L'Editoriale / Bergamo Città
Sabato 18 Aprile 2020
Il Servizio sanitario
ha 40 anni va ripensato
Il Servizio sanitario nazionale (Ssn), un bene essenziale per il Paese, è nato nel 1978, quindi oltre 40 anni orsono, un periodo di tempo molto significativo in cui molte cose sono cambiate. Nonostante l’ eccellenza delle prestazioni, molti esperti avvertono comunque un senso di declino dovuto a molti fattori. Infatti, nel tempo il personale sanitario si è ridotto e, a differenza di altri Paesi, la spesa per il Ssn, che attualmente ammonta a circa 115 miliardi di euro, non è stata adeguata all’ inflazione e allo sviluppo tecnologico e, per di più, è soggetta a fenomeni di spreco e, ahimè, di corruzione.
È quindi giunto il tempo per ripensare il Ssn per adeguarlo ai cambiamenti, considerando perciò la necessità di modificarne l’ organizzazione. Un cambiamento macroscopico accentuatosi in questi 40 anni è la variazione dell’ età della popolazione: meno nascite, circa 450.000 all’ anno rispetto alle 600.000 morti, il che sposta l’ età verso l’ alto. Aumenta l’ attesa di vita alla nascita: circa 81 anni per l’ uomo e ben 85 anni per la donna con il risultato di avere più anziani che giovani. Ciò suggerisce la necessità di modifiche nell’ organizzazione, se consideriamo che circa il 70 percento delle risorse viene utilizzato per chi ha più di 70 anni.
Dobbiamo perciò dare la preferenza alle strutture geriatriche, ma bisogna anche preparare le specializzazioni geriatriche, aumentando le possibilità di formazione non solo dei medici, ma di tutta la gamma degli operatori sanitari che devono acquisire competenze relative all’ età geriatrica. Si tratta di «inventare» molte cose tenendo presente che anche nel recente passato la geriatria era considerata un’ attività marginale.
Occuparsi di geriatria vuol dire anzitutto creare nella popolazione giovane il concetto dei buoni stili di vita finalizzato ad ottenere una «buona» vecchiaia. Non dimentichiamo che abbiamo una lunga durata di vita, ma una più breve durata di «vita sana» rispetto ad altri Paesi europei. Infatti, proprio a causa della mancanza di buoni stili di vita abbiamo un accumulo di vari tipi di cronicità: dal diabete all’ insufficienza cardiaca, dalle difficoltà respiratorie all’ insufficienza renale. Occorre quindi che le specializzazioni mediche si adeguino ai nuovi compiti che non sono più quelli di occuparsi di una sola malattia in soggetti adulti, ma aver a che fare invece con le polipatologie presenti negli anziani. Sarà perciò sempre più necessario che l’ organizzazione permetta contatti frequenti e continui fra tutti gli specialisti, coordinati dal geriatra, per valutare i migliori trattamenti farmacologici e riabilitativi, evitando fra l’ altro la ripetitività degli esami e l’ accumulo dei farmaci, una vera fonte di ansia per i pazienti. Ciò vuol dire che il paziente dovrà essere veramente al centro dell’ attenzione, perché riceva come trattamento solo ciò che è basato sull’ evidenza scientifica. Troppi farmaci vengono somministrati senza necessità né vantaggi per gli anziani, dato che, anzi, essi inducono spesso prevalentemente effetti tossici.
L’ aumento della popolazione anziana determina non solo un aumento della patologia, ma anche una maggior fragilità, il che richiede strutture adatte, le cosiddette case di riposo adibite ad ospitare gli anziani. Sono strutture non sufficienti, spesso private e quindi orientate al profitto dove pochi possono accedere. È un problema di cui i politici di ieri e di oggi non si rendono conto, con grave danno alle famiglie. Infine, ancora più grave è il periodo finale della vita che comporta una forte percentuale di soggetti con un forte declino delle capacità cognitive, la cosiddetta demenza senile. Una volta le poche persone anziane dementi rimanevano nelle famiglie patriarcali; c’ erano parecchi figli che se ne potevano occupare; ma oggi le famiglie hanno in gran parte un solo figlio. Bisogna perciò trovare soluzioni attraverso adeguate strutture, ma anche personale, che sia disponibile 24 ore al giorno, perché spesso questi pazienti possono essere pericolosi per sé stessi e per gli altri. In definitiva, bisogna adeguare l’ attività del Ssn a questo aumento dell’ età media che comporta cambiamenti epocali di personale e strutture. Non c’ è più tempo per attendere!
*Presidente Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs.
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