Il tradimento dell’Epifania nel rifiuto dell’altro

MONDO. Il punto centrale è una domanda: i Magi hanno cercato la stella oppure la stella ha cercato i Magi? La questione l’ha posta Jorge Mario Bergoglio nell’omelia del giorno dell’Epifania.

Insomma c’è una stella che vaga nel cielo notturno e un gruppo di uomini saggi senza fare tanti calcoli, senza occuparsi della logistica, si mettono a seguirla per vedere dove porta. Sanno che da qualche parte porterà, sanno che potrebbe indicare la via di un incontro, sanno che qualcosa bisognerà portare con sé per rendere l’incontro solenne. Se la stella li ha cercati qualcosa vorrà pur dire. Si fidano della stella e si affidano alla ricerca che essa indica. Si fidano di Dio. L’Epifania non è la festa dei doni, che pur quei saggi d’Oriente portano sui loro cammelli.

I Magi sono un messaggio purtroppo sempre più evanescente, perché i popoli oggi e chi li guida condividono sempre meno fraternità nel cammino e purezza della ricerca. Sanno già cosa vogliono, potere e denaro, competenze solo per sé e anche Dio solo per sé, stabilendo, prima di aver visto e ascoltato, ciò che è bene e ciò che è male

L’Epifania è la festa del cammino e della ricerca, è la memoria di una bussola lungo la strada dell’umanità intera. Senza differenze di colore della pelle, anzi con le caratteristiche somatiche e culturali di tutti i popoli della terra. Dio li cerca e li trova, li manda avanti, accende una luce a cui tenere dietro. I Magi sono il simbolo e il perimetro di tutte le razze. È la stella che li mette insieme ed è dietro di essa che i popoli si incontrano, camminano fianco e fianco, si comprendono e si accettano. I Magi sono un messaggio purtroppo sempre più evanescente, perché i popoli oggi e chi li guida condividono sempre meno fraternità nel cammino e purezza della ricerca. Sanno già cosa vogliono, potere e denaro, competenze solo per sé e anche Dio solo per sé, stabilendo, prima di aver visto e ascoltato, ciò che è bene e ciò che è male.

Le persone e le nazioni, pur dotate di mezzi di comunicazione sempre più potenti, sembrano diventate meno disponibili a comprendersi, accettarsi e incontrarsi nella loro diversità

L’analisi di Francesco, come spesso capita, è icastica, quindi essenziale ed efficace. Invita a meditare sui Magi, cioè su noi stessi a tutte le latitudini della terra: «Le persone e le nazioni, pur dotate di mezzi di comunicazione sempre più potenti, sembrano diventate meno disponibili a comprendersi, accettarsi e incontrarsi nella loro diversità». Usa solo poche righe per segnalare il tradimento dell’Epifania e la capriola che l’umanità intera ha fatto fare ai Magi, trasformati da messaggeri di unità a compagni di strada litigiosi. Duemila anni fa condivisero il sogno di Dio e insieme seguirono la stella, gente onesta che riponeva la speranza in qualcos’altro e non in se stessi. Oggi invece? La ricerca è autoreferenziale, serve per gestire meglio il proprio piccolo potere spesso di interdizione dell’altro, per giustificare slogan di inibizione delle culture e degli spazi, per rivendicare identità, per accusare diversità, per avvallare e legittimare comportamenti populisti e uguaglianze distorte. Della stella di Dio abbiamo fatto la nostra stella, ha praticamente messo in guardia il Papa. Bisogna avvedersene, altrimenti il mondo va a rotoli e nessuno riesce più a fermarlo.

La ricerca è autoreferenziale, serve per gestire meglio il proprio piccolo potere spesso di interdizione dell’altro, per giustificare slogan di inibizione delle culture e degli spazi, per rivendicare identità, per accusare diversità, per avvallare e legittimare comportamenti populisti e uguaglianze distorte

La pace prima di tutto

In questi giorni di festa Bergoglio ha ripetuto appelli alla pace, ma senza nulla lasciare sul generico. La richiesta di rispettare il diritto umanitario e smetterla di bombardare scuole e ospedali, di mettere al bando prima la selezione e poi l’emarginazione delle persone, cioè l’odiosa cultura dello scarto, di finirla con le «serrature della paura» chiuse a doppio mandato nelle porte sui confini e dentro i cuori, di eliminare il rifiuto come esercizio sociale non è altro che l’indicazione della ricerca secondo la stella del Vangelo. Non è facile, ma ci si può provare anche senza l’aiuto di chissà quale Intelligenza artificiale. Basta quella dei saggi Magi, ha sollecitato lunedì Bergoglio, icone dell’umanità che Dio vuole: «Sguardi generosi, gesti e parole fraterni, pieni di gentilezza e di umanità». Esattamente quello che oggi manca.

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