L'Editoriale
Lunedì 17 Aprile 2023
I vaccini anti cancro, una risposta dopo 100 anni
SANITÀ. Stiamo vivendo un tempo che potremmo definire l’epoca dell’Immuno revolution: la realizzazione di un sogno lungo più di 100 anni che ora vede l’applicazione di terapie immunologiche contro il cancro: anticorpi, terapie cellulari e vaccini.
Gli annunci dei giorni scorsi e i dati disponibili suggeriscono che i vaccini terapeutici possano essere un’arma in più nella terapia contro i tumori. Innanzitutto ricordiamo che abbiamo già due vaccini preventivi: contro il virus dell’epatite B, che causa cancro del fegato, e contro il papilloma virus responsabile del cancro della cervice uterina, oltre che di testa-collo e dell’ano. La sfida di vaccini terapeutici, da somministrare per la cura della malattia, è completamente nuova. Nel caso dei tumori, la ricerca scientifica ha cercato soluzioni per 50 anni. Come spesso succede, gli insuccessi sono stati numerosi, ma uno di essi ha dato un forte impulso all’Immuno revolution: una sperimentazione clinica in cui era stato utilizzato un anticorpo (anti-CTLA4) capace di «togliere il freno» al sistema immunitario. Il vaccino non è andato a buon fine, ma anti-CTLA4 ha prodotto il 20% delle cure per il melanoma avanzato che, fino a quel giorno, era incurabile.
I progressi della ricerca hanno permesso, negli anni, di capire meglio come funziona il sistema immunitario e, più recentemente, di scoprire la tecnologia dell’mRna e le particelle lipidiche che lo trasportano. I ricercatori dell’Università di Mainz hanno pensato che questi ultimi potessero essere gli strumenti giusti per affrontare la sfida del cancro: la loro intuizione ed il loro lavoro, come sappiamo, sono stati fondamentali per avere i primi vaccini contro Covid-19. Un successo che ha favorito gli studi in ambito oncologico: prima degli annunci recenti c’erano già i primi dati, pubblicati dal gruppo tedesco di Mainz su «Nature», che riportavano risultati molto incoraggianti nelle prime fasi di sperimentazioni cliniche in pazienti con melanoma.
Ma come funzioneranno i nuovi vaccini di cui si parla? L’mRna è un vero e proprio «messaggero» che trasferisce l’informazione genetica necessaria per produrre una proteina che funge da bersaglio per il sistema immunitario. Nel caso di un paziente con melanoma, si inizia sequenziando l’informazione genetica del suo tumore. Poi, identificate le alterazioni genetiche, attraverso un algoritmo di Intelligenza artificiale i ricercatori determinano quali di queste sono visibili al sistema immunitario che altrimenti, confuso e addormentato dal cancro, non lo attaccherebbe. Questa informazione strategica viene inserita in una molecola di mRna veicolata da una nanoparticella lipidica disegnata ad hoc. Grazie a questa speciale «spia» contenente le informazioni sul bersaglio da colpire, le cellule sentinella del sistema immunitario vengono risvegliate e danno inizio al contrattacco.
In questo momento ci sono almeno tre differenti approcci ai vaccini anti-cancro basati su mRna. Il primo è personalizzato: si identificano le mutazioni di ogni paziente per realizzare un vaccino che vale solo per quel caso. Una seconda via punta ad identificare il «minimo comune denominatore» di alterazioni genetiche presenti in diverse persone affette da tumore, per realizzare un vaccino «agnostico», ossia valido per più pazienti o per più tumori con caratteristiche simili. La terza strada prevede di combinare i vaccini con approcci terapeutici immunologici. Accanto a questo filone di ricerca, altri scienziati - tra cui Maria Rescigno in «Humanitas», che con il sostegno di Airc sta studiando un vaccino contro il melanoma metastatico e contro il sarcoma - perseguono strategie diverse dall’mRna.
È importante che ci siano più vie di ricerca aperte, perché questo aumenta le possibilità di avere un maggior numero di risultati utili. Non dobbiamo avere attese miracolistiche rispetto ad un vaccino valido per tutti i tipi di cancro. Tuttavia, possiamo essere ottimisti rispetto alla possibilità di fare progressi per alcuni tumori e all’aumento delle armi a disposizione contro il cancro: grazie alla ricerca, che tutti noi possiamo scegliere di sostenere con il 5x1000. Il sogno di usare le terapie immunologiche contro il cancro ha attraversato 100 anni di medicina. Ma ora siamo sempre più vicini a realizzarlo.
*presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca
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