tra loro. Tanto per cominciare c’è da interrogarsi sulla tipologia di turismo che vogliamo, in seconda battuta sulle modalità possibili per renderlo sempre meno estemporaneo e di qualità. Bergamo e (ci torneremo poi) la sua provincia hanno tutte le caratteristiche per offrire proposte differenziate e complete, uscendo cioè da quella dimensione da turismo «mordi e fuggi» che sta caratterizzando soprattutto il capoluogo e in particolare la realtà di Città Alta.

Dove si sta assistendo a un fenomeno abbastanza bizzarro, per anni ci si è lamentati dell’assenza di turisti, ora della loro eccessiva presenza e mai come in questo caso la verità sta probabilmente in mezzo. Per capirci meglio, la perdita di determinate peculiarità di Città Alta è iniziata ben prima del boom turistico e a causa di un progressivo e costante calo di abitanti. Fenomeno che sicuramente non verrà contenuto né tantomeno fermato con una sempre più diffusa trasformazione di case private in estemporanei alloggi per turisti, ma è una situazione che richiede interventi normativi complessi e di portata nazionale. Se nell’attesa si lavorasse però a proposte capaci di portare il flusso turistico oltre la tradizionale Corsarola male non farebbe.

Tornando invece alle potenzialità del sistema, nel corso dei recenti lavori degli Stati generali delle infrastrutture ha colpito l’affermazione di Giovanni Sanga, presidente di Sacbo (la società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio) sulla necessità di costruire un sistema di relazioni che consenta ai turisti di andare oltre la semplice visita al capoluogo. Perché la provincia ha molto da offrire e a diversi livelli, il problema è come arrivarci. E non è un problema da poco.

Insomma, i turisti ci sono e continuano ad aumentare, la percentuale di chi si ferma in città pure, ora bisogna lavorare su due fronti: l’aumento ulteriore dei pernottamenti e la messa in rete di un sistema di proposte, coinvolgendo anche valli e laghi. Dove qualcosa di muove, anzi più di qualcosa. Lo conferma il milione e mezzo di fondi regionali recentemente stanziato a favore di iniziative imprenditoriali nei borghi. I progetti finanziati nella Bergamasca ad Ardesio, San Pellegrino e Onore sono davvero originali e molto attenti alle peculiarità del territorio, non in un’ottica conservativa ma aperta alle trasformazioni tra cultura, sociale ed enogastronomia. Proposte capaci di offrire opportunità di lavoro e di rappresentare, nello stesso tempo, un argine allo spopolamento di alcune parti della provincia. E non solo le uniche iniziative, semmai le più recenti.

C’è ancora molto da fare ma la direzione pare quella giusta, a maggior ragione in un territorio come il nostro che, forte della sua tradizione manifatturiera e di un’indubbia capacità di innovazione, ha per molto tempo trascurato le possibilità di crescita anche (non solo) nel turismo: nelle sue varie forme, compreso quello culturale.

I numeri confermano quello che era evidente da tempo, che ci sono ampie possibilità di crescita sia quantitativa che qualitativa. Evitando magari di scivolare da un lato in una massificazione del fenomeno che porta inevitabilmente con sé un abbassamento della qualità ( anche delle proposte), ma dall’altro pure in un certo qual atteggiamento snob decisamente insopportabile, quello di chi vede nel turismo solo un fastidio e non un’opportunità.

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