Il «chiasso» dei giovani per adulti più credibili

GMG 2023. La domenica, e men che meno nei giorni feriali, è difficile vedere nelle chiese banchi pieni di giovani alle Messe. Poi, una volta all’anno, succede qualcosa di straordinario: di colpo viene alla luce un fiume carsico della Chiesa, un torrente in piena, fresco e impetuoso formato da migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo.

Una Chiesa viva, esuberante, elettrizzata che dice al mondo: ci sono, sono qui, esisto e non sono in via di estinzione. Alla Giornata mondiale della gioventù - che ieri è iniziata a Lisbona con l’arrivo di Papa Francesco - si respira ancora un forte senso di appartenenza. Ma chi sono questi giovani e come vengono osservati dal mondo degli adulti? C’è una superficialità di fondo già dalle definizioni semplificatorie: la «Woodstock cattolica», le «Olimpiadi della cattolicità», i «Papaboys»... In realtà alla Gmg si incontrano le generazioni (metteteci la Z e tutte le lettere che volete) che non si lasciano confezionare dentro un’unica etichetta. Noi adulti invece siamo figli della contestazione a prescindere, lo slogan era la fantasia al potere. E il risultato? Ora giochiamo a fare gli amiconi, gli eterni adolescenti pensando di accorciare le distanze anagrafiche.

Al contrario, oggi i giovani chiedono una guida, cercano adulti che facciano gli adulti e che abbiano qualcosa da insegnare. Ecco perché accorrono in massa ad ascoltare Papa Francesco. Non ha alcun senso mettere a confronto i raduni dei rave e quelli all’ombra della croce. La Gmg non va considerata un meeting identitario. E non è nemmeno una prova di forza muscolare della Chiesa cattolica. E allora chi sono questi ragazzi? Sono gli stessi dei concertoni dei Pinguini tattici nucleari anziché dei Måneskin, meno ideologici, più schiacciati dalle regole del politically correct e meno identificabili nei valori, in loro c’è una trasversalità emotiva nell’interpretazione della vita che li rende anche più vulnerabili. Sono coloro che perseguono un mondo più pacifico, in difesa dell’ambiente, per un lavoro dignitoso e una vita meno frenetica. Sono gli stessi che vivono con e nello smartphone, che lo sanno usare - diversamente da noi adulti - anche per scopi positivi come l’App per seguire la Gmg in modo da poter misurare l’«impronta di carbonio». In questo seguono Francesco, perché lui è credibile.

Hanno capito che i social non rispondono alle domande sulla vita, sono divertenti ma distanti, anafettivi. La Gmg invece è vincente perché abbatte le distanze. Questi giovani sono il termometro del cattolicesimo, non vivono il senso di colpa, non partecipano per abitudine, sono liberi di scegliere. Però sono alla ricerca e sentono che tuffarsi nella folla festante e allo stesso tempo riflessiva li aiuta a trovare solidità in valori che nel mare anestetizzato dei social non trovano. Alla Gmg possono essere se stessi. Cosa cercano? Pongono tante domande che stanno tutte sotto l’unica e fondamentale per la vita: come posso essere felice? Sono ragazzi ai quali non manca niente, dall’istruzione alla tecnologia. Eppure sono angosciati da mille interrogativi ai quali il mondo degli adulti non offre risposte certe. Il loro «chiasso» - come lo ha definito ieri il Papa - è il grido di una gioventù che non vuole né adulti amici né maestri che impongano lezioni. Chiedono l’indicazione di una via maestra per iniziare a essere protagonisti. Quando torneranno, dove andranno e cosa porteranno? La società offrirà loro un’opportunità, darà loro voce o li userà solo come vessilli? La Gmg è iniziata.

Il bagno di folla è importante per ricaricare l’energia del singolo che ora sa di non essere solo. Al rientro, le scelte saranno il risultato di ascolto e comunione. Perché l’uomo non è fatto per se stesso. E i giovani hanno dentro questo desiderio forte di condivisione, di essere gruppo, famiglia. Il mondo degli adulti smetta di giudicarli e svolga il proprio ruolo con esempi e testimonianze credibili. E tu giovane della Gmg, come diceva S. Caterina da Siena, «se tu sarai ciò che devi essere, metterai il fuoco in tutto il mondo».

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