Il bando Ue a TikTok: Guerra Fredda sulla rete

Attualità. Anche questa notizia è un riflesso della nuova Guerra Fredda ormai conclamata. La Commissione dell’Unione europea ha invitato tutti i suoi dipendenti a rimuovere TikTok dai propri dispositivi. Non solo da quelli aziendali, ma anche da quelli personali, se usati per lavoro.

Insomma, per Bruxelles la simpatica applicazione non è un gioco e nemmeno un semplice social. Potrebbe essere addirittura un cavallo di Troia del Celeste Impero per conquistare la Fortezza Europa. Si tratta dunque di una misura precauzionale per la sicurezza informatica. Gli attacchi hacker di questi giorni che si susseguono ininterrottamente ne sono un esempio. Ci sono miliardi di dati sensibili che potrebbero essere intercettati, spiati, rubati o sottoposti a ricatti informatici, come sta avvenendo per migliaia di imprese private in tutto il mondo, per non parlare dei siti dei Governi dell’Occidente messi fuori uso dall’hackeraggio di matrice russa.

La notizia è grossa perché la misura è stata presa non contro i russi ma contro un’applicazione cinese, o quanto meno contigua al governo di Pechino. Una delle più cliccate del Pianeta. Stiamo parlando di un social relativamente giovane, esploso nel 2018 soprattutto tra i ragazzini e gli adolescenti, che posta brevi video, capaci di ipnotizzare chiunque per ore, ma che oggi conta oltre un miliardo di utenti nel mondo. Si può così immaginare il potere di influenza di quello che era nato come un giochino ed è divenuto uno strumento del Grande Gioco delle Superpotenze, una sorta di potenziale Games of Thrones informatico e digitale.

TikTok è un’applicazione sviluppata dalla società cinese ByteDance che già in passato, soprattutto negli Stati Uniti, aveva destato timori per la sicurezza. In particolare per il rischio che le informazioni degli utilizzatori venissero veicolate verso Pechino. Per non parlare dell’influenza maligna che il regime potrebbe avere sul mitologico e imperscrutabile algoritmo di TikTok, i cui criteri di scelta sono misteriosi, sibillini e naturalmente influenzabili dall’agenda politica cinese. Ora il colosso cinese soffre da entrambi i lati dell’Atlantico. La decisione dell’Unione europea arriva circa due mesi dopo la messa al bando della stessa app per i dipendenti del governo federale statunitense. Anche Amsterdam sta valutando un analogo divieto. Bruxelles non fa che accodarsi.

Insomma, tu sei lì che guardi un semplice «reel» (così si chiamano i brevi video sui social) e dall’altra parte del mondo c’è un’équipe di hacker che ti localizza, ti intercetta, ti spia e ti sta clonando tutti i tuoi dati. Sono settimane che l’esecutivo europeo ha acceso i riflettori sulla sicurezza di TikTok. Si è parlato anche dell’uso del social per spiare i giornalisti. E un aspetto della guerra moderna, sempre più presente, che naturalmente riguarda anche l’Italia, che sta portando avanti un’interconnessione all’interno della rete di sistemi che storicamente sono sempre stati isolati: ad esempio i sistemi di potabilizzazione dell’acqua, della rete elettrica e di quella di distribuzione del gas. Se un attacco simile dovesse colpire questi sistemi, le conseguenze potrebbero essere inimmaginabili.

La sicurezza informatica in Italia è alle prime armi, è proprio il caso di dirlo, ma è parte della Guerra Fredda che stiamo vivendo oggi, a un anno dall’invasione russa dell’Ucraina. Potrebbe finire come già avviene nei comandi Nato sparsi in tutto il mondo, dove i militari, per comunicare tra di loro, utilizzano vecchi telefonini Nokia di tecnologia analogica Tacs, come negli anni ’90, che non possono essere né localizzati né intercettati. Chi dice che la modernità ci fa solo fare passi in avanti?

© RIPRODUZIONE RISERVATA